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giovedì 5 febbraio 2015

MONTALE: Scatta l’indagine sulle ceneri sepolte


 L'inceneritore di Montale

 Scatta l’indagine sulle ceneri sepolte
Termovalorizzatore di Montale, analisi sul sottosuolo e sulle acque per stabilire se c’è un rischio ambientale
PISTOIA. Sulle ceneri sotterrate nell’area dell’inceneritore di Montale, scatta l’indagine per stabilire se gli scarti abbiano causato un danno e una contaminazione ambientale.
Le analisi sul sottosuolo e sulle acque, cominceranno nelle prossime settimane. Il costo dell’operazione, sostenuto da Cis spa, di proprietà dei tre Comuni della Piana, ammonta a 70.000 euro. La legge infatti prevede che sia il responsabile del presunto inquinamento a coprire le spese dei campionamenti e dell’eventuale bonifica.
«Il piano di intervento è stato approvato dalla conferenza dei servizi il 7 gennaio scorso – spiega il presidente Cis, Edoardo Franceschi – Dal preavviso inviato ad Asl e Arpat sull’inizio dei lavori, devono passare quindici giorni. Prima della fine di febbraio quindi, cominceremo l’indagine per stabilire se ci sia o meno un rischio ambientale».
Qualora dalle analisi dovesse emergere una concentrazione di contaminanti superiore ai limiti di legge, l’area dovrà essere bonificata. La fase uno dello studio, concordata al tavolo del 23 gennaio 2013 tra Comuni di Quarrata, Agliana e Montale, Provincia ed enti di controllo, è affidata a un team di professionisti, composto da un ingegnere, un geologo e un chimico individuati per competenze e in base ai preventivi passati al vaglio del Cis, senza alcun bando.
«Entro sei mesi (a partire dal 17 gennaio scorso, ndr) ci saranno i risultati delle analisi».
 Gli scarti da incenerimento sono stati sepolti a Stazione tra il ’78 e l’85. Una discarica autorizzata. All’epoca infatti, la normativa concedeva una simile pratica. Nel 2008, con i lavori di ristrutturazione dell’impianto, quelle ceneri tornarono alla luce.
Secondo quanto riportato due anni fa dall’allora assessore all’ambiente del Comune di Montale, Lisa Taiti, il 6 agosto 2013 Arpat (l’agenzia regionale per la protezione ambientale) scrisse alla Provincia che era impossibile sapere se i lavori di ristrutturazione avessero o meno compromesso la stabilità della preesistente discarica, poiché di quei lavori non fu data opportuna comunicazione né ad Arpat né a qualsiasi altro ente di controllo.
La vicenda divenne di dominio pubblico, suscitando la preoccupazione di molti cittadini, in seguito all’esposto del Comitato per la chiusura dell’inceneritore inviato in Provincia il 10 aprile 2013. Da piazza San Leone, a quel punto, interpellarono l’Arpat. Del caso, nell’estate dello stesso anno, si occupò ancheRoberta Angelilli, all’epoca vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente Pdl, che sulla vicenda ceneri presentò un’interrogazione parlamentare annunciando, a giugno, l’inizio di un’indagine da parte della commissione Ue.
Nel giro di pochi mesi, i Comuni proprietari dell’impianto e la Provincia, insieme a Asl e Arpat, decisero di procedere con il monitoraggio che oggi, a distanza di oltre un anno, può finalmente partire.

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