a cura di Gianluigi Ceruti,
con contributi di Leobaldo Traniello,
Roberta Reali,
con la collaborazione di Riccardo Ceruti, fotografie di Roberto Bottari, coordinamento redazionale di Ylenia Visentin, ed. Agorà Factory
Sin
qui, nella contemporaneità, il delta del fiume Po è stato al centro di un
approfondito dibattito culturale, politico e scientifico sulla destinazione di
questo territorio anfibio (la più vasta zona umida italiana) ad area naturale protetta,
sull’esempio della Camargue nella
Francia meridionale alle foci del Rodano e di Coto Doñana in Spagna nel cuore del “Guadalquivir delle stelle” caro a Federico Garcia Lorca: regioni,
entrambe, ricche di un affascinante e opulento turismo culturale e
naturalistico.
E
ancora, Unesco (l’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l'Educazione,
la Scienza e la Cultura) ha ricompreso il Po grande e le sue foci nell’elenco
delle Riserve della Biosfera del Programma
MAB “L’Uomo e la biosfera, Man and the Biosphere” per promuovere un
rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della
biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
Per il fascino del
suo paesaggio selvaggio il delta del maggiore fiume italiano ha sedotto l’immaginazione
creativa di registi cinematografici importanti come Luchino Visconti in Ossessione, Roberto Rossellini
dell’ultimo episodio di Paisà,
Michelangelo Antonioni ne Il Grido e
Mario Soldati ne La donna del fiume
ed altri ancora.
Diversamente, in questo
libro si prospetta un altro volto di questo ambito territoriale mutevole e
ricco di insenature ed è quello della penetrazione e occupazione umana, verso
la fine dell’Età del Bronzo (XIII-XII secolo a.C.) quando, dopo la caduta di
Troia cantata da Omero nell’Iliade,
flussi della “diaspora micenea” -provenienti da Troia, dalle Isole dell’Egeo e
dall’Illiria- si insediarono nei meandri del Delta e nei territori contermini
costruendo, su queste sponde occidentali dell’Alto Adriatico, le loro fortune
mercantili nella lavorazione dell’ambra prelevata nel mar Baltico e della pasta
vitrea, trasferendovi le culture di origine, la loro operosità produttiva, le
loro leggende. Tra queste il mito del fiume Po che narra di Fetonte,
precipitato da Zeus nell’Eridanó-Po, davanti a Crespino, per aver disubbidito
al padre nella guida del carro provocando uno sconvolgimento degli spazi
siderali e dell’orbe terracqueo e cagionando un tale dolore nelle sorelle
Eliadi da trasformare il loro corpo umano in pioppi e le loro lacrime in ambra.
Questo libro -oggettivamente-
contribuisce a riscrivere le antiche origini del Delta Padano e del Polesine
con il supporto storiografico di celebri Autori dell’antichità greca e romana e
contemporanei nonché alla luce delle scoperte archeologiche recenti di
Frattesina di Fratta Polesine (1967, gli scavi sono ripresi il 28 agosto 2023)
e di Campestrin di Grignano Polesine (2008-2011) che confermano la collocazione
in Polesine della cosiddetta “via dell’ambra”.
Nel corso dei secoli
dell’età storica il mito di Fetonte ha ispirato un numero eccezionalmente
elevato di opere artistiche, solo in parte riprodotte nel volume, di autori
insigni da Michelangelo Buonarroti a Pablo Picasso, oggi presenti nei più
celebri musei: dal Louvre di Parigi
alle Gallerie degli Uffizi di
Firenze, dal British Museum di Londra
alle Gallerie dell’Accademia di
Venezia e in altre, del pari importanti, istituzioni.
Nel libro si ricorda
che Dante Alighieri evoca nella Divina
Commedia la favola di Fetonte: nel canto XVII dell’Inferno e nel canto IV del Purgatorio.
Infine, un riferimento
nello stesso volume è riservato anche agli Eneti,
progenitori dei Veneti, che, fuggiti dalla Paflagonia
-regione dell’Asia minore- e
reduci dalla guerra di Troia, migrarono verso le foci del Grande Fiume e nei
pingui pascoli padani allevarono i cavalli con tale abilità da meritare di
essere celebrati nei loro componimenti, riportati nel libro, dai poeti greci
Alcmane e Euripide.
In questo libro, dotato di un ricco apparato bibliografico, sitografico e iconografico nonché di testimonianze di autori antichi e contemporanei, con linguaggio rigoroso ma ampiamente accessibile, sono ripercorse le più recenti scoperte archeologiche e le indagini storiografiche che confermano le intuizioni di insigni drammaturghi e poeti nonché le attestazioni di autorevoli storici e geografi dell’antichità greca e latina: per menzionare solo alcuni importanti Autori, Eschilo, Euripide, Erodoto, Apollonio Rodio, Polibio, Strabone, Tito Livio, Publio Ovidio Nasone, Plinio il Vecchio, Marco Valerio Marziale, Pseudo Aristotele.
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