In una conferenza stampa quasi drammatica, i consiglieri comunali Roberto Barone, Lucio Bianchi, Gianni Mori e Marco Tulli (insieme a Daniele Farsetti nella interrogazione), hanno reso noto di aver ricevuto, da fonte non dichiarata, i verbali e gli atti del processo(procedimento n.4061/08 della Procura presso il Tribunale di Lucca)conclusosi con la condanna dei tecnici dell’inceneritore di Falascaia.
Ciò che ha lasciato esterrefatti, sia i consiglieri che i presenti, è la lettura dei verbali e delle testimonianze rese durante il processo. Uno stralcio di quanto dichiarato dal capo laboratorio e Responsabile Ambiente, sia nel novembre del 2005 che nell’ottobre del 2008, così come risulta dagli atti del processo, lascia senza parole. Appena preso servizio nel gennaio 2002, presso lo stabilimento di Falascaia, il responsabile dello stabilimento gli aveva chiaramente detto che esisteva una MODIFICA al sistema di monitoraggio Emissioni, portata con sé come esperienza da un analogo impianto, il termovalorizzatore dell’AISA di Arezzo e messo in atto da XXXXXX, mediante i quali potevano essere modificati (riducendoli del 90% circa) i dati delle emissioni misurate al camino, attivabile dai capiturno, mediante una maschera software e tramite la password BOSS. Tutto il sistema di taroccamento era stato preparato ed elaborato ad Arezzo.
Non si tratta di voci, di parole, di supposizioni, ma degli atti di un processo che si è concluso con le condanne di tutti gli imputati con sentenza passata in giudicato.
Ad Arezzo cosa veramente strana, nessuno era al corrente di quanto stava accadendo a Lucca, come nessuna sapeva delle dichiarazioni rilasciate di fronte al giudice. Ciò che lascia stupiti, ma potremmo non essere al corrente di quanto nel frattempo intervenuto, è perché il tribunale di Lucca non abbia trasmesso alla procura competente le dichiarazione dei testi e degli indagati, e se lo ha fatto, c’è da chiedersi cosa sia accaduto al fascicolo.
Non è difficile immaginare che il software relativo al taroccamento delle rilevazioni, sia stato fatto sparire opportunamente dal sistema di monitoraggio, escludendo così ogni possibile prova della manomissione dei dati degli inquinanti all’inceneritore di San Zeno. I consiglieri che hanno presentato la documentazione, hanno al contempo predisposto e presentato un esposto alla Procura della Repubblica, così come il sindaco, che intervenuto in Consiglio Comunale, ha dichiarato che avrebbe fatto altrettanto. Ma ormai sarà stato tutto cancellato.
Restano le parole, scritte come sulla pietra sui verbali di un processo… a farci meditare!
Interrogazione urgente di Sinistra per Arezzo, IdV, Sel e M5S in merito al processo d’incenerimento di rifiuti solidi urbani ed assimilati agli urbani.
L’interrogazione presentata ieri in aula nasce da un atto giudiziario ricevuto per posta e in forma anonima. Si tratta della sentenza del Tribunale di Lucca del 12/04/2011 con la quale – come ricordano i Consiglieri nell’interrogazione (riproposta integralmente nella nota allegata) – sono state comminate diverse condanne per dolosa alterazione di dati delle emissioni inquinanti in uscita dall’impianto d’incenerimento di Falascaia (Lucca).
La sentenza di condanna definitiva, del 12/4/2011, di funzionari operanti nell’impianto d’incenerimento di Falascaia (Lucca), per grave alterazione dei dati di emissione, pone delle riflessioni nei confronti dell’impianto di San Zeno. Infatti, alcune dichiarazioni (riportate integralmente nell’interrogazione) riferiscono di modifiche del SME (Sistema Monitoraggio Emissioni) attuato a Falascaia, “portato con sé dall’impianto di termovalorizzazione dell’AISA di Arezzo”.
