“La mia idea di politica è sempre stata e continua ad essere quella di servizio per il bene della comunità, di continuo dialogo, studio dei problemi del territorio e ricerca di soluzioni ed esempi virtuosi, di confronto e arricchimento reciproco. Oggi purtroppo questo clima è cambiato, l’esperienza amministrativa è profondamente segnata da fratture politiche generate ad arte. Queste fratture rendono impossibile lavorare insieme ed escludono dalle scelte parte importante dell’amministrazione. Non si può far finta di niente, minimizzandole o interpretandole come difficoltà di carattere personale. Perché tali non sono.” E da le sue dimissioni.
Il Comune di Capannori in questi sei anni, grazie all’opera della sua giunta di sinistra, è diventato comune all’avanguardia in Europa nel riciclaggio dei rifiuti ed è il luogo generalmente citato da tutti coloro che guardano a nuove possibilità nella gestione dei rifiuti, della cosa pubblica, del bene comune.
Alessio, cosa è successo?
E’ difficile da riassumere in poche righe, non c’è stato un solo
atto scatenante ma purtroppo una involuzione dei percorsi, dei processi e
dei rapporti che ha purtroppo portato me, un’altra assessora e la forza
politica in cui siamo cresciuti a fare questa scelta. Siamo partiti con
grandi entusiasmi, abbiamo avviato decine di positive progettualità,
abbiamo fatto i conti con tante difficoltà ma progressivamente abbiamo
condiviso sempre meno l’operato amministrativo.
Qual’è la tua valutazione complessiva dell’esperienza di Assessore? Quali i momenti più significativi?
Un’esperienza senza dubbio eccezionale per intensità, che mi ha
assorbito quasi completamente per sei anni, con grandi soddisfazioni,
decine forse centinaia di assemblee sul territorio e fuori per
condividere l’importanza della sostenibilità ambientale. Abbiamo di
fatto iniziato una strada che adesso stiamo costruendo con oltre cento
altri comuni che nel frattempo hanno aderito alla strategia rifiuti zero
e stanno aumentando sempre più. Sono arrivati tanti premi a Capannori
in questi anni ma i momenti più significativi sono stati sempre le
assemblee sul territorio, sempre molto partecipate, in cui abbiamo
condiviso con la comunità le scelte per il futuro e la necessità di una
continua rivoluzione ecologica che riguarda tutte le nostre abitudini.
Forse non è un caso che proprio a Capannori è nata la prima attività
commerciale che in Italia vende solo ed esclusivamente materiale alla
spina, senza un imballaggio, e tutto di filiera corta.
Cosa rifaresti e cosa cambieresti?
Rifarei tutto ciò che in questi anni ho fatto con enorme passione e
dedizione, cambierei ciò che non sono riuscito a cambiare, le dinamiche
politiche che hanno costruito muri di incomunicabilità tra chi ha
partecipato a vario titolo a questa esperienza amministrativa. Queste
dinamiche sono nate per aumentare un potere personale che invece secondo
me non va concentrato ma al contrario difuso e condiviso per aumentare
la forza del cambiamento. Dopo 9 anni di esperienza amministrativa
Capannori poteva essere un laboratorio che coinvolgeva centinaia e
centinaia di cittadini invece purtroppo molti spazi di partecipazione
sono stati mortificati allontanando le persone e creando una distanza
troppo forte dal palazzo. Ad oggi tra pochi si discute del futuro di
Capannori quando invece il territorio avrebbe necessità impellente di
passare sempre più da una democrazia rappresentativa ad una democrazia
partecipativa. Un conto sono i progetti positivi come il Bilancio
Partecipativo che abbiamo adottato con successo un conto è mettere
invece a sistema questo modello non solo per un piccolo spicchio
dell’amministrazione ma per tutta la propria agenda politica.
A me pare che a partire dalle piccole amministrazioni si
possa tentare di fare qualcosa di significativo. Direi di più: la
politica dovrebbe ricominciare da lì: dai comuni piccoli, dai quartieri:
cosa ne pensi?
Assolutamente d’accordo. Negli enti locali ci sono occasioni
preziosissime per aprire spazi veri di partecipazione, attraverso queste
progettualità si può ricotrure un rapporto, spesso purtroppo andato
perso negli anni, tra politica e cittadinanza, tra istituzioni e
territorio, per condividere e compartecipare alla scelte della comunità.
Attraverso questi percorsi si dà forza alla parole democrazia, si
alimentano le consapevolezze e l’importanza dell’impegno di tutti. Con
tanti comuni che hanno condiviso questa impostazione politica abbiamo
fondato l’Associazione dei Comuni Virtuosi, uno strumento prezioso per
la condivisione di tante progettualità e per imparare sempre dagli
esempi altrui.
Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?
Oltre a tornare al mio lavoro continuerò sicuramente il mio impegno,
così come prima della parentesi istituzionale, nelle associazioni e nei
movimenti che si impegnano per un altro mondo possibile che dipende da
tutti noi e che dobbiamo costruire giorno per giorno. Continuo a girare
l’Italia in tante iniziative in cui mi chiamano a condividere la nostra
esperienza capannorese e sarò impegnato nei prossimi tre mesi per la
raccolta firme all’importante Proposta di Legge Rifiuti Zero a cui tutti
possono contribuire contattando i propri referenti regionali dal sito www.leggerifiutizero.it.
Rifiuti Zero ci dicevano fosse un’utopia, oggi la stiamo costruendo e
dobbiamo far crescere sempre più questa strategia altrimenti, come ci
dicono gli scienziati, termineremo presto il pianeta in cui abitiamo.------------------------------------------
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