Dopo i primi festeggiamenti, e dopo aver letto attentamente e nel dettaglio la sentenza, eccoci pronte a spiegare nel dettaglio quello che ha sentenziato il TAR della Regione Toscana l’altro giorno riguardo all’inceneritore di Firenze.
Quello che segue non vuole essere una “lectio magistralis” sulla legge e sulla sentenza, ma vuole provare a spiegare le motivazioni e gli effetti della decisione presa dal TAR. In questi due giorni infatti, tramite la stampa, gli amministratori pubblici, Qthermo e Cispel si sono prodigati a leggere e interpretare la sentenza… ovviamente con l’intento di sminuirla o addiritturla, con molta creatività, di prenderla come “certificazione del loro buon operato”.
NIENTE DI PIU’ FALSO!
Ma entriamo nel dettaglio.
Partiamo subito dallo sfatare quello che viene detto e scritto nei giornali. Il TAR non ha il compito e la responsabilità di entrare nel merito delle questioni, ma solo di accettare e/o respingere i ricorsi valutandone solo l’aspetto e la correttezza procedurale, non entrando nel merito delle scelte.
Quindi il TAR non ha detto che è giusto costruire l’inceneritore e/o che non inquina, né tantomeno ha approvato la sua localizzazione a case Passerini – come qualcuno vorrebbe fare intendere – questo perché, semplicemente, non poteva farlo!! La decisione della localizzazione infatti era già stata stabilita nel lontano 2005 in sede di Valutazione di impatto sanitario (VIS) e confermata nel 2012 in sede di Piano Interprovinciale dei Rifiuti.
Il TAR ha semplicemente valutato se gli atti, amministrativamente parlando, sono corretti formalmente e non ha valutato (non potendolo fare) il loro contenuto.
Il primo punto importante è il seguente, con la quale si chiude la sentenza:
“Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sui ricorsi e sui motivi aggiunti indicati in epigrafe, li riunisce e:
…
c) accoglie i ricorsi R.G. n. 143/2016 e 180/2016 e, per l’effetto, dispone l’annullamento del provvedimento 23 novembre 2015 n. 4688 del Responsabile della P.O. Qualità ambientale della Città Metropolitana di Firenze, dei verbali delle conferenze di servizio presupposte e dei successivi atti del procedimento espropriativo;”
Questo cosa vuol dire esattamente?
Vuol dire che secondo il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana l’AU (Autorizzazione Unica),ovvero il documento che da il permesso a costruire l’inceneritore insieme a tutta una serie di prescrizioni, è annullato con effetto immediato. Con esso vengono annullati anche i verbali delle conferenze dei servizi che hanno portato a quell’atto e degli atti legati a quello stesso atto. Tra questi atti ci sono anche tutti gli espropri dei terreni necessari alla costruzione dell’inceneritore.
Questo vuol dire che Qthermo non ha l’Autorizzazione a costruire,
e che per iniziare i lavori dovrebbe riottenere l’Autorizzazione!
e che per iniziare i lavori dovrebbe riottenere l’Autorizzazione!
Ma perchè il TAR è arrivato a questa decisione? Ce lo siamo domandati anche noi e abbiamo cercato di spiegarlo in maniera comprensiva:
1) La Città Metropolitana non aveva il potere di rilasciare l’Autorizzazione Unica in mancanza di uno strumento urbanistico come una variante al piano urbanistico del comune di Sesto Fiorentino o in alternativa un accordo di pianificazione da stipulare sempre con il comune di Sesto Fiorentino.
