VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE

L' Associazione Valdisieve persegue le finalità di tutelare l'ambiente, il paesaggio, la salute, i beni culturali, il corretto assetto urbanistico, la qualità della vita e la preservazione dei luoghi da ogni forma d'inquinamento, nell'ambito territoriale dei comuni della Valdisieve e limitrofi.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

CALENDARIO

Visualizzazione post con etichetta appalti truccati-pilotati. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta appalti truccati-pilotati. Mostra tutti i post

giovedì 6 aprile 2017

ANAS Toscana, 19 indagati tra funzionari e imprenditori

mazzeo, anas, anas toscana
Antonio Mazzeo, capo Compartimento di Anas Toscana

 - di 

Nella giornata di mercoledì, la procura di Firenze ha fatto eseguire perquisizioni a carico di indagati tra funzionari dell’Anas Toscana e imprenditori (per lo più del Grossetano). Con l’accusa di corruzione negli appalti per le opere stradali e abuso di ufficio gli indagati, in tutto, sono 19.

I pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini  stanno portando avanti un’indagine (operazione “Strade dell’oro“) iniziata nel 2012 dai magistrati di Grosseto e poi passata, nel 2016, a quelli di Firenze. I fatti contestati riguardano il 2012-2013. Secondo gli inquirenti i funzionari ANAS avrebbero certificato l’urgenza – inesistente – di taluni lavori (asfaltature, ripavimentazioni del manto stradale, manutenzioni straordinarie) per l’ assegnazione in affidamento diretto, quindi senza bando, a ditte “amiche”.
Tra i funzionari coinvolti ANAS troviamo (di nuovo!) il già Capo compartimento della Toscana Antonio Mazzeo >>leggi qui<< e il funzionario Nicola CenciMazzeo è una vecchia conoscenza degli inquirenti toscani: nell’ottobre del 2015 al primo (già arrestato per corruzione) furono sequestrati una sessantina di quadri, fra cui alcune opere di Mario Schifano, nella sua villa pugliese di Grumo Appula, Bari.
Gli appalti su cui si indaga sono: uno da 200 mila euro, “di somma urgenza”, per opere sulla strada Tosco-Romagnola; uno in provincia di Prato, importo del lavoro a base d’asta, 3.258.622 euro; e uno in provincia di Massa Carrara, per la manutenzione straordinaria di una strada (499.900 euro, l’importo del lavoro a base d’asta).
Il procuratore Giuseppe Creazzo ha parlato di un “collaudato sistema di corruzione“, di un “sistema che ha comportato danni per la collettività per molte decine di migliaia di euro”. “Venivano date mazzette corrispondenti al 5% dell’importo dei lavori, cioè decine di appalti nella rete stradale della Toscana“. La Procura di Firenze ha analizzato le procedure di aggiudicazione degli appalti dell’ANAS Toscana e ha concluso che queste avvenivano “sfruttando, nella maggior parte dei casi, lo stato di emergenza e di necessità causato da calamità naturali“.
Secondo quanto ricostruito dalla procura, l’imprenditore Francesco Mele finito ai domiciliari “agiva, per sua stessa ammissione, fornendo il “pacchetto completo”  – ha spiegato il procuratore Creazzo – Faceva pure i sopralluoghi. Negli uffici dell’Anas era di casa: arrivava a predisporre anche le documentazioni, bando e altro“.

Corruzione nei lavori dell'Anas: 19 indagati in Toscana

Nei guai 2 funzionari del compartimento Anas di Firenze, 2 ex funzionari dello stesso ente adesso in pensione e quindici imprenditori. La maggior parte sono della provincia di Grosseto
FIRENZE. La procura di Firenze ha fatto eseguire nelle ultime 24 ore perquisizioni a carico di indagati tra funzionari dell'Anas e imprenditori del settore lavori stradali nell'ambito di una inchiesta che ipotizza frodi in appalto e che vede 19 indagati per corruzione e abuso di ufficio nel Grossetano e a Firenze. Sono indagati 2 funzionari del compartimento Anas di Firenze, 2 ex funzionari dello stesso ente adesso in pensione e quindici imprenditori.
Secondo quanto appreso i reati ipotizzati sono costituiti da numerose condotte per corruzione e abuso d'ufficio, risalente ad un periodo che va dal 2012 al 2013. In base a quanto emerge questa nuova inchiesta riproporrebbe gli stessi metodi illeciti che nel recente passato la procura di Firenze aveva accertato nell'inchiesta denominata "Strade dell'oro". La maggior parte degli imprenditori indagati in questa nuova indagine, sono della provincia di Grosseto, dove la locale procura aveva avviato già nel 2012 questo procedimento e poi l'ha trasmesso nel 2016 per competenza ai colleghi di Firenze. 

