Come fa ad asserire Rossi che VIETA "con la legge n. 21/2012 ogni forma di intervento edificatorio in oltre 1000 km quadrati di territorio, pari al 7% della superficie pianeggiante della regione. Insieme al divieto di edificazione negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una larghezza di 10 metri dall’esterno dell’argine," quando poi in Valdisieve
si autorizza l'inceneritore sulla Sieve ,7 volte più grande e in aree a rischio idraulico
MOLTO elevato ed elevato, a Sarzana (sul Magra a cavallo del confine
Tosco-Ligure) si autorizza tutta una serie di costruzioni, a Casale si autorizza un
digestore anaerobico e in Maremma (anche nelle aree che sono state
allagate qualche settimana fa) si continua a costruire (tanto che la spinta maggiore per modificare gli articoli sembra sia partita proprio dagli amministratori di quelle zone)????????????????????????????
E come la mettiamo con la bozza (sotto) del ministro che dice che in attesa della revisione del PAI sono vietati anche insediamenti produttivi o per servizi o infrastrutture????????
Si farà una modifica ad hoc anche alla bozza, visto che è solo una bozza??
E come la mettiamo con la bozza (sotto) del ministro che dice che in attesa della revisione del PAI sono vietati anche insediamenti produttivi o per servizi o infrastrutture????????
Si farà una modifica ad hoc anche alla bozza, visto che è solo una bozza??
Il Ministro dell’Ambiente, della Tutela del
Territorio e del Mare
BOZZA DI DELIBERA DEL
CIPE
“LINEE STRATEGICHE
PER L’ADATTAMENTO AI
CAMBIAMENTI CLIMATICI,
LA GESTIONE SOSTENIBILE
E LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO ”
IL
CIPE
VISTA la Convenzione
quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ratificata con legge
nazionale n. 65 del 15 gennaio 1994;
VISTE le decisioni
1/CP.15 e 1/CP.16 della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici che hanno riconosciuto l’importanza di conferire alle
misure di adattamento la stessa priorità conferita alle misure per la riduzione
delle emissioni di gas ad effetto serra;
VISTI gli articoli
63 e 64 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n.152, che dispongono la ripartizione del territorio nazionale in otto
distretti idrografici e l’istituzione di un’ Autorità di Bacino Distrettuale per
ogni distretto idrografico;
VISTO il decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 che prevede che i piani di gestione dei bacini
idrografici tengano conto degli impatti dei cambiamenti climatici in recepimento della direttiva quadro sulle
acque 2000/60/CE;
VISTO il decreto
legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 di attuazione della direttiva 2007/60/CE in
materia di valutazione e gestione dei rischi di alluvioni, che
evidenzia la necessità di integrare l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle
strategie per ridurre il rischio di alluvioni;
VISTA la Strategia
Nazionale per la Biodiversità, adottata d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni del 7 ottobre 2010,
che include tra gli obiettivi strategici l’adozione di
misure per l’adattamento il rafforzamento della resilienza degli ecosistemi naturali e
seminaturali ai cambiamenti climatici
VISTO il decreto
legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, di
recepimento della direttiva 2008/56/CE
che prevede come misura prioritaria delle politiche per l’ambiente marino
l’adattamento ai cambiamenti climatici;
VISTO il Libro Bianco
della Commissione Europea (CE) "Adattarsi
ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo", che esorta i Paesi Membri a
dotarsi entro la fine del 2012 di una Strategia di Adattamento
Nazionale;
CONSIDERATO che, come
risulta dalla serie storica degli eventi climatici estremi, a partire dagli anni
ottanta l’Italia subisce danni sempre più rilevanti, che costano mediamente 3,5
miliardi/anno con effetti significativi
per l’economia nazionale;
PRESO ATTO che sulla
base dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI),
previsti dalle leggi 267/1998
e 365/2000, le aree ad elevata vulnerabilità per i rischi
di frane ed alluvioni rappresentano
circa il 10% della superficie italiana (29.500 kmq) e riguardano l'89% dei
comuni (6.631).
CONSIDERATO che le
evidenze delle modificazioni del clima richiedono prioritariamente l’aggiornamento dei PAI,
nell’ambito di una più estesa valutazione della vulnerabilità del territorio
nazionale ai cambiamenti climatici;
VISTO il Rapporto
preliminare sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità
ed adattamento ai cambiamenti climatici elaborato dal Ministero dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare;
CONSIDERATO inoltre che,
l’amplificarsi in intensità e frequenza degli eventi estremi richiede azioni immediate per mettere in sicurezza il
territorio;
CONSIDERATO che
l’attuazione di azioni/misure di adattamento coinvolge settori socio-economici particolarmente
dipendenti dalle condizioni meteo-climatiche, e che pertanto è necessario avviare un dialogo strutturato con le parti
interessate;
CONSIDERATO che il
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 24
settembre ha avviato la prima consultazione pubblica sugli elementi di base per
l’elaborazione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici
e che tale consultazione si è conclusa il 15 novembre;
DELIBERA
Articolo
1
(Strategia nazionale di
adattamento ai cambiamenti climatici,
la gestione sostenibile e la messa in
sicurezza del territorio )
Entro
il 1 marzo 2013 il Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con i Ministri
delle politiche agricole e forestali, delle infrastrutture e dell’economia e
finanze, sentita la Conferenza unificata, presenta al CIPE la Strategia Nazionale per l’Adattamento ai
Cambiamenti Climatici sulla base dei seguenti indirizzi :
1.