2) Non sono stati realizzati i “famosi” boschi della piana da parte della Provincia di Firenze (ora diventata Città Metropolitana), come invece era stato stabilito da protocollo di intesa del 2005 tra la Provincia di Firenze e i Comuni interessati. Nello specifico si subordinava la costruzione dell’inceneritore di Firenze, fonte aggiuntiva di emissione inquinanti, alla realizzazione di un parco di 30 ettari per MITIGARE l’inquinamento già presente nella zona a causa delle altre fonti emissive (traffico,riscaldamento, industria). In questi 11 anni non solo la Città Metropolitana non ha rispettato il vincolo e non ha fatto nessuna azione per procedere con la realizzazione del Parco, ma ha fatto completamente sparire questo vincolo/prescrizione dall’Autorizzazione Unica.
Dei diversi motivi da noi sollevati, il TAR ha accolto quello riguardante la mancanza di un accordo con il Comune di Sesto, sulla pianificazione dell’area interessata (che doveva avvenire attraverso una diversa procedura nella quale è prevista anche una nuova valutazione sugli effetti ambientali nell’area VAS), nonché la mancata realizzazione di un’area a bosco di 30 ettari che era stata prevista quale condizione per la realizzazione dell’impianto.
Questo è quello che ha sentenziato e deciso il Tribunale Regionale Amministrativo della Regione Toscana. Le altre letture e interpretazioni che sono state fatte in questi giorni sono mere chiacchiere da bar. Purtroppo queste chiacchiere non le fanno i cittadini qualunque ma gli amministratori pubblici, che invece dovrebbero rispettare le sentenze e accettare, finalmente, la volontà dei propri cittadini e ora anche della giustizia.
Rinnoviamo ancora una volta l’appello ad incontrarsi e ad aprire un canale di dialogo con i cittadini al Sindaco di Firenze e Presidente della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella, al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, all’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni e all’Assessore all’Ambiente di Firenze e Presidente di ATO Toscana Centro Alessia Bettini.
In questi anni non abbiamo mai ricevuto una risposta, ma ci ricordiamo delle frasi di molti politici (tra cui quella dell’Assessore Fratoni) che ammettevano la necessità di un ripensamento davanti alla possibile bocciatura dell’Autorizzazione a costruire davanti al TAR.
La bocciatura è arrivata. Ora che si faccia riparlare la politica con la P maiuscola, e si riapra la discussione. Non possiamo aspettare altri anni: la Regione Toscana ha bisogno di gestire bene i rifiuti e questo può iniziare a farlo subito applicando le alternative, che esistono e funzionano molto bene… anche in molti comuni e province della Toscana!
Le risposte, basate su cavilli e appelli, che la politica sembra voler dare non sono la reazione giusta e corretta. La politica deve rispettare la sentenza.
Concludiamo poi sottolineando che questo risultato è arrivato grazie al ricorso presentato dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste, a cui si è agganciata la nuova amministrazione del Comune di Sesto Fiorentino. Successivamente anche il Comune di Campi Bisenzio ha fatto ricorso sul motivo della mancata realizzazione del Bosco della Piana. E’ importante quindi dare e riconoscere il merito a tutti gli attori e autori di questa battaglia.
E continueremo, davanti al Consiglio di Stato chiederemo l’accoglimento di tutti i motivi che il TAR ha ritenuto di respingere. Infatti quello che appare complessivamente dalla lettura della sentenza è che il TAR della Toscana non abbia voluto confrontarsi fino in fondo sulle gravi contestazioni sollevate nel ricorso contro la VIA che, se accolte anche in parte, avrebbero portato all’azzeramento dell’intero progetto.
Noi cittadini siamo stati obbligati, davanti al silenzio della politica, a rimboccarci le maniche, studiare la legge e gli atti, trovare degli avvocati per supportare l’azione delle associazioni ambientaliste, raccogliere i soldi per le spese e procedere al ricorso. Siamo contenti che alcune amministrazioni abbiamo fatto altrettanto. Ora chiediamo che la politica faccia il suo mestiere: difendere la salute e l’interesse dei cittadini.
Per chi volesse approfondire qui si può trovare le sentenza: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=PU2NFQXJAUZPPKVYLDXDCIZLC4&q=
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