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lunedì 6 ottobre 2014

ITALIA NOSTRA: OsservazionI al “Piano di Indirizzo Territoriale (PIT)” con valenza di Piano Paesaggistico


Al Presidente
del Consiglio Regionale della Toscana
Via Cavour, 2
50129 Firenze

OGGETTO: Osservazione al “Piano di Indirizzo Territoriale (PIT)” con valenza di Piano Paesaggistico. (Adottato con DCR n° 58 del 2 luglio 2014).

Mariarita Signorini,  in qualità di vice Presidente della sezione di Firenze di Italia Nostra e Consigliere nazionale  e Fulvio Batacchi, Presidente della sezione Italia Nostra di Prato  pongono all'attenzione sua e del Consiglio da lei presieduto le seguenti Osservazioni e proposte di modifica al “Piano di Indirizzo Territoriale” con valenza di Piano Paesaggistico adottato con DCR n° 58 del 2 luglio 2014.

Firenze, 3 ottobre  2014  
Osservazioni al P.I.T.
Ambito Piana FI-PO-PT   N°6  Invarianti strutturali n°3

Partendo dalla descrizione qui sotto riportata che nel PIT si fa di questo ambito,  si comprende subito quanta importanza abbia avuto nel corso della storia il reticolo idraulico dell’area in oggetto e di quanto tempo sia occorso per riuscire a trovare un equilibrio positivo tra antropizzazione del territorio e drenaggio dei suoli.

“p.25 (3.1)  …Gli insediamenti della pianura centrale derivano invece dalla progressiva bonifica idraulica, iniziata almeno in epoca romana e ancora in corso. In questo contesto s’ inserisce lo sviluppo di Firenze, legato alla prima maturazione dell’Arno verso l’alveo monocursale e quindi agli interventi umani che hanno forzato questa evoluzione…Il resto della pianura, fortemente edificato, è sempre stato condizionato dai problemi di drenaggio dei suoli…”

Il paragrafo sottostante bene evidenzia come oggi questo equilibrio sia precario.

“pag.29 (3.1) Dinamiche di trasformazione d’ambito e Criticità La pressione insediativa rappresenta il principale fattore di criticità per le aree di pianura dell’ambito. Il paesaggio idraulico ridisegnato dall’uomo richiede la costante opera di manutenzione e adattamento ai nuovi insediamenti. Accentuando la naturale tendenza alla forma pensile dei corsi d’acqua a forte carico solido, l’artificializzazione ha comportato l’aumento del rischio idraulico che, in buona parte dell’area, si attesta su valori elevati anche per la tendenza al riempimento degli alvei, conseguenza dell’arginamento. L’urbanizzazione, con l’aumento della superficie impermeabilizzata e degli impedimenti al deflusso delle acque di piena, causa un aumento del rischio, sia in termini di volumi d’acqua potenzialmente esondati sia in termini di crescente esposizione di beni e vite umane.”

Come descritto qui sotto il PIT dà precisi indirizzi per attuare politiche per il mantenimento di un equilibrio accettabile in un area così fortemente antropizzata…

“Pag.29 (3.1) Indirizzi per le politiche
Indirizzi per le politiche L’ambito è, con grafica evidenza, un sistema integrato montagna – pianura, dove la tutela dei beni territoriali e paesaggistici deve essere affrontata in forma integrata, in particolare per quanto riguarda le risorse idriche e i sistemi idrologici…
…Le aree della pianura necessitano, in virtù della loro condizione di territorio interamente modellato dall’uomo e dell’estensione dell’insediamento, della costante manutenzione e aggiornamento del sistema idraulico, anche in relazione ai dubbi che legittimamente si allargano sulla stabilità dei tempi di ritorno. Per alleggerire il carico di questa necessaria manutenzione è necessario:
• limitare il, già elevato, grado di impermeabilizzazione del suolo, se necessario orientando le opere verso le aree che meno contribuiscono alla moderazione degli eventi idrogeologici.”

E’ quindi, sempre secondo il PIT, indispensabile agire sul limitare il consumo di suolo indicando anche nello specifico le infrastrutture che hanno determinato e determineranno le criticità. 

Pag.31 (3.2) Ai processi di abbandono e di rinaturalizzazione delle aree montane e alto collinari si affiancano gli opposti processi di aumento dei livelli di artificialità del vasto sistema della pianura alluvionale tra Firenze e Pistoia…dove le dinamiche di trasformazione sono state caratterizzate da intensi processi di urbanizzazione e di consumo di suolo agricolo.
L’ampliamento delle aree urbane periferiche, lo sviluppo di un edilizia residenziale diffusa, la realizzazione di poli industriali e commerciali/artigianali e la realizzazione e recente ampliamento della rete delle infrastrutture lineari (assi autostradali A1, A11 e nuova Terza corsia autostradale) hanno fortemente caratterizzato le dinamiche di uso del suolo della pianura alluvionale, a cui si associano lo sviluppo…e del polo aeroportuale e dei rifiuti nella pianura fiorentina…”

A fronte di ciò sono comunque presenti sul territorio realtà naturalistiche importanti realizzate dalle Istituzioni Pubbliche dell’area che il PIT giustamente evidenzia.

“Pag.31 (3.2) …Il territorio di pianura è stato interessato anche da importanti interventi di tutela delle emergenze naturalistiche, con l’istituzione di un articolato Sito Natura 2000, recentemente ampliato al settore pratese (Stagni della Piana fiorentina e pratese), l’istituzione di un ricco sistema di aree umide protette, la realizzazione di interventi multifunzionali di difesa idraulica e di riqualificazione naturalistica e con il finanziamento di uno specifico progetto LIFE Natura Water SCI (Provincia di Prato). Negli ultimi anni parte del territorio della Piana tra Firenze e Prato è stato interessato da un processo di costruzione del “parco agricolo della Piana”, finalizzato alla conservazione e al recupero dei suoi peculiari caratteri agricoli, naturalistici e paesaggistici, ancora non tradotto in specifici atti pianificatori e gestionali.”

Il PIT riassume molto bene quali sono le criticità dell’ambito evidenziandole nei particolari …

“Pag.35 (3.2)  Criticità
La pianura alluvionale di Firenze-Prato-Pistoia rappresenta una delle zone della Toscana più critiche per i processi di artificializzazione, urbanizzazione e di consumo di suolo. A tali dinamiche, cui è legata la perdita e/o la frammentazione di aree umide, di agro-ecosistemi e di boschi planiziali, si affiancano complementari processi di rinaturalizzazione e di perdita di ambienti agricoli e pastorali nelle zone alto collinari e montane.
La pianura alluvionale e il sistema metropolitano Firenze- Prato-Pistoia presentano una notevole pressione insediativa, con centri urbani e periferie di notevole estensione, edificato residenziale sparso, vaste aree commerciali e/o industriali, elevata densità delle infrastrutture lineari di trasporto (Autostrade A1 e A11; SGC FI-PI-LI, strade a scorrimento veloce, linee ferroviarie) ed energetiche (elettrodotti ad AT e MT) e con presenza di una sviluppata attività vivaistica concentrata nella pianura pistoiese e in espansione verso quella pratese.
Tali criticità risultano particolarmente rilevanti nella pianura tra Prato e Firenze ove le aree umide, e le relittuali aree agricole, risultano assai frammentate e isolate (ad es. stagni di Focognano, La Querciola di Sesto F.no, stagno di Peretola, stagni di S.Ippolito di Prato).”

Ancora più preciso è il PIT nel paragrafo sottostante:

“Pag.36 (3.2)  …Particolarmente critica risulta la situazione nel territorio di pianura compreso tra Firenze e Campi Bisenzio, ove la presenza di diverse aree umide di elevato valore naturalistico, prima fra tutte l’ANPIL degli Stagni di Focognano, è associata ad un elevato grado di urbanizzazione residenziale e industriale (ad es. zona industriale dell’Osmannoro), a un rilevante effetto barriera degli assi autostradali A11 e A1, alla presenza della vasta discarica di Case Passerini e dell’aeroporto di Peretola, con recenti rilevanti consumi di suolo agricolo nella residuale Piana fiorentina e sestese (nuova scuola dei carabinieri e nuovo polo universitario) e con nuove previsioni edificatorie e aeroportuali, in grado di ridurre ulteriormente le zone agricole e le relittuali aree umide.”

Nel paragrafo sottostante si descrivono quindi gli obbiettivi che le Amministrazioni Pubbliche competenti per la pianificazione e gestione sull’Ambito Piana FI-PO-PT n°6 devono porsi:

“Pag.37 (3.2)  Indirizzi per le politiche

Gli obiettivi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi sono finalizzati principalmente a mitigare e limitare gli effetti dei processi di urbanizzazione e consumo di suolo delle aree di pianura e dell’abbandono degli agro-ecosistemi collinari e montani. Gli obiettivi sono finalizzati anche a valorizzare l’elevato valore naturalistico e paesaggistico delle aree umide di pianura… Nella pianura tra Firenze e Pistoia, e in quella situata alla periferia orientale di Firenze, gli indirizzi sono finalizzati alla tutela del paesaggio agricolo e delle aree umide residuali, alla riduzione dei processi di consumo di suolo e di urbanizzazione, salvaguardando le residuali aree non urbanizzate e i principali elementi di continuità ecosistemica (direttrici di connettività ecologica da ricostituire o riqualificare) e impedendo la saldatura tra gli elementi a maggiore artificialità mantenendo i residuali varchi tra l’urbanizzato.
….Per la relittuale pianura di Firenze, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio gli indirizzi sono finalizzati ad una cessazione dei processi di urbanizzazione e di nuovo consumo di suolo, alla tutela e riqualificazione delle aree umide e al mantenimento e riattivazione delle residuali aree agricole…attraverso il mantenimento e la riqualificazione ecologica del reticolo idrografico minore, la mitigazione dei numerosi elementi infrastrutturali (in particolare degli assi autostradali A11 e A1) evitando la realizzazione di nuovi elementi di barriera…
…La gestione conservativa delle aree umide e planiziali costituisce una priorità per le zone interne al Sito Natura 2000 Stagni della Piana fiorentina e pratese e al sistema regionale di aree protette…”

Quindi nel sistema delle invarianti strutturali che il PIT definisce, la fragilità idraulica della piana, l’impatto paesaggistico, territoriale e ambientale sulle aree residenziali periferiche e gli spazi aperti residui della piana causato dalle grandi infrastrutture di servizio e dai loro previsti ampliamenti, quali: aeroporto di Peretola, termo- valorizzatore-discarica di Case Passerini, assi autostradali etc. etc., sono chiaramente e senza ambiguità riconosciute come criticità importanti sulle quali intervenire con politiche di programmazione territoriale adeguate e soprattutto finalizzate a evitare il consumo di suolo.
E quando si danno direttive di questa portata:

“Pag 67 (5.1)              DISCIPLINA D’USO
                                Obbiettivi di qualità e direttive
Obiettivo 4: Salvaguardare e riqualificare il sistema fluviale dell’Arno e dei suoi affluenti, il reticolo idrografico minore e i relativi paesaggi, nonché le relazioni territoriali capillari con i tessuti urbani, le componenti naturalistiche e la piana agricola
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:
4.1 - tutelare la permanenza dei caratteri paesaggistici dei contesti fluviali, quali fasce di territorio che costituiscono una continuità fisica, morfologica e percettiva con il corpo idrico, anche in considerazione della presenza di elementi storicamente e funzionalmente interrelati al bene medesimo:
• evitando i processi di urbanizzazione che aumentino l’impermeabilizzazione;
• promuovendo interventi di riqualificazione paesaggistica delle aree compromesse, anche attraverso la delocalizzazione dei volumi incongrui.
4.3 - tutelare e riqualificare il reticolo idrografico minore, le zone umide e gli ecosistemi torrentizi e fluviali (corridoi ecologici fluviali da riqualificare individuati nella Carta della rete ecologica), anche tramite interventi di ampliamento delle fasce ripariali e di controllo delle specie aliene, rendendo maggiormente compatibili le periodiche attività di taglio della vegetazione delle sponde.”

                                                                    OSSERVAZIONI

Diventa impossibile non notare la assoluta divergenza normativa introdotta con l’approvazione della DCR n° 74/13,  variante al PIT che prevede l’ampliamento dell’Aeroporto Vespucci a Peretola, essendo chiarissimo che le criticità più volte e molto chiaramente espresse nel PIT stesso quali: il consumo di suolo, l’urbanizzazione,  l’aumento della superficie impermeabilizzata, gli impedimenti al deflusso delle acque di piena,  la fragilità del reticolo idrogeologico della piana verranno ulteriormente aggravate dalla realizzazione di questa infrastruttura che oltre a tutto quanto prima evidenziato, richiede un riassetto idrogeologico dell’area di estrema rilevanza e di incerta riuscita in quanto stravolge una situazione di equilibrio già a rischio ma comunque “testato” storicamente ( pag.25-3.1).

Non è istituzionalmente possibile che un Piano Integrato del Territorio, ancor prima della sua definitiva approvazione, sia già smentito nelle sue più importanti enunciazioni da una integrazione al PIT medesimo.
Il Piano, che dovrebbe essere il punto normativo di riferimento per la gestione del territorio di tutta la Toscana, perde la sua valenza dal momento in cui lo stesso ente che lo promuove, la Regione Toscana, approva varianti allo stesso che non tengono conto delle invarianti che enuncia.
 L’esempio di ciò è la previsione, per poter realizzare la nuova pista,  dello spostamento del Fosso Reale, che risulta tutta da verificare nella sua validità da studi che ad oggi non esistono, senza considerare gli enormi investimenti necessari alla realizzazione dell’opera e arrivando ad uno sconvolgimento di tutto il reticolo idrogeologico dell’area dove invece nel PIT si parla di “salvaguardare il reticolo…”.
Inoltre la realizzazione di questa infrastruttura porterebbe grave danno se non la scomparsa di importanti oasi faunistiche (pag.36-3.2) per la realizzazione delle quali vi sono stati investimenti da parte di Amministrazioni Pubbliche e dell’UE, causando ciò un evidente danno erariale.
In sostanza riteniamo che l’approvazione del PIT così com’ è attualmente strutturato risulti assolutamente incompatibile in relazione alla variante sull’ampliamento aeroportuale di Peretola DCR n°74/13 già approvata il 16-07-2014,  e quindi facile soggetto a ricorsi di legittimità presso le autorità preposte.

Mariarita Signorini                                                         Fulvio Batacchi
Vice presidente sezione di Firenze e                                 Presidente sezione d’Italia Nostra  Prato
Membro di Giunta
Consiglio nazionale Italia Nostra





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