Ingombro del biodigestore. Manca tutto il resto nell'area sotto ferrovia (a dx) che non viene riportato eche sarà riempito con le attività spostate dall'attuale sede. |
Queste le nostre considerazioni finali per la 3° conferenza dei servizi che si terrà domani 12 aprile 2024.
All'interno troverete i link anche delle precedenti OSSERVAZIONI durante l'Iter di Assoggettabilità alla VIA e durante l'attuale percorso di Autorizzaizone Unica Ambientale (AUA).
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- Visto che l’impianto in questione pur essendo entrato a far parte del nuovo Piano dei Rifiuti della Regione Toscana (PREC), grazie all’Avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse alla realizzazione di impianti di recupero e riciclo di rifiuti urbani e derivati dal trattamento degli urbani, comunque “non comporta l’instaurazione di posizioni giuridiche od obblighi negoziali, né costituisce requisito preferenziale ai fini della realizzazione e dell’esercizio degli impianti stessi, per i quali dovranno essere acquisite tutte le specifiche e necessarie autorizzazioni. Pertanto, tenuto conto di quanto sopra, la ricognizione svolta non costituisce requisito per la realizzabilità degli impianti.” (All. 2 Prec – pag 74). PREC (che ad oggi è stato adottato con delibera del Consiglio regionale n. 68 del 27 settembre 2023, ma ancora da approvare);
- Visto che ALIA, a cui sono state cedute tutte le quote sociali pubbliche all’interno di AER Spa (che ora è per il 90% di ALIA e per il 10% privato), ha già i suoi impianti di riferimento tra cui appunto l’impianto di Montespertoli da 160.000 T/a tra Forsu e verde, oltre a quello di Case Passerini per circa 50.000 T/a e a quello di compostaggio di Faltona, Borgo San Lorenzo, per 35.000 T/a. Che insieme hanno una capacità, tra organico e verde, di 245.000 t/a. a fronte di una produzione annuale di Ato Toscana centro di circa 210.150 t/a (dati Ispra 2022). Quindi più che sufficienti anche senza il biodigestore di Selvapiana.
- Anche gli altri Ato, Sud e Costa, vi sono già impianti con capacità superiore alla loro produzione rispetto agli ultimi dati del 2022 di Ispra. Al limite, soltanto Ato Sud, è un po’ indietro con la raccolta della Forsu e vedrà un aumento delle tonnellate raccolte, attivandosi come impone la legge (art. 182-ter del D.Lgs 152/2006). Resta il fatto che gli impianti a San Zeno sono ben forniti e che essendo comunque un territorio molto agricolo e montano, molto organico finisce già nelle compostiere domestiche o concimaie o in aziende agricole dotate di biocelle.
- Visto che il PREC prevede 2 scenari di produzione totale di Rifiuti Urbani (RU) nella Regione Toscana, uno inerziale (che segue la legislazione vigente) e uno programmatico (più ambizioso), e che per entrambi tali scenari si prevede un calo della produzione dei rifiuti, molto alto se valutato fino al 2035:“Scenario inerziale: ca. 2.233.000 t, pari a -2,1% rispetto al dato relativo all’annualità 2019; Scenario programmatico: ca. 2.170.000 t, pari a -4,9% rispetto al dato relativo all’annualità 2019. La contrazione della produzione risulta più marcata al 2035, in quanto si stima: Scenario Inerziale: ca. 2.198.000 t, pari a -3,6% rispetto al dato relativo all’annualità 2019; Scenario programmatico: ca. 2.041.000 t, pari a -10,5% rispetto al dato relativo all’annualità 2019”(Rel. Rifiuti Prec).
- Come si legge nel PREC, nel 2020 (anno di riferimento del PREC), gli impianti di COMPOSTAGGIO per trattare la Forsu e parte del verde, a livello regionale, erano 9 per una capacità totale di 387.000 t/a, ma di fatto ne hanno trattate solo 243.692 t/a (per vari motivi, come si evince a pag. 52 dell’All. 2 del Prec, in cui si legge anche che alcuni sono in fase di revamping, in parte già previsti e in corso di realizzazione – anche con aggiunta di linee). Più un Biodigestore a Monterotondo di capacità di 70.000 t/a. A questi impianti si andranno ad aggiungere tutti quelli, tra compostaggio e biodigestione anaerobica, ipotizzati nel Bando di manifestazione di interesse (ammesso che tutti attivino le procedure di valutazione e richiesta di autorizzazioni). E’ palese ipotizzare una sovraccapacità per la frazione organica, già oggi superiore alla produzione attuale.
