Luca mercalli, Presidente comitato scientifico Europa Verde Verdi
Pace o condizionatore? Io rispondo: entrambi.A patto di definire con quale energia alimentiamo il nostro comfort. La guerra russo-ucraina mette in luce le debolezze di un eccessivo approvvigionamento estero di energia fossile. Ma forse non lo sapevamo? È da vent’anni che per motivi ambientali si continua a chiedere la riduzione di uso delle fonti fossili sostituendole con le rinnovabili. Il primo conto-energia – il provvedimento legislativo che aprì ai privati la possibilità di installare pannelli fotovoltaici sul proprio tetto ottenendo un incentivo ventennale – è del luglio 2005. Chi scrive ha prontamente impiantato i suoi primi pannelli nel 2006, li ha mostrati in Tv e sui giornali sperando di convincere le masse a fare altrettanto, ci ha scritto libri e articoli, spesso tra indifferenza, derisione e critiche di snobismo ambientalista. Ridurre le emissioni? Chissenefrega. Importava solo se si guadagnava o meno e la gran parte dei cittadini hanno preferito ai pannelli solari continuare a utilizzare il gas a buon prezzo e usare il denaro per cambiare l’auto a rate da mostrare agli amici al bar. E dopo l’iniziale fiammata fino al 2012 (quando eravamo leader nel mondo per incremento annuo di installazione), burocrazia opprimente, rimodulazione degli incentivi e ostruzionismi fossili assortiti, hanno fermato la rampa di lancio di solare ed eolico facendo tra l’altro chiudere i battenti a migliaia di piccole imprese che erano sorte proprio per assecondare questa positiva richiesta. Nessuno le ha difese. Come tendere una corda tra i piedi di chi sta correndo. Ora le bollette alle stelle e il terrore di rimanere al freddo (o al caldo) in caso di serrata dei gasdotti russi, improvvisamente fa dire ai politici che bisogna correre con l’installazione delle rinnovabili. Ah… ieri dov’erano?

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