| Riproduzione artistica del progetto pilota per l’installazione di pannelli fotovoltaici lungo l’autostrada vicino a Martigny, nel sud della Svizzera ©servipier Ag |
Per riuscire a raggiungere le emissioni zero entro il 2050, la Svizzera deve incrementare la propria capacità di sfruttare l’energia solare. Ricoprire le autostrade di pannelli fotovoltaici sembrerebbe la soluzione ideale, ma l’applicazione pratica di questo progetto nel Paese resta una battaglia tutta in salita.
Simon
Bradley / swissinfo *
Laurent Jospin, amministratore delegato di Energypier, una
start-up svizzera che si occupa di energie rinnovabili, ha un sogno: migliaia
di pannelli solari che, lungo l’autostrada che si snoda attraverso la valle del
Rodano, nel Canton Vallese, forniscono energia sostenibile per aiutare a
contrastare la crisi climatica.
Luogo e condizioni sono perfetti per uno dei suoi progetti
pilota sulle autostrade solari, ormai divenute indispensabili, insiste. Il
Vallese, con le sue vigne terrazzate e i suoi fertili orti inondati dal sole,
dopotutto, è una delle zone più soleggiate del Paese.
“Temo che stiamo andando incontro a una situazione climatica
molto seria. Ora come ora, non siamo sulla strada giusta. Da padre, credo sia
mio dovere fare qualcosa in merito”, dice a SWI swissinfo.ch.
L’imprenditore vorrebbe installare 47'000 pannelli solari su
tettoie metalliche aperte, coprendo un tratto di 1,6 chilometri della A9 a
Fully, vicino Martigny, al fine di produrre elettricità per 12'000 case l’anno.
Energypier sta portando avanti un analogo progetto pilota su 2,5 km
dell’autostrada vicino a Zurigo, con l’obiettivo di alimentare 20'000
abitazioni. In una seconda fase, l’idea sarebbe di installare piccole turbine
eoliche verticali accanto alle strutture che reggono i pannelli, per
incrementare ulteriormente il potenziale di energia pulita.
Jospin è convinto di poter moltiplicare i