Ad Acerra presentata
dall’Associazione “Diritto al Futuro” la vertenza che vede convenuti dinanzi al
Tribunale Civile di Nola l’ENEL Servizio
Elettrico, il GSE, l’Autorità per l’Energia
Elettrica ed il Gas e la Cassa Conguaglio Settore Elettrico.
COMUNICATO STAMPA
Presso la Casa dell’Umana
Accoglienza di Acerra oggi è stata presentata la vertenza promossa contro la
“truffa” rappresentata dal Cip 6 e dai provvedimenti nazionali che, in
violazione delle normative comunitarie,
hanno di fatto incentivato gli impianti di incenerimento dei rifiuti e sottratto fondi alle vere energie
rinnovabili.
Grazie alle migliaia di adesioni alla campagna
avviata dal 2009 su tutto il territorio
nazionale, il 5 luglio a Nola e il
giorno successivo a Torino, si terranno le prime udienze relative alla vertenza
che vede convenuti l’ENEL Servizio Elettrico,
il GSE, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas e la Cassa
Conguaglio Settore Elettrico per la restituzione delle somme indebitamente
corrisposte dagli utenti del servizio elettrico attraverso la componente A3
della bolletta.
Presenti Rossano Ercolini,
Presidente dell’Associazione“Diritto al Futuro”, Bruno Ghigi, tesoriere, e l’avv. Tommaso Esposito tra i componenti del
collegio di avvocati che patrocinano la causa.
“Abbiamo mantenuto l’impegno
assunto con i tanti cittadini che ci hanno creduto e sostenuto – esordisce il Presidente Ercolini – e non a
caso siamo ad Acerra a testimoniarlo. Questa città ha dato molto alle ragioni
della lotta contro l’incenerimento dei rifiuti e per la diffusione della
strategia “Rifiuti Zero”. Non potevamo che partire da Acerra, dove ad aderire
sono stati in tanti e dove, contro la volontà dei cittadini, si è imposto un
impianto di dimensioni gigantesche la cui realizzazione è di fatto la vera
ragione dell’emergenza rifiuti in Campania, il vero affare sotteso ad un Piano
di smaltimento dei rifiuti che mostrava le sue falle fin dalla sua adozione; l’affare
rappresentato dai contributi per la produzione di energia elettrica di cui
beneficia, come per la quasi totalità
degli inceneritori in esercizio in Italia, pur non rappresentando la
combustione dei rifiuti una fonte di energia rinnovabile.”
“Dopo innumerevoli momenti di
iniziativa e di raccolta di adesioni in tante piazze d’Italia, ce l’abbiamo
fatta! Siamo arrivati davanti al Giudice, a Nola e di Torino, con due distinte
vertenze, perché sia smascherato l’imbroglio, tutto italiano, di favorire la
lobbie inceneritorista. Essere qui ad annunciarlo è già un successo, non era
affatto scontato” - continua Rossano Ercolini- “testimonia il coraggio dei
cittadini che non si arrendono, la possibilità
che persone comuni si rivolgano
alla giustizia civile per riavere quanto ingiustamente pagato, che negli anni
ha raggiunto la cifra di oltre 50 miliardi
di Euro e destinato a crescere di circa 5 miliardi l’anno e che chiama in giudizio, a rendere conto di quello che si è fatto per
anni in violazione delle normative europee, giganti economici e autorità
statali
“Si vedrà se avremo ragione di fronte alla legge. Una cosa è certa – aggiunge Bruno Ghigi – noi
con i nostri legali ce la stiamo mettendo tutta. Anche l’inceneritore di Acerra
può essere chiuso e in futuro non
escludiamo di intraprendere altre vertenze.
A prendere la parola è stato poi l’avv.
Tommaso Esposito che ha illustrato i contenuti della vertenza.
“A promuovere il giudizio a Nola
sono oltre trenta titolari di contratto con Enel Servizio Elettrico S.p.A. che
rivendicano il diritto alla restituzione delle somme già indebitamente corrisposte
per il passato e quello a non
corrispondere più alcunché per il futuro relativamente a una quota della
componente tariffaria A3 perché in contrasto con il diritto comunitario.”
In particolare quelle somme
riguardanti il sovrapprezzo per oneri di incentivazione della produzione di
energia secondo quanto previsto dal provvedimento cosiddetto cip 6 con riguardo
alla produzione da fonti “assimilate” alle fonti rinnovabili nonché quelle
somme per l’acquisto di energia prodotta da impianti di incenerimento sia per
la parte non biodegradabile che per la parte biodegradabile dei rifiuti e le
somme corrisposte e da corrispondersi per l’incentivazione dell’energia
prodotta dall’impianto di Acerra previste dalle leggi emesse in deroga rispetto
alla normativa vigenti”
“Sosteniamo che il Giudice debba
disapplicare la normativa nazionale che prevede forme di incentivazione
che violano Il Trattato sul funzionamento dell’Unione
Europea e la direttiva 2001/77/CE e dichiarare nulle, invalide e comunque
inefficaci le clausole del contratto
stipulato con Enel Servizio Elettrico S.p.A. nelle parti in cui sono state e
vengono addebitate agli attori dette somme mediante la componente A3 della
bolletta. L’esito lo conosceremo fra qualche anno. Intanto essere riusciti
nell’impresa di proporre una domanda in sede civile credo che sia già un risultato importante che ci incoraggia a
proseguire nell’impegno, conclude l’Avv. Tommaso Esposito.
Per contatti Rossano Ercolini
3382866215
Avv. Tommaso Esposito 3358167020
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