LEGGI ANCHE:

Inchiesta su Anas Toscana

Inchiesta sui vertici di Anas Toscana, 4 arresti

Chi sono i quattro arrestati (ai domiciliari). Altre 24 persone indagate, tra pubblici funzionari, imprenditori e professionisti. Nel mirino della procura di Firenze gli appalti di alcune opere stradali


Lavori stradali da fare "in urgenza", mentre non ce ne sarebbe stato bisogno. Affidamenti diretti di appalti a ditte del settore quando invece si sarebbe dovuto seguire la normale procedura prevista per le gare. Beni di lusso (tipo orologi) o di consumo come scambio, utilità, controprestazione per il presunto illecito. Così gli investigatori della Guardia di finanza stanno accertando possibili reati di corruzione e abuso di ufficio in una inchiesta della procura di Firenze su lavori Anas in Toscana con 19 indagati, che sarebbero tutti nuovi rispetto a un filone che scattò nel 2015 decapitando il Compartimento di Firenze.
Nelle ultime 24 ore sono state eseguite perquisizioni a Firenze e nel Grossetano. Dei 19 perquisiti, tre sono funzionari Anas ancora attivi, un quarto un funzionario già in pensione: sono tutti del Compartimento di Firenze. In più il nucleo di polizia tributaria della Gdf ha perquisito anche un gruppo di imprenditori del settore, 15, a cui vanno aggiunti altri tre indagati che sarebbero vecchie conoscenze dell'altra inchiesta.
I pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini hanno dato così il via al nuovo round portando avanti un'indagine iniziata dai magistrati di Grosseto nel 2012 e poi passata per competenza ai colleghi di Firenze nel 2016. I fatti risalgono al periodo 2012-2013. Secondo l'ipotesi investigativa i funzionari Anas avrebbe certificato l'urgenza, anche se non c'era, di lavori per poter giustificare l' assegnazione in affidamento diretto a ditte conosciute. Sono appalti di bassa pezzatura, del valore di decine di migliaia di euro ciascuno. Ma numerosi. E proprio i documenti sequestrati nelle perquisizioni fatte in abitazioni private, uffici e ditte diranno quanto. Si tratta di lavori affidati d'urgenza per asfaltature, ripavimentazioni del manto stradale, manutenzioni straordinarie a ponti, viadotti, opere stradali varie. Sopratutto nella zona di Grosseto e della Maremma.
Al momento, comunque, non risultano scambi di mazzette, di denaro, contanti, ma gli inquirenti cercano di capire che regali giravano; ci sarebbero indizi in questo senso. Sequestrate anche lunghe sfilze di posta elettronica, tutto materiale da leggere. Ora, per gli investigatori comincia un lungo lavoro di esame dei documenti. Oltre a Firenze, perquisizioni anche nelle province di Perugia, Arezzo e Livorno.
5 Aprile 2017

giovedì 17 novembre 2016

RIFIUTI, CORRUZIONE: GARA TRUCCATA, SI DIMETTE IL DG ATO TOSCANA SUD (AREZZO, SIENA, GROSSETO)

DOPO L'INTERVENTO DEL SINDACO DI AREZZO

RIFIUTI, CORRUZIONE: GARA TRUCCATA, SI DIMETTE IL DG ATO TOSCANA SUD (AREZZO, SIENA, GROSSETO)

DI REDAZIONE -  - CRONACAECONOMIAPOLITICA
Stampa Stampa
rifiuti-discaricaAREZZO – Si è dimesso dall’incarico Andrea Corti, direttore generale dell’Ato Toscana Sud, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulla gara da 3,5 miliardi per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. 
Lo ha reso noto il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli che, in qualità di presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ato Toscana Sud, aveva ieri sera inviato a Corti una lettera nella quale, in base al mandato dell’assemblea, ha chiesto al direttore generale la disponibilità a rassegnare le dimissioni comunicandogli anche che, in caso contrario, la stessa assemblea aveva prospettato la possibilità della revoca della carica. 
Stamani, ha detto Ghinelli, la risposta di Corti che ha rassegnato le dimissioni.

giovedì 10 novembre 2016

IL PORTA A PORTA CHE FA BENE A TE E ALL'AMBIENTE!

