Scatta l’indagine sulle ceneri sepolte
Termovalorizzatore di Montale, analisi sul sottosuolo e sulle acque per stabilire se c’è un rischio ambientaledi Beatrice Faragli
PISTOIA.
Sulle ceneri sotterrate nell’area dell’inceneritore di Montale, scatta
l’indagine per stabilire se gli scarti abbiano causato un danno e una
contaminazione ambientale.
Le
analisi sul sottosuolo e sulle acque, cominceranno nelle prossime
settimane. Il costo dell’operazione, sostenuto da Cis spa, di proprietà
dei tre Comuni della Piana, ammonta a 70.000 euro. La legge infatti
prevede che sia il responsabile del presunto inquinamento a coprire le
spese dei campionamenti e dell’eventuale bonifica.
«Il piano di intervento è stato approvato dalla conferenza dei servizi il 7 gennaio scorso – spiega il presidente Cis, Edoardo Franceschi –
Dal preavviso inviato ad Asl e Arpat sull’inizio dei lavori, devono
passare quindici giorni. Prima della fine di febbraio quindi,
cominceremo l’indagine per stabilire se ci sia o meno un rischio
ambientale».
Qualora
dalle analisi dovesse emergere una concentrazione di contaminanti
superiore ai limiti di legge, l’area dovrà essere bonificata. La fase
uno dello studio, concordata al tavolo del 23 gennaio 2013 tra Comuni di
Quarrata, Agliana e Montale, Provincia ed enti di controllo, è affidata
a un team di professionisti, composto da un ingegnere, un geologo e un
chimico individuati per competenze e in base ai preventivi passati al
vaglio del Cis, senza alcun bando.
«Entro sei mesi (a partire dal 17 gennaio scorso, ndr) ci saranno i risultati delle analisi».
Gli
scarti da incenerimento sono stati sepolti a Stazione tra il ’78 e
l’85. Una discarica autorizzata. All’epoca infatti, la normativa
concedeva una simile pratica. Nel 2008, con i lavori di ristrutturazione
dell’impianto, quelle ceneri tornarono alla luce.
Secondo quanto riportato due anni fa dall’allora assessore all’ambiente del Comune di Montale, Lisa Taiti,
il 6 agosto 2013 Arpat (l’agenzia regionale per la protezione
ambientale) scrisse alla Provincia che era impossibile sapere se i
lavori di ristrutturazione avessero o meno compromesso la stabilità
della preesistente discarica, poiché di quei lavori non fu data
opportuna comunicazione né ad Arpat né a qualsiasi altro ente di
controllo.
La
vicenda divenne di dominio pubblico, suscitando la preoccupazione di
molti cittadini, in seguito all’esposto del Comitato per la chiusura
dell’inceneritore inviato in Provincia il 10 aprile 2013. Da piazza San
Leone, a quel punto, interpellarono l’Arpat. Del caso, nell’estate dello
stesso anno, si occupò ancheRoberta Angelilli,
all’epoca vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente Pdl, che
sulla vicenda ceneri presentò un’interrogazione parlamentare
annunciando, a giugno, l’inizio di un’indagine da parte della
commissione Ue.
Nel
giro di pochi mesi, i Comuni proprietari dell’impianto e la Provincia,
insieme a Asl e Arpat, decisero di procedere con il monitoraggio che
oggi, a distanza di oltre un anno, può finalmente partire.
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