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LA corruzione?
Un
sistema imbattibile e ineliminabile, secondo Francesco Mele, 37 anni,
imprenditore rampante, titolare della En.Gen.Co, da ieri agli arresti
domiciliari con i vertici dell'Anas Toscana: il direttore
compartimentale Antonio Mazzeo, 50 anni, il direttore amministrativo
Roberto Troccoli, 47 anni, e il capo area Nicola Cenci, 37 anni. Tutti
accusati di corruzione. In una conversazione intercettata il 26
settembre 2014 Mele spiegava all'amico Giovanni Morello, gestore del
ristorante "Il giro di Bacco" di Barberino di Mugello, che da quando
sono stati intensificati i controlli anticorruzione «il costo di
produzione è aumentato del 25-30%»: «Perché la corruzione è rimasta,
anzi è aumentata perché se c'è un controllo del terzo, anche lui deve
mangià».
Non
calcolava, Mele, che qualche controllore non corrotto lo stava
ascoltando. Sulle sue tracce erano da tempo gli investigatori della
Polizia Stradale, del Corpo Forestale e della Polizia Giudiziaria.
L'inchiesta, coordinata dai pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini, ha
scoperchiato «un altro collaudato sistema di corruzione» e «la messa a
disposizione totale, il totale asservimento dei pubblici funzionari agli
interessi del privato», ha detto il procuratore Giuseppe Creazzo.
Secondo le accuse, Mele, che era praticamente di casa nella sede Anas di
viale dei Mille (tant'è che la sorella gli dice «ormai ti daranno il
posto»), suggeriva egli stesso i lavori da appaltare ai dirigenti Anas. I
quali, sempre secondo le accuse, in cambio di tangenti pari al 5%
dell'importo dei lavori, di pranzi, cene e vacanze, gli consentivano di
predisporre i documenti di gara, di turbare gare di appalto, di eseguire
lavori affidati ad altri, di chiedere revisioni in aumento dei prezzi.
In alcuni casi Mele ha ottenuto appalti direttamente o in maniera
occulta sfruttando lo stato di emergenza causato da calamità naturali.
Ha lavorato sulla Tosco-Romagnola ostruita da una frana, sulla statale
325 Val di Bisenzio, sulla statale 62 della Cisa, sulla statale 67 al
Girone, sulla statale 12, sull'Autopalio. Le gare d'appalto sospette
sono molte di più, e oltre i 4 arrestati ci sono 24 indagati. Ieri sono
state eseguite 70 perquisizioni. L'inchiesta prosegue. E c'è timore che
il denaro finito in mazzette sia stato sottratto alla qualità dei
lavori, visto che su molte strade la manutenzione difetta gravemente,
con rischio di incidenti. «Il denaro che potrebbe essere usato per far
bene le opere finisce invece nelle tasche di chi dovrebbe vigilare», è
stato spiegato. Ieri l'Anas ha sostituito i dirigenti arrestati.
DI FRANCA SELVATICI
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