- Infatti nel documento del PREC (All.2 quadro esclusivamente conoscitivo), si evidenzia “come la situazione (ndr. impiantistica per la Forsu) sia in progressivo sviluppo e siano recentemente state autorizzate modifiche impiantistiche e nuovi impianti, in alcuni casi gli stessi siano già in costruzione. In primo luogo, si ritiene opportuno segnalare la dinamicità che sta caratterizzando l’impiantistica per il recupero del rifiuto organico”;
- Visto che la raccolta differenziata in generale e quindi anche la FORSU, può liberamente circolare su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’art. 181, c. 5, del D.Lgs. 152/2006, e che può esserci comunque il rischio che i comuni che dovrebbero conferire a Rufina, nel tempo, possano orientarsi in altri impianti (se pur più lontani, ma semmai più economici – a meno che non si preveda di applicare a Selvapiana un costo al cancello talmente basso per assicurarsi i rifiuti, col rischio che i costi di gestione ricaschino di nuovo sulle bollette così come i costi per la costruzione. Infatti i costi per realizzare qualunque impianto, questo compreso, saranno ricaricati sulle bollette degli utenti). D’altra parte la cosa è già successa durante la storia dell’inceneritore di Selvapiana che perdendo una parte di rifiuti non era più economicamente sostenibile.
- Visto che i comuni ipotizzati da progetto di AER spa sono del Mugello (già servito da Alia), del Valdarno (già servito da Alia), del Casentino – AR- (già serviti da Aisa), non si capisce bene come potrebbero preferire portare l’organico a Selvapiana invece che negli impianti di competenza dei loro ATO (prezzi super bassi??).
- Visto che AER Spa è al termine della sua “salvaguardia”, con scadenza 2029, alla quale subentrerà poi ALIA. Che ribadiamo ha già oggi i suoi impianti.
- Visto che il sito di Selvapiana contribuisce ormai da oltre 50 anni (dagli anni 1970 in poi) alla gestione/trattamento dei rifiuti dell’area della Valdisieve, e non solo, prima attraverso l’inceneritore, quindi dalla discarica delle ceneri e scorie e dall’area denominata di “trasferenza” e anche dall’isola ecologica.
- Visto che sul sito di Selvapiana SUSSISTE, appunto, la DISCARICA delle ceneri e scorie (che prima di essere messe nella discarica, venivano appoggiate nelle vicinanze dell’argine del fiume Sieve, chi è passato di lì nei primi anni di lavoro dell’impianto si ricorda bene i cumuli di cenere);
- Visto che in questi ultimi mesi sono stati eseguiti dei lavori per dismettere e smantellare l’impianto, non solo le parti in ferro (ciminiera ecc.), ma anche il cubo di cemento che accoglieva forno, fossa e uffici (che stando ai documenti presentati da AER per l’assoggettabilità alla VIA, si evince che non conveniva buttarli giù sia da un punto di vista economico che per il rischio di inquinanti stante il fatto che per i primi anni di vita dell’impianto non essendoci filtri adatti, gli inquinanti potevano essere rimasti sulle pareti e quindi potevano essere stati sigillati sotto le varie verniciature durante i diversi lavori di ristrutturazione e messa a norma);
- Che ad oggi, è rimasto il piazzale da cui si accedeva al portellone della fossa, e sotto al piazzale ci sono dei nuovi spazi, in cemento armato (costruiti su un un‘ulteriore nuovo piazzale sempre in cemento armato), dove sono raccolti in modo suddiviso varie tipologie di rifiuti provenienti dalla RD o dal conferimento dei cittadini. E in adiacenza vi è (e rimarrà) la DISCARICA messa in sicurezza perenne. Anche se per il luogo in cui si trova, ovvero a lambire l’argine del fiume Sieve, e con i cambiamenti climatici a cui assistiamo ormai durante quasi tutto l’arco dell’anno, spesso sempre più violenti, quel perenne ci dà tuttavia da riflettere, perché se l’argine crollasse per qualche motivo, per una esondazione/piena anomala… non ci vogliamo nemmeno pensare – d’altra parte le casse di espansione di Scopeti, sembra con progetto già definitivo… siano ancora molto indietro dall’essere realizzate. Non solo, Il Presidente Giani, all’ultima alluvione di Campi (nov. 2023) dichiarò "Che nessun sindaco mi venga a presentare piani urbanistici dove questa mattina ho visto l'acqua". Piani urbanistici o meno, peccato non sia mai venuto a vedere le piene della Sieve avvenute in tutti questi anni, dove l’area dell’inceneritore era un sorvegliato speciale (ricordiamo che poco a valle ci sono anche le prese dell’acquedotto di Pontassieve e di San Francesco, regolarmente censiti).
- Visto che per questa area della Valdisieve, che sia AER a gestire o ALIA, un luogo adibito a stazione di trasferenza sarà comunque utile. Così come una Isola Ecologica. Infatti per ovviare a ciò, si andrà ad occupare ulteriore suolo anche dalla parte opposta dell’attuale sito (di fatto sotto la ferrovia). Saturando inverosimilmente detta area;
- Ricordato che il Protocollo d’Intesa approvato con delibera di Giunta regionale n. 412 del 07-04-2015 - Protocollo sottoscritto in data 23/04/2015, per il superamento dell’inceneritore (tra comuni, AER spa, la ex Aer srl, Regione Toscana e Ato) stabiliva che nel sito: “aree e strutture su cui insiste attualmente l'impianto, restano a servizio del ciclo dei rifiuti conservando l’attuale destinazione urbanistica conforme alla gestione dei servizi di igiene urbana secondo quanto verrà stabilito dalla pianificazione di ambito”. Cosa che non andrebbe affatto in contrasto se l’area rimanesse così come è ora con le attività di RD, isola ecologica, stazione di trasferimento;
- Che nel Regolamento Urbanistico (RU) vigente, del Comune di Rufina, si richiama il Piano Provinciale di gestione dei Rifiuti in cui si prevedeva il potenziamento con recupero energetico dell’impianto di Termovalorizzazione “I Cipressi” e il suo ampliamento per costituire il Polo Ambientale Tecnologico. Definizione di Polo tecnologico che però nel vecchio Piano Provinciale Ato 6 non esiste, in quanto si scrive semplicemente (tab. 21, pag. 69 : “previsto potenziamento dell’impianto di almeno 15.000.000 Kcal/h e realizzazione recupero energetico” (poi non realizzato).
