Piano regionale rifiuti: la Svolta che non c’è
La montagna ha partorito il
topolino. Che delusione il Piano regionale sui rifiuti, senza coraggio e senza
lungimiranza, tutto ancora prigioniero di una vecchia e superata politica di gestione
che resiste nonostante i grandi mutamenti intervenuti negli ultimi anni. Bene
ha fatto il Sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro a prendere le distanze
anche perché proprio a Capannori il Presidente Enrico Rossi e l’Assessora
all’Ambiente Annarita Bramerini, erano
venuti per annunciare una svolta nella
politica regionale annunciando un Piano dei rifiuti innovativo. Il Presidente
Rossi si era lasciato andare anche a qualche entusiasmo di troppo proclamando
che il modello Capannori avrebbe ispirato il nuovo Piano regionale. Io, uscì un po’ scettico da quella conferenza
capannorese, e chiesi subito il giorno dopo, con un intervento pubblico, che
alle belle parole seguissero fatti concreti e invece nel Piano presentato non
c’è traccia di una inversione di rotta che noi di SEL riteniamo necessaria e
indispensabile.
Come si fa a proporre un Piano
con tre diversi scenari di dinamica di crescita dove il migliore ancora prevede
al 2020 una produzione procapite annua di rifiuti di circa 600 Kg e addirittura
il peggiore di 667 kg. In una conferenza stampa, di poche settimane fa, la
Bramerini giustamente divulgò e valorizzò gli straordinari risultati ottenuti
da Publiambiente in diversi comuni nella provincia di Firenze e Pistoia, dove si viaggia con percentuali di RD che
superano il 90%, portò ad esempio positivo gli ottimi risultati del circondario
empolese- Valdelsa dove grazie al sistema di raccolta porta a porta sono
riusciti a conferire in discarica nel 2012 solo 75 kg/ab/anno. Loro stessi
hanno validato e valorizzato i dati che confermano quanto noi capannoresi
sosteniamo da anni e cioè, la messa a sistema della raccolta domiciliare
integrale porta con se una consistente diminuzione di rifiuti che secondo
l’esperienza di Publiambiente,ma anche la nostra esperienza, è superiore al 30% con una riduzione dell’81%
dei rifiuti indifferenziati. Non solo, questo Piano esce quando nell’ATO
Toscana Centro è stato approvato un PIR che grida vendetta che addirittura
prevede la quintuplicazione delle quantità di rifiuti da inviare agli
inceneritori da 60.000 ton a 270.000 ton e che il Piano di Ambito ha
leggermente ridimensionato di appena 50.000 ton. Questi Piani sono semplicemente
impresentabili. Non ci siamo, si continua ancora a buttare centinaia di milioni
per costruire inceneritori quando una moderna politica di gestione dovrebbe
dare priorità ad investimenti per mettere a regime il nuovo sistema di raccolta
domiciliare per superare definitivamente il conferimento in forma anonima nei
grandi cassonetti stradali. Non c’è traccia nel Piano di una nuova volontà
politica per creare un moderno sistema impiantistico necessario per valorizzare
al massimo le materie prime seconde derivanti dalle RD per potenziare la
filiera industriale del riciclaggio per la chiusura del ciclo, per far tornare
a nuova vita quanta più materia possibile, per ridurre l’impatto ambientale creare
nuova imprenditorialità e nuovi posti di lavoro in tempi di grave crisi
economica e sociale. Non possiamo accettare questo Piano così com’è, vogliamo
ridiscuterlo e modificarlo, propongo per
il mese di ottobre una grande assemblea
regionale pubblica, per dare fiato e forza alle nostre osservazioni
critiche propositive. Una grande assemblea aperta a tutti gli amministratori e
cittadini da tenersi proprio a Capannori perché, a Capannori, il Presidente Rossi
è venuto ad annunciare una svolta che non c’è stata e, da Capannori, è partita
nel 2005, la prima esperienza di una nuova gestione dei rifiuti sfidando con
coraggio un conservatorismo radicato nella politica toscana, interessi
economici potenti, tanti luoghi comuni, pigrizie culturali e diffidenze
diffuse. Nonostante tutto ce la facemmo ad imporre la svolta .
Eugenio Baronti
Coordinatore laboratorio rifiuti zero del Forum Ambiente Nazionale di SEL
Ex Assessore all’Ambiente nel
Comune di Capannori dal 2004 al 2007
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