Il
Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità ed
adattamento ai cambiamenti climatici predisposto dal Ministero dell’ambiente,
della tutela del territorio e del mare è la premessa alla strategia, e viene
aggiornato ogni 4 anni;
2.
Sulla
base del Rapporto, ed in attuazione della direttiva “alluvioni”
2007/60/CE, sono
aggiornati entro il 31.12.2013 dalle Autorità di Bacino dei distretti
idrografici i Piani di Assetto
Idrogeologico (PAI);
3.
La
Strategia tiene conto delle seguenti priorità di intervento :
a)
limitazione
degli usi a fini urbani e produttivi delle zone individuate ad alta
vulnerabilità dai PAI;
b)
contenimento
del consumo del suolo, anche in coerenza
con il
disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole
e di contenimento dei suoli;
c)
manutenzione
dei corsi d’acqua attraverso interventi di regimazione idraulica, di
ricalibratura e di pulizia degli alvei;
d)
gestione
delle acque reflue al fine di accrescere la resilienza dei centri
urbani;
e)
recupero di terreni degradati e dismessi,
privilegiando la promozione di attività
agricole di qualità, misure di riforestazione con specie autoctone e di
valorizzazione degli
ecosistemi,
f)
ripristino della gestione dei suoli nelle aree più
esposte al rischio di frane (terrazzamenti e coltivazioni
dedicate);
g)
estensione
delle disposizioni relative alla manutenzione dei boschi di cui all’articolo 3
della Legge 353/2000, anche per finalità connesse alla sicurezza
idrogeologica;
h)
miglioramento
della gestione dei boschi demaniali, considerati quali primarie infrastrutture
verdi, attraverso
Ø
conversione
dei cedui in fustaie ed utilizzo della biomassa a fini energetici senza
intaccare le funzionalità di assorbimento di carbonio,
Ø
conversioni
dei rimboschimenti con conifere alloctone a latifoglie
autoctone;
Ø
tutela
dagli incendi boschivi con diradamenti e ripuliture e conseguente impiego delle biomasse di risulta per
produzione di energia e/o chimica verde;
Ø
protezione
della biodiversità e aumento della resilienza dei boschi all’impatto dei
cambiamenti climatici;
i)
identificazione delle misure più
appropriate per ridurre la vulnerabilità delle coste, aumentare la resilienza
delle aree costiere ai cambiamenti climatici e proteggere le infrastrutture e
gli ambienti costieri;
j)
Impiego
delle informazioni climatiche nella programmazione territoriale e delle
infrastrutture strategiche per il Paese.
4.
Ai fini dell’attuazione della strategia
sono individuate le seguenti azioni prioritarie :
a) l’approvazione
da parte del CIPE, entro il 1 marzo di ogni anno a partire dal 2014, di un piano annuale di
interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza
del territorio predisposto dal Ministero dell’ambiente, della tutela del
territorio e del mare, d’intesa con i Ministeri delle politiche agricole e forestali, delle
infrastrutture e dell’economia e finanze, sentita la Conferenza unificata, sulla
base dei PAI di cui al precedente punto 2
;
b)
ai
fini del finanziamento del piano di cui al comma precedente, la costituzione – per il periodo 2013- 2020- di
un fondo nazionale alimentato con
Ø
il
40% dei proventi derivanti dalle aste dei permessi di emissione di cui alla
direttiva europea 2009/29/CE;
Ø
un
prelievo, determinato annualmente, su ogni litro di carburante consumato fino al
raggiungimento di 2000 milioni € all’anno;
c) l’approvazione
da parte del Governo, entro il 31 marzo 2013, di un disegno di legge per
l’introduzione di un’assicurazione
obbligatoria per la copertura dei rischi connessi agli eventi climatici estremi
a carico di beni e strutture di proprietà pubblica e privata.
Art.2
(Misure urgenti di
salvaguardia)
1. Con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro
dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, di concerto con il
Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro della Funzione
Pubblica, sentita la Conferenza permanente Stato-regioni si provvede alla
costituzione delle Autorità di Bacino Distrettuali ai sensi dell’art.63 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
2. In
attesa della revisione dei PAI, di
cui al precedente art.1, è vietato l’uso ai fini residenziali,
produttivi o per
servizi e infrastrutture, delle zone già
classificate “R4-
Aree
a rischio idrogeologico molto elevato”, fino alla adozione da parte delle
amministrazioni competenti delle misure di prevenzione.
novembre
2012
documento rintracciabile al link: http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0523.html&lang=it
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