Riportiamo sotto un articolo di ROBERTO BAROCCI DEL FORUM AMBIENTALISTA DI GROSSETO riguardo le vicende degli utlimi arresti per la gara d'appalto TRUCCATA per il gestore unico dei rifiuti in ATO SUD.
Le sue riflessioni fanno emergere un quadro di politiche di gestione dei rifiuti che in effetti non pensa alla cosa migliore per i cittadini in termini sia di costi che di salute (se si pensa che in genere gli impianti più "gettonati" sono quasi sempre - chissà perchè- inceneritori e che quindi con le loro emissioni vanno a peggiorare certamente i livelli degli inquinanti nelle aree di ricaduta), ma pare che il loro pensiero possa essere effettivamente quello di compiacere qualcuno (o qualche ditta).
Il connubio inevitabile che ne esce è proprio quello tra di chi possiede gli impianti e chi li gestisce:
da una parte i comuni sede di impianto (che in ATO contano di più) e che possono avvantaggiarsi dei contributi annuali del disagio ambientale (o compensazioni); dall'altra le aziende che gestiscono gli impianti e che in genere, avendo al loro interno anche un privato, da questi impianti traggono dei profitti (che poi questi ricadano sulle spalle dei cittadini, a quanto pare, poco importa) .....e senza "carburante" da bruciare, gli inceneritori non servirebbero!

Interessante anche il fatto che fare una RACCOLTA DIFFERENZIATA con percentuali molto alte, possa in qualche modo danneggiare sia gli uni che gli altri per ovvi motivi: si toglierebbe di fatto il materiale da bruciare o da gettare in discarica!
Invece, lo ribadiamo, un' alta percentuale di RD, a cui si arriva facilmente soprattutto con il metodo di raccolta PORTA A PORTA, che ha la peculiarità anche di portare livelli di QUALITA' molto alta rispetto alle frazioni estranee (si veda per esempio il problema su Pontassieve che ha dovuto recentemente ridurre le bocche delle campane del multimateriale proprio per questo motivo), ridurrebbe sicuramente sia i RIFIUTI RESIDUI da trattare ulteriormente in altri impianti (costi che non sarebbero quindi più dovuti) che quelli eventualmente da depositare in discarica (con ulteriori risparmi visto che i prezzi di conferimento agli impianti sono anche aumentati).

Si veda l'esempio a noi vicino di RUFINA che nel primo trimestre del 2016 raggiunge il 94% di RD (ma ci sono diversi altri comuni anche nelle province di Firenze-Prato-Pistoia sia serviti da Quadrifoglio che da Publiambiente).
A Rufina infatti è attivo su tutto il territorio il metodo di raccolta Porta a Porta (e da quest'anno si è passati anche alla tariffa puntuale, come a Londa). 

IL PORTA A PORTA CHE FA BENE A TE E ALL'AMBIENTE!

----------------------------------------------

Da anni denunciavamo gli "inspiegabili errori", commessi dai livelli tecnici e professionali, che per l'ATO SUD toscano (provincie di GR,SI,AR) assecondavano le scelte politiche del PD toscano in tema di rifiuti e che hanno portato la Raccolta Differenziata a Grosseto al 30%...: arrestati.

