Un nostro socio ci ha girato la lettera che ha mandato al Consorzio ECOLIGHT riguardo alla raccolta dei RAEE (vi ricordiamo che questa sigla sta a significare “Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche”), che pubblichiamo:
Spett/le
Consorzio ECOLIGHT
Gentile sig. ..........., buongiorno.
Le scrivo queste righe nella speranza di ricevere un sostegno non soltanto a titolo di supporto morale, ma nella certezza che un suo eventuale apporto possa contribuire a migliorare una situazione che ritengo personalmente scoraggiante.
Siamo associati al Vs. Consorzio da un anno circa, in quanto abbiamo intrapreso, come ramo aziendale di una società, la mia, che opera nella distribuzione di materiale elettrico ed illuminazione da circa 25 anni, una attività di importazione e di costruzione (in Italia) di corpi illuminanti a LED.
Come penso possa constatare direttamente, da una fase di start-up iniziale, abbiamo velocemente intrapreso una strada di crescita esponenziale, producendo buoni volumi di lavoro e quindi producendo economia, per noi, ma non soltanto. Lavora il tornitore di fronte alla ns.sede, lavora una azienda qui vicino che esegue per noi montaggi elettronici, lavora chi vende il prodotto, chi lo trasporta, ecc.
Abbiamo proceduto nel rispetto di tutte le normative, dalle certificazioni dei prodotti, alla gestione del RAEE, e stamani mattina, come di consuetudine trimestrale, ho inviato ad Ecolight il report trimestrale del venduto, come sempre nel rispetto delle tempistiche richieste. La gestione del RAEE per noi, ma credo un po' per tutti, ha comportato anche notevoli sforzi, sia economici che in termini di dispendi di tempi, per poter mettere a punto i ns.sistemi informatici gestionali. Lo si fa volentieri, se serve per l'ambiente, per la salute, per il domani nostro e dei ns. figli.
In tutto questo però c'è qualcosa che fa acqua, che non mi torna, del quale e per il quale nutro forti dubbi, come del resto li nutrono i numerosi colleghi ed operatori del settore in genere.
Non mi fraintenda, non mi riferisco alla operatività del suo Consorzio, del quale ne faccio parte e per la quale non ho grossi dubbi. Mi riferisco piuttosto al fatto che, perlomeno per quanto riguarda il mio territorio (la Valdisieve/parte Est della città di Firenze), la filiera non funziona affatto come dovrebbe.
Abbiamo un Consorzio che gestisce i rifiuti, che si chiama AER, che non provvede al ritiro dei prodotti che dovrebbero essere riconsegnati dal consumatore al distributore al momento della vendita del nuovo. Più volte mi sono rivolto ad AER (e non sono il solo) per ottenere delucidazioni in merito, e tutte le volte, alla pronuncia della parole RAEE, vedo espressioni curiose, facce a punto interrogativo che rendono chiaramente l'idea del livello della loro informazione in merito.
Se si ricorda tempo fa le avevo accennato la questione; lei mi disse intanto di cercare di sensibilizzare il Consorzio AER. Io c'ho provato, ma non ho avuto risposte. Purtroppo faccio un altro mestiere, come imprenditore devo tirate il carretto ed andare avanti. Le ho inviato la dichiarazione alle sette di stamane e tornerò a casa alle otto di stasera. Per me in fondo il RAEE è soltanto uno dei tanti problemi in più che, ripeto, osservo, rispetto, e ottempero. Ma le cose devono funzionare. Come devono funzionare nella mia azienda, nel lavoro di tutti i giorni, per il bene di tutti.
Perdoni il mio sfogo, che non ha niente di personale, ma che è doveroso, per la mia dignità e per quella dei miei, ma anche dei suoi (se ce l'ha) figli.
Veda lei attraverso la sua struttura di sensibilizzare, di sollecitare, magari anche di citare presso qualche autorità competente, il Consorzio AER (aerspa.it). Mi faccia, ci faccia, si faccia questa cortesia.
Io continuerò a produrre e commercializzare lampade, con la tariffa RAEE attaccata, e continuerò ad inviarle i report ed a pagarle le fatture.
Ognuno faccia la sua parte e forse avremo tutti un futuro migliore.
Cordiali saluti
Chelli srl
L’amministratore
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