Cinquanta sfumature di Rossi.
Nella
violenta reprimenda pubblica che ieri Enrico Rossi ha riservato al
migliore dei suoi assessori, Anna Marson, si legge che il presidente
della Toscana si adopererà «per trovare le soluzioni più avanzate per
conciliare ambiente e lavoro». Ma Rossi ce l’ha già in mano quella
soluzione: è l’avanzatissimo Piano Paesaggistico Regionale, proprio
quello che il suo Partito sembra deciso a far inabissare
definitivamente.
Perché
è importante chiarire un punto. Non siamo di fronte a uno scontro tra
ambientalisti radicali e uomini di governo, o tra tecnici e politici:
siamo di fronte allo scontro tra una politica che crede in uno sviluppo
sostenibile, e una politica che vuole perpetuare in eterno
l’insostenibile stato delle cose.
Come ha scritto lo stesso Enrico Rossi (nel suo Viaggio in Toscana),
«il Piano offre una cornice di regole certe, finalizzate a mantenere il
valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui esso è
continuamente oggetto». È verissimo: il Piano non avrebbe l’effetto di
imbalsamare il paesaggio toscano, ma darebbe finalmente gli strumenti
per governarne la trasformazione in modo responsabile. La sua
approvazione sarebbe la vittoria di chi crede che il paesaggio non si
salva con i vincoli, cioè con le (pur necessarie) proibizioni delle
soprintendenze, ma con la capacità di immaginare un futuro condiviso.
Sarebbe il successo di una democrazia matura: il Ministero per i Beni
culturali ha accettato di rinunciare a una serie di vincoli perché
convinto della qualità del Piano.
Ma
ora tutto questo rischia di saltare, perché il pacchetto di emendamenti
presentato dal Pd svuota il Piano al punto tale da renderlo inerte.
Basterebbe questo comma: «le criticità contenute nelle schede di ambito
costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti
territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli
strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica». Se il Piano non
è vincolante, se i comuni non sono tenuti ad osservarlo: ebbene, quello
non è più un piano, ma un auspicio. E il Mibact non lo firmerebbe.
Insomma, il Piano morirebbe prima di nascere.
La
cosa veramente inquietante è che negli emendamenti di Forza Italia
troviamo non solo la stessa volontà, ma le stesse identiche parole
presentate dal Pd: «le criticità contenute nelle schede di ambito
costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti
territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli
strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica». Siete capaci di
trovare una sola virgola diversa dal testo del Pd?
E
non è la sola convergenza letterale. Quando si parla dell’enorme
problema della distruzione delle Apuane, Pd e Forza Italia piantano gli
stessi paletti, con le stesse parole: «salvaguardando, comunque, le cave
esistenti e il loro futuro sviluppo». E si potrebbe continuare a lungo,
purtroppo. Siamo evidentemente di fronte al tentativo di imporre a
Rossi uno Sblocca Toscana, perfettamente allineato a quell’asse
Renzi-Lupi che ha partorito lo Sblocca Italia, che è un triplo salto
mortale nel passato, con il ritorno ad un consumo di suolo senza freni, e
ad un totale asservimento dell’interesse pubblico agli interessi
privati di lobbiesindustriali, edili ed estrattive.
Se
i toscani fossero chiamati a un referendum, il Piano Marson passerebbe
con l’80% dei voti. Mentre rischia di cadere in un Consiglio regionale
in cui il peggio del vecchio regime e il peggio del renzismo sono ormai
indistinguibili. Se giovedì prossimo il Piano cadesse davvero, il finale
di queste interminabili ‘cinquanta sfumature di Rossi’ sarebbe un
monocolore senza sfumature. Grigio: come il cemento.
Tomaso Montanari
Professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Napoli ‘Federico II’
Professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Napoli ‘Federico II’
da La Repubblica, 22 febbraio 2015
Tra Pd e assessore accuse reciproche sul Piano paesaggio. Quel monocolore grigio come il cemento.
(foto Cristiana Verazza, E.R., S.D., archivio GrIG)
Nessun commento:
Posta un commento