Salute,
Roberto Barocci,
Forum Ambientalista Grosseto



mercoledì 9 novembre 2016

TOSCANA, TRUCCATA MAXI GARA DEI RIFIUTI: 3,5 MILIARDI DI EURO

Quattro misure cautelari, ecco i nomi. Sei indagati. Gestivano la spazzatura nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. L'operazione della guardia di finanza
Truccata una maxi gara da 3,5 miliardi di euro, negli appalti per la raccolta, la gestione e lo smaltimento per vent'anni dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Coinvolti un ingegnere, un avvocato, un commercialista e altri professionisti. 
Sono queste le accuse nell'inchiesta coordinata dalla procura di Firenze ed eseguita dalla guardia di finanza. Quattro misure cautelari e sei persone indagate. I reati contestati vanno dalla turbativa d'asta, alla corruzione e in un caso anche alla concussione per induzione. 
Agli arresti domiciliari è finito il direttore dell'Ato Toscana Sud Andrea Corti, 50 anni, mentre sono stati interdetti dalla professione l'avvocato Valerio Menaldi accusato di aver predisposto il bando di gara in conflitto di interessi: il suo studio, secondo le accuse era collegato con lo studio di commercialisti del Progetto Sei consulenti del raggruppamento imprese che si aggiudica l'appalto. Interdetto anche il commercialista Eros Organni diventato amministratore delegato di Sei Toscana, la società che si aggiudica l'appalto. Il quarto professionista finito dei guai è Marco Buzzichelli, ad di Siena Ambiente capofila di Sei Toscana.

"La spregiudicatezza" del direttore dell'Ato dei rifiuti Toscana sud "Andrea Corti nella gestione della cosa pubblica e la sua 'fame' di denaro appare, per certi aspetti, imbarazzante". Lo scrive il gip Matteo Zanobini disponendo gli arresti domiciliari per il principale indagato dell'inchiesta. La procura aveva chiesto il carcere ma il gip ritiene sufficienti gli arresti domiciliari accompagnati "da divieto assoluto di incontri e colloquio" con soggetti diversi dai familiari.

I provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria di Firenze scaturiscono da un'indagine, iniziata nel 2014 dai militari del nucleo di polizia tributaria e coordinata dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo e dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio, mirata a verificare la correttezza delle procedure per l'aggiudicazione di una gara d'appalto relativa all'assegnazione del servizio per la gestione integrata dei rifiuti urbani nelle Province di Arezzo, Siena e Grosseto a favore di un Raggruppamento Temporaneo d'Impresa (R.T.I.) per l'importo di oltre 170 milioni di euro all'anno ed avente una durata ventennale. Più nel dettaglio, sulla base di un approfondito esame degli atti di gara nonché di copiosa documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso delle indagini dalle Fiamme Gialle, è emerso che i soggetti indagati avevano concordato preliminarmente - nonostante rivestissero ruoli distinti ed incompatibili - le modalità di dettaglio della procedura (addirittura le domande da rivolgere ai potenziali concorrentinonché la stessa materiale redazione di alcuni documenti, strutturando di fatto "su misura" il bando di gara così da favorire la società appaltante. Tra l'altro, con la chiara finalità di scoraggiare eventuali ulteriori concorrenti alla partecipazione della gara per la gestione dei rifiuti urbani, gli indagati avevano inserito nel bando stesso talune clausole che risultavano particolarmente vessatorie per ogni altra impresa che avesse voluto partecipare alla gara.

"I guadagni illeciti emersi all'esito delle indagini di cui ha beneficiato il direttore generale dell'Ato Toscana Sud sono stati quantificati in totale in oltre 380.000 euro, "compenso" che era stato giustificato contabilmente dagli imprenditori che si erano aggiudicati l'appalto facendoli figurare quali costi sostenuti (fittiziamente) per incarichi di prestazione d'opera professionale o per collaborazione e/o consulenza".

Vedi altro post su questo blog, di marzo 2016, in cui il presidente di Sei Toscana, Simone Viti, esprimeva piena fiducia nell'operato della magistratura! Alla faccia!!

Vogliamo ricordare che STA SPA (socio di AER Spa e AER impianti Srl con il 73% delle quote del socio privato Valdisieve SCRL), dovrebbe avere già TRASFERITO detta quota proprio a SEI TOSCANA, facendo entrare la stessa nella compagine societaria di AER che gestisce i rifiuti in Valdisieve essendo in regime di salvaguardia.

E per ricordare di tutti gli intrecci che ci sono tra le società ripubblichiamo uno schema di chi c'è dentro AER.......ora (se è già avvenuto il trasferimento) anche Sei Toscana! 





































PS. Si stava parlando dell'inceneritore di Selvapiana, ovviamente!!

mercoledì 26 ottobre 2016

ECCO A CHE SERVONO LE GRANDI OPERE!!

Grandi Opere, 21 arresti per i lavori della Tav e dell’A3: ‘Cemento che sembra colla’. Coinvolti i figli di Monorchio e Lunardi
La prima indagine è stata condotta dalla Procura di Roma e gli arresti effettuati dai carabinieri; nel secondo caso le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di Finanza. Nel mirino le irregolarità nei subappalti dell’Alta velocità Milano-Genova e della Salerno-Reggio Calabria. Tra gli arrestati figura il figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato. Indagato Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti.
di  | 26 ottobre 2016
Una nuova retata per irregolarità nella gestione degli appalti delle Grandi Opere. Ventuno arresti per corruzione nei lavori della Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. La prima indagine è stata condotta dalla Procura di Roma e gli arresti effettuati dai carabinieri della Capitale; nel secondo caso le ordinanze di custodia cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di Finanza. Il legame tra le due operazioni sono quattro persone e secondo quanto si apprende, la prima nasce da uno stralcio di Mafia Capitale. I pm ipotizzano l’esistenza di un’associazione a delinquere nell’ambito della quale operavano imprenditori e direttori dei lavori, sempre in accordo. Tra gli arrestati figura Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea. Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta indagato.
Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura della Capitale, denominata “Amalgama” le accuse a vario titolo per gli indagati sono di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione: secondo l’accusa il gruppo di persone facente riferimento all’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis e al suo socio Domenico Gallo, dava il via libera ai lavori in cambio di subappalti. Nel secondo caso invece le fiamme gialle hanno emesso le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. L’operazione è stata denominata “Arka di Noè“.
Arrestati presidente di Cociv e il suo vice – Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza di Genova riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC della linea Milano Genova Terzo Valico dei Giovi; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.
Materiali scadenti in opere pubbliche: “Cemento che sembra colla” – In alcuni passaggi delle intercettazioni, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Paolo Ielo, dirigenti e imprenditori sottolineano lascarsa qualità dei materiali utilizzati nella costruzione delle opere pubbliche parlando di “cemento che sembra colla“.
Indagine 1/ Salerno-Reggio Calabria e People Mover Pisa – L’indagine “Amalgama” è stata condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Roma e, secondo l’agenzia Ansa, è nata da uno stralcio di Mafia Capitale. Secondo l’accusa, l’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del 6° macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria (la cui apertura ufficiale è prevista per il 22 dicembre prossimo) e del ‘People Mover’ di Pisa, ha “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e all’imprenditore calabrese Domenico Gallo, suo socio di fatto. Inoltre, scrive chi indaga, “è stata accertata l’esistenza di rapporti corruttiviintrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei general contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche”. Gallo era il “socio di fatto” di De Michelis e per costruire le strade sulle quali aveva vinto gli appalti si avvaleva tra l’altro del contributo di altre 9 persone, tra le quali alcuni funzionari del consorzio Cociv (Consorzio collegamenti integrali veloci) incaricato anche della costruzione del Terzo valico della Tav.
Indagine 2/ Tav Milano-Genova – La Guardia di Finanza di Genova ha eseguito in contemporanea 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Genova nei confronti di alcuni imprenditori e di dirigenti del consorzio General Contractor. A loro sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. In particolare, dalle indagini è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal consorzio, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa è stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Allo stato sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, in cui sono impegnati i finanzieri di 19 comandi provinciali.
Tangenti non più in denaro, ma in lavori: “Corruzione triangolare” – Si tratta di “un’organizzazione stabile composta da tecnici, imprenditori e professionisti che si sono accordarti per un reciproco scambio di utilità ai danni dei contribuenti”, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Michele Prestipino. Per gli inquirenti si tratta una “corruzione triangolare” in cui lavori e utilità venivano orientati a società terze riconducibili ad arrestati. “C’è una trasformazione della tangente da denaro ad assegnazione dei lavori”, ha sottolineato il procuratore aggiunto Ielo .
Anche serate con le escort per ottenere appalti – Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.