Al Presidente
del Consiglio
Regionale della Toscana
Via Cavour, 2
50129 Firenze
OGGETTO: Osservazione al
“Piano di Indirizzo Territoriale (PIT)” con valenza di Piano Paesaggistico. (Adottato con DCR n° 58 del
2 luglio 2014).
Mariarita
Signorini, in qualità di vice Presidente
della sezione di Firenze di Italia Nostra e Consigliere nazionale e Fulvio Batacchi, Presidente della sezione
Italia Nostra di Prato pongono
all'attenzione sua e del Consiglio da lei presieduto le seguenti Osservazioni e
proposte di modifica al “Piano di Indirizzo Territoriale” con valenza di Piano
Paesaggistico adottato con DCR n° 58 del 2 luglio 2014.
Firenze,
3 ottobre 2014
Osservazioni
al P.I.T.
Ambito
Piana FI-PO-PT N°6 Invarianti strutturali n°3
Partendo
dalla descrizione qui sotto riportata che nel PIT si fa di questo ambito, si comprende subito quanta importanza abbia
avuto nel corso della storia il reticolo idraulico dell’area in oggetto e di
quanto tempo sia occorso per riuscire a trovare un equilibrio positivo tra
antropizzazione del territorio e drenaggio dei suoli.
“p.25 (3.1) …Gli
insediamenti della pianura centrale derivano invece dalla progressiva bonifica
idraulica, iniziata almeno in epoca romana e ancora in corso. In questo
contesto s’ inserisce lo sviluppo di Firenze, legato alla prima maturazione
dell’Arno verso l’alveo monocursale e quindi agli interventi umani che hanno
forzato questa evoluzione…Il resto della pianura, fortemente edificato, è
sempre stato condizionato dai problemi di drenaggio dei suoli…”
Il
paragrafo sottostante bene evidenzia come oggi questo equilibrio sia precario.
“pag.29 (3.1) Dinamiche di
trasformazione d’ambito e Criticità La pressione insediativa rappresenta il principale fattore di
criticità per le aree di pianura dell’ambito. Il paesaggio idraulico
ridisegnato dall’uomo richiede la costante opera di manutenzione e adattamento
ai nuovi insediamenti. Accentuando la naturale tendenza alla forma pensile dei
corsi d’acqua a forte carico solido, l’artificializzazione ha comportato
l’aumento del rischio idraulico che, in buona parte dell’area, si attesta su
valori elevati anche per la tendenza al riempimento degli alvei, conseguenza
dell’arginamento. L’urbanizzazione, con l’aumento della superficie
impermeabilizzata e degli impedimenti al deflusso delle acque di piena, causa
un aumento del rischio, sia in termini di volumi d’acqua potenzialmente
esondati sia in termini di crescente esposizione di beni e vite umane.”
Come
descritto qui sotto il PIT dà precisi indirizzi per attuare politiche per il
mantenimento di un equilibrio accettabile in un area così fortemente
antropizzata…
“Pag.29 (3.1) Indirizzi
per le politiche
Indirizzi per le politiche L’ambito è, con grafica evidenza, un
sistema integrato montagna – pianura, dove la tutela dei beni territoriali e
paesaggistici deve essere affrontata in forma integrata, in particolare per
quanto riguarda le risorse idriche e i sistemi idrologici…
…Le aree della pianura
necessitano, in virtù della loro condizione di territorio interamente modellato
dall’uomo e dell’estensione dell’insediamento, della costante manutenzione e
aggiornamento del sistema idraulico, anche in relazione ai dubbi che
legittimamente si allargano sulla stabilità dei tempi di ritorno. Per
alleggerire il carico di questa necessaria manutenzione è necessario:
• limitare il, già elevato, grado di impermeabilizzazione del
suolo, se necessario orientando le opere verso le aree che meno contribuiscono
alla moderazione degli eventi idrogeologici.”
E’
quindi, sempre secondo il PIT, indispensabile agire sul limitare il consumo di
suolo indicando anche nello specifico le infrastrutture che hanno determinato e
determineranno le criticità.
“Pag.31 (3.2) Ai processi di abbandono e di rinaturalizzazione
delle aree montane e alto collinari si affiancano gli opposti processi di
aumento dei livelli di artificialità del vasto sistema della pianura
alluvionale tra Firenze e Pistoia…dove le dinamiche di trasformazione sono
state caratterizzate da intensi processi di urbanizzazione e di consumo di
suolo agricolo.
L’ampliamento delle aree urbane periferiche, lo sviluppo di un
edilizia residenziale diffusa, la realizzazione di poli industriali e
commerciali/artigianali e la realizzazione e recente ampliamento della rete
delle infrastrutture lineari (assi autostradali A1, A11 e nuova Terza corsia
autostradale) hanno fortemente caratterizzato le dinamiche di uso del suolo
della pianura alluvionale, a cui si associano lo sviluppo…e del polo
aeroportuale e dei rifiuti nella pianura fiorentina…”
A fronte
di ciò sono comunque presenti sul territorio realtà naturalistiche importanti
realizzate dalle Istituzioni Pubbliche dell’area che il PIT giustamente
evidenzia.