Dopo aver ricostruito la vicenda giudiziaria e dopo aver ribadito che il procedimento penale è stato consegnato alla Procura della Repubblica, i Consiglieri affermano: “non vogliamo fare allarmismi né, tantomeno, creare un parallelismo tra l’inceneritore di Arezzo e quello di Falascaia; abbiamo bisogno di ricevere risposte puntuali alle domande poste nell’interrogazione. Tra queste, abbiamo anche chiesto al Sindaco se presso l’impianto di San Zeno è installato un rivelatore di radioattività, se esistono campionatori automatici delle diossine e dei furani e se avviene la misurazione in continuo della concentrazione di mercurio. Purtroppo, la reazione del sindaco in aula non è stata di quelle che ci saremmo dovuto attendere. Pur essendo il primo responsabile della tutela della salute dei cittadini, non è stato in grado di fornire alcun chiarimento, né rassicurazione, andandosi a preoccupare invece della mancata citazione da parte nostra dei nomi inseriti nel verbale della procura! Ma, quello che è più grave, ci ha contestato il fatto che non avremmo dovuto parlarne in aula, ma che avremmo dovuto parlarne con lui in privato. Riteniamo inoltre che sia molto importante che l’Amministrazione intervenga presso il soggetto capofila del progetto Europeo LIFE + al fine di un pieno, effettivo e sostanziale coinvolgimento tecnico/scientifico del dr. Saverio Caini ( epidemiologo scelto dai Cittadini come esperto di parte) comprensivo anche di un minimo riconoscimento economico”.
La conclusione è tutta politica: i Consiglieri rimarcano che la “vicenda Falascaia” contribuisce a smontare la teoria che queste strutture, gli inceneritori appunto, possano essere effettivamente “facilmente sotto controllo”, garantendo i Cittadini in ogni circostanza.
Interrogazione
- L'Amministrazione è a conoscenza del Procedimento Penale di cui trattasi, all'interno del quale - in via del tutto incidentale - viene effettuato un “collegamento” con l'impianto d'incenerimento AISA di Arezzo?
- L'amministrazione è a conoscenza o può verificare se tecnici (ingegneri o altri) nel passato sono transitati prima da AISA e poi occupati a Falascaia?
- Quali sono le apparecchiature utilizzate – attualmente, nonché in passato e fino a quale data – da AISA per il sistema S.M.E.?
- L'Amministrazione è in possesso o può reperire – esibendoli ai consiglieri – i fogli excel validati da ARPAT relativi ai dati semiorari monitorati dal Sistema di Monitoraggio in continuo alle Emissioni inerenti la linea d'incenerimento di San Zeno, a far data dal 2002?
- L'Amministrazione è a conoscenza della mancata installazione e per quale motivo, da parte di AISA, di un rilevatore della radioattività eventualmente presente tra i rifiuti in ingresso all'impianto (prescritto dalla Delibera della GRT n. 272 del 2008)?
- L'Amministrazione è a conoscenza del mancato utilizzo e per quale motivo, da parte di AISA, dei campionatori automatici delle diossine e dei furani (prescritti dalla Delibera della GRT n. 272 del 2008 )?
- L'Amministrazione è a conoscenza della mancata adozione e per quale motivo, da parte di AISA, di uno strumento per la misurazione in continuo della concentrazione di mercurio nei gas di combustione al camino?
- L'Amministrazione non ritiene opportuno – vista la sua adesione al LIFE + - intervenire presso il soggetto capofila del progetto europeo, al fine di un pieno, effettivo e sostanziale coinvolgimento tecnico/scientifico del Dr. Saverio Caini, comprensivo anche di un minimo riconoscimento economico?
Fanfani: “passerò le carte alla Procura”
“Gli accertamenti sono necessari ma sarebbe stato più opportuno farli prima di lanciare l’allarme”
Se quanto affermato nell’interrogazione si rivelasse corrispondente al vero, saremmo di fronte ad un fatto estremamente grave. E oggi stesso informerò la Procura della Repubblica delle notizie rese note nel corso della seduta del Consiglio comunale. La gravità delle ipotesi è tale che, forse, sarebbe stata necessaria una verifica preliminare a San Zeno. Sulla base di quanto è stato esposto in aula, nessun aretino è tra gli imputati nel processo di Lucca e il collegamento sarebbe rappresentato da alcuni tecnici che avrebbe operato in entrambi gli impianti. Forse non è molto per stabilire un’equazione nei metodi di gestione dei due impianti. Sarà fatta, comunque, ogni verifica nell’interesse prioritario ed assoluto della salute dei cittadini”.
FONTE: http://www.informarezzo.com/permalink/17163.html