- E’ del tutto evidente che la dicitura “Polo Ambientale Tecnologico” è frutto solo dei Piani del Comune di Rufina, tanto che il Piano Strutturale ci sembra ancora più eloquente del RU: Il Piano Strutturale conferma inoltre la realizzazione del nuovo impianto comprensoriale per lo smaltimento fognario e prevede l’ampliamento ed il potenziamento dell’impianto per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (Polo Ambientale Tecnologico), secondo quanto previsto dal Piano Provinciale. (art. 20, lettera F)), andando a delimitare in parentesi Polo Ambientale Tecnologico (per racchiudere in 3 parole un concetto e dandogli anche qualcosa di “ambientale”);
- E’ bene ricordare tuttavia che gli strumenti di pianificazione del Comune di Rufina, comprese le previsioni, sono decadute in attesa dell’approvazione del nuovo Piano Strutturale Intercomunale (solo adottato) e del Piano Operativo (di cui è stata attivata la fase di partecipazione in questi giorni);
Detto questo,
al netto di tante altre argomentazioni più tecniche e
paesaggistiche sulle quali si sono già spesi i vari tecnici dei vari Enti e
sulle quali, in questo contesto, sorvoliamo, ricordando che comunque ci siamo
già espressi a riguardo con le nostre osservazioni e preoccupazioni, a cui
rimandiamo per la lettura (1-Osservazioni
VIA – 2-Osservazioni
AUA). Come unica eccezione alleghiamo un articolo di Mario Tozzi (su
La Stampa del 5 novembre 2023 – pag. 19: LIBERIAMO I FIUMI DAL CEMENTO), estremamente
chiaro e attuale, sui nuovi scenari che ci attendono da ora in poi visto il
cambiamento climatico in atto. Con precise previsioni e azioni da fare da
subito a titolo PREVENTIVO restituendo
alle aree golenali o di pertinenza fluviale che sia (compreso ove vi sia
Rischio idraulico ecc.), il loro ruolo di attenuazione dei danni.
Ci chiediamo veramente se questo impianto sia davvero necessario ai cittadini della Valdisieve, alle tante aziende agricole, agli agriturismi, a chi vive e lavora sul nostro territorio in settori ambientali e paesaggistici, a chi ci transita soltanto di passaggio o a chi transita per fare il pendolare e si troverà sempre più mezzi pesanti. Riflettiamo sul fatto che l’azienda attuale, ha ancora 5 anni di vita, e questo impianto avrà la durata di 20 anni (+20+20…..si sa come funzionano, poi, le proroghe).
VERAMENTE VOGLIAMO NUOVAMENTE
APPESANTIRE LA VALDISIEVE CON UNA STRUTTURA DI QUESTO TIPO CON LE PROBLEMATICHE
CHE NE POTREBBERO SCATURIRE?
CHIEDIAMO AGLI ENTI PREPOSTI DI NON AUTORIZZARE LA
COSTRUZIONE DEL BIODIGESTORE MA DI MANTENERE L’AREA COME SI TROVA ATTUALMENTE,
CON LE SUE ATTIVITA’ SEMPRE RELATIVE ALLA GESTIONE DEI RIFIUTI, DI NON
CONSUMARE ALTRO SUOLO.
VOLENDO, FATE PURE UNA ROTATORIA PER FACILITARE INGRESSO E USCITA DEI MEZZI, MA NIENTE ALTRO.
VI PROPONIAMO DI VENIRE A VEDERE IL SITO COME E’ ORA SENZA L’INVOLUCRO DELL’EX INCENERITORE, SENZA CIMINIERE, CON IL VERDE INTORNO, MAGARI DA VALORIZZARE ANCHE VISTO LA PROSSIMITA’ DEL FIUME SIEVE CON ACCESSO DALLA SPIAGGIA CHE SI E’ FORMATA UTILIZZATA DA PESCATORI, CANOISTI E FAUNA.
VI CHIEDIAMO DI RIPENSARE A QUESTO PROGETTO E DI NON AUTORIZZARLO.
Pontassieve, 11 Aprile 2024
Pratesi Catia
· L'articolo di Mario Tozzi su La Stampa del 5 novembre 2023 – pag. 19: LIBERIAMO I FIUMI DAL CEMENTO è qui: https://www.lastampa.it/cronaca/2023/11/05/news/liberiamo_i_fiumi_dal_cemento-13836275/
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