“Pag.31 (3.2) …Il territorio di pianura è stato interessato anche
da importanti interventi di tutela delle emergenze naturalistiche, con
l’istituzione di un articolato Sito Natura 2000, recentemente ampliato al
settore pratese (Stagni della Piana fiorentina e pratese), l’istituzione di un
ricco sistema di aree umide protette, la realizzazione di interventi
multifunzionali di difesa idraulica e di riqualificazione naturalistica e con
il finanziamento di uno specifico progetto LIFE Natura Water SCI (Provincia di
Prato). Negli ultimi anni parte del territorio della Piana tra Firenze e Prato
è stato interessato da un processo di costruzione del “parco agricolo della Piana”,
finalizzato alla conservazione e al recupero dei suoi peculiari caratteri
agricoli, naturalistici e paesaggistici, ancora non tradotto in specifici atti
pianificatori e gestionali.”
Il PIT riassume molto bene quali sono le criticità dell’ambito
evidenziandole nei particolari …
“Pag.35 (3.2) Criticità
La pianura alluvionale di
Firenze-Prato-Pistoia rappresenta una delle zone della Toscana più critiche per
i processi di artificializzazione, urbanizzazione e di consumo di suolo. A tali
dinamiche, cui è legata la perdita e/o la frammentazione di aree umide, di agro-ecosistemi
e di boschi planiziali, si affiancano complementari processi di
rinaturalizzazione e di perdita di ambienti agricoli e pastorali nelle zone
alto collinari e montane.
La pianura alluvionale e il
sistema metropolitano Firenze- Prato-Pistoia presentano una notevole pressione
insediativa, con centri urbani e periferie di notevole estensione, edificato
residenziale sparso, vaste aree commerciali e/o industriali, elevata densità
delle infrastrutture lineari di trasporto (Autostrade A1 e A11; SGC FI-PI-LI,
strade a scorrimento veloce, linee ferroviarie) ed energetiche (elettrodotti ad
AT e MT) e con presenza di una sviluppata attività vivaistica concentrata nella
pianura pistoiese e in espansione verso quella pratese.
Tali criticità risultano particolarmente rilevanti nella pianura
tra Prato e Firenze ove le aree umide, e le relittuali aree agricole, risultano
assai frammentate e isolate (ad es. stagni di Focognano, La Querciola di Sesto
F.no, stagno di Peretola, stagni di S.Ippolito di Prato).”
Ancora
più preciso è il PIT nel paragrafo sottostante:
“Pag.36 (3.2)
…Particolarmente critica risulta la situazione nel territorio di pianura
compreso tra Firenze e Campi Bisenzio, ove la presenza di diverse aree umide di
elevato valore naturalistico, prima fra tutte l’ANPIL degli Stagni di
Focognano, è associata ad un elevato grado di urbanizzazione residenziale e
industriale (ad es. zona industriale dell’Osmannoro), a un rilevante effetto
barriera degli assi autostradali A11 e A1, alla presenza della vasta discarica
di Case Passerini e dell’aeroporto di Peretola, con recenti rilevanti consumi
di suolo agricolo nella residuale Piana fiorentina e sestese (nuova scuola dei
carabinieri e nuovo polo universitario) e con nuove previsioni edificatorie e
aeroportuali, in grado di ridurre ulteriormente le zone agricole e le
relittuali aree umide.”
Nel
paragrafo sottostante si descrivono quindi gli obbiettivi che le
Amministrazioni Pubbliche competenti per la pianificazione e gestione
sull’Ambito Piana FI-PO-PT n°6 devono porsi:
“Pag.37 (3.2) Indirizzi per le politiche
Gli obiettivi a livello di
ambito per l’invariante ecosistemi sono finalizzati principalmente a mitigare e
limitare gli effetti dei processi di urbanizzazione e consumo di suolo delle
aree di pianura e dell’abbandono degli agro-ecosistemi collinari e montani. Gli
obiettivi sono finalizzati anche a valorizzare l’elevato valore naturalistico e
paesaggistico delle aree umide di pianura… Nella pianura tra Firenze e Pistoia,
e in quella situata alla periferia orientale di Firenze, gli indirizzi sono
finalizzati alla tutela del paesaggio agricolo e delle aree umide residuali,
alla riduzione dei processi di consumo di suolo e di urbanizzazione,
salvaguardando le residuali aree non urbanizzate e i principali elementi di
continuità ecosistemica (direttrici di connettività ecologica da ricostituire o
riqualificare) e impedendo la saldatura tra gli elementi a maggiore
artificialità mantenendo i residuali varchi tra l’urbanizzato.
….Per la relittuale pianura di Firenze, Sesto Fiorentino e Campi
Bisenzio gli indirizzi sono finalizzati ad una cessazione dei processi di
urbanizzazione e di nuovo consumo di suolo, alla tutela e riqualificazione
delle aree umide e al mantenimento e riattivazione delle residuali aree
agricole…attraverso il mantenimento e la riqualificazione ecologica del
reticolo idrografico minore, la mitigazione dei numerosi elementi
infrastrutturali (in particolare degli assi autostradali A11 e A1) evitando la
realizzazione di nuovi elementi di barriera…
…La gestione conservativa delle aree umide e planiziali
costituisce una priorità per le zone interne al Sito Natura 2000 Stagni della
Piana fiorentina e pratese e al sistema regionale di aree protette…”
Quindi
nel sistema delle invarianti strutturali che il PIT definisce, la fragilità
idraulica della piana, l’impatto paesaggistico, territoriale e ambientale sulle
aree residenziali periferiche e gli spazi aperti residui della piana causato
dalle grandi infrastrutture di servizio e dai loro previsti ampliamenti, quali:
aeroporto di Peretola, termo- valorizzatore-discarica di Case Passerini, assi
autostradali etc. etc., sono chiaramente e senza ambiguità riconosciute come
criticità importanti sulle quali intervenire con politiche di programmazione
territoriale adeguate e soprattutto finalizzate a evitare il consumo di suolo.
E quando
si danno direttive di questa portata:
“Pag 67 (5.1) DISCIPLINA D’USO
Obbiettivi di
qualità e direttive
Obiettivo 4: Salvaguardare e riqualificare il
sistema fluviale dell’Arno e dei suoi affluenti, il reticolo idrografico minore
e i relativi paesaggi, nonché le relazioni territoriali capillari con i tessuti
urbani, le componenti naturalistiche e la piana agricola
Direttive
correlate
Gli enti territoriali e i
soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo
del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza,
provvedono a:
4.1 - tutelare la permanenza dei
caratteri paesaggistici dei contesti fluviali, quali fasce di territorio che
costituiscono una continuità fisica, morfologica e percettiva con il corpo
idrico, anche in considerazione della presenza di elementi storicamente e
funzionalmente interrelati al bene medesimo:
• evitando i processi di
urbanizzazione che aumentino l’impermeabilizzazione;
• promuovendo interventi di
riqualificazione paesaggistica delle aree compromesse, anche attraverso la
delocalizzazione dei volumi incongrui.
4.3 - tutelare e riqualificare il reticolo idrografico minore, le
zone umide e gli ecosistemi torrentizi e fluviali (corridoi ecologici fluviali
da riqualificare individuati nella Carta della rete ecologica), anche tramite
interventi di ampliamento delle fasce ripariali e di controllo delle specie
aliene, rendendo maggiormente compatibili le periodiche attività di taglio
della vegetazione delle sponde.”
OSSERVAZIONI
Diventa
impossibile non notare la assoluta divergenza normativa introdotta con
l’approvazione della DCR n° 74/13,
variante al PIT che prevede l’ampliamento dell’Aeroporto Vespucci a
Peretola, essendo chiarissimo che le criticità più volte e molto chiaramente
espresse nel PIT stesso quali: il consumo di suolo, l’urbanizzazione, l’aumento della superficie impermeabilizzata,
gli impedimenti al deflusso delle acque di piena, la fragilità del reticolo idrogeologico della
piana verranno ulteriormente aggravate dalla realizzazione di questa
infrastruttura che oltre a tutto quanto prima evidenziato, richiede un
riassetto idrogeologico dell’area di estrema rilevanza e di incerta riuscita in
quanto stravolge una situazione di equilibrio già a rischio ma comunque
“testato” storicamente ( pag.25-3.1).
Non è
istituzionalmente possibile che un Piano Integrato del Territorio, ancor prima
della sua definitiva approvazione, sia già smentito nelle sue più importanti
enunciazioni da una integrazione al PIT medesimo.
Il
Piano, che dovrebbe essere il punto normativo di riferimento per la gestione
del territorio di tutta la Toscana, perde la sua valenza dal momento in cui lo
stesso ente che lo promuove, la Regione Toscana, approva varianti allo stesso
che non tengono conto delle invarianti che enuncia.
L’esempio di ciò è la previsione, per poter
realizzare la nuova pista, dello
spostamento del Fosso Reale, che risulta tutta da verificare nella sua validità
da studi che ad oggi non esistono, senza considerare gli enormi investimenti
necessari alla realizzazione dell’opera e arrivando ad uno sconvolgimento di
tutto il reticolo idrogeologico dell’area dove invece nel PIT si parla di
“salvaguardare il reticolo…”.
Inoltre
la realizzazione di questa infrastruttura porterebbe grave danno se non la
scomparsa di importanti oasi faunistiche (pag.36-3.2) per la realizzazione
delle quali vi sono stati investimenti da parte di Amministrazioni Pubbliche e
dell’UE, causando ciò un evidente danno erariale.
In
sostanza riteniamo che l’approvazione del PIT così com’ è attualmente
strutturato risulti assolutamente incompatibile in relazione alla variante
sull’ampliamento aeroportuale di Peretola DCR n°74/13 già approvata il
16-07-2014, e quindi facile soggetto a
ricorsi di legittimità presso le autorità preposte.
Mariarita
Signorini Fulvio
Batacchi
Vice presidente sezione di
Firenze e Presidente sezione
d’Italia Nostra Prato
Membro di Giunta
Consiglio nazionale
Italia Nostra
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