Le
polveri sottili tornano a soffocare i centri urbani
Il taglio del nastro è
avvenuto il 20 settembre, ma nessuno se n'è accorto.
In quella data Parma ha
raggiunto il numero di sforamenti (35) consentiti per legge per un
intero anno solare.
Ed oggi siamo arrivati a 37
sforamenti, mentre restano ancora 3 mesi da conteggiare.
E come al solito è Parma
che primeggia in tutta l'Emilia Romagna, aggiudicandosi il peggior
risultato in termini di concentrazione di inquinanti.
Se la soglia da non superare
è 50 microgrammi di particelle per metro cubo di aria, il nostro
capoluogo ha dato il meglio di sé collocando sabato scorso
l'asticella a 70 microgrammi.
Fuori limite anche domenica
(64 µg/m3), e lunedì con 52 microgrammi.
Il mix di inquinanti è il
solito che attanaglia le città e la pianura padana: traffico
veicolare in particolare, ma anche impianti industriali troppo
impattanti per un territorio morfologicamente inadatto a difendersi
dallo smog.
La pianura padana è
un'enorme conca dove a causa della scarsa ventilazione gli strati di
aria tendono a mantenersi stabili, con un lento ricambio delle masse
atmosferiche.
E' la cosiddetta inversione
termica, che complice l'alta pressione, comprime l'atmosfera a terra.
Il risultato è quindi una
massa di aria che circola con lentezza più o meno sempre nella
stessa area, arrotolandosi su sé stessa in una specie di ricciolo
che assomiglia a zucchero filato di carbone, sempre più intricato,
denso, scuro, velenoso.
Tutti noi respiriamo questa
miscela inquinata e la fasce deboli della popolazione, bambini,
anziani, malati, ne subiscono le conseguenze maggiori.
I dati dei Pronto Soccorso
seguono con coerenza i ritmi delle polveri sottili: bronchiti,
affezioni respiratorie la classica infiammazione delle vie aeree che
diventa cronica.
Non ci sono alternative se
non nella sostituzione delle emissioni attuali con altre meno
inquinanti.
L'unico antidoto alla
situazione sempre più grave della nostra aria è il calo della
pressione ambientale.
Se la pancia cresce si deve
smettere di mangiare, se aumenta la tachicardia deve calare il numero
di caffè, se non si vuole soffocare, non si può fumare in una
stanza chiusa ma, soprattutto, non si devo fumare.
Il fronte di attacco
all'inquinamento è quindi concentrato sulle manovre per ridurre le
emissioni.
Controlli serrati alla
qualità dell'inquinamento dei medi e grandi insediamenti
industriali, compresi gli scarichi in acqua, ma soprattutto riduzione
della circolazione di mezzi privati all'interno delle cerchie urbane.
La soluzione è quella di
creare un efficiente, puntuale, conveniente sistema di trasporto
urbano pubblico che consenta di accedere ai centri città con
frequenza e velocità, lasciando le auto nei parcheggi esterni.
Un altro importante
progetto, questa sì che sarebbe una grande utile opera da
finanziare, è quella di creare une rete provinciale su rotaia che
consenta ai pendolari di giungere in città in velocità, puntualità,
comfort. Altro che autostrade senza senso né senno.
Decisive sarebbero le
metropolitane leggere e frequenti che colleghino i paesi satellite al
capoluogo, l'ossatura di un trasporto moderno e non impattante, che
darebbe anche l'occasione di ripensare anche il luogo di residenza,
favorendo il calo della pressione abitativa sui maggiori centri
urbani a favore del vivere in periferia o in collina con evidenti
vantaggi economici per le famiglie.
Soluzioni che guardano
avanti, consapevoli del danno che stiamo causando.
Nel frattempo, tratteniamo
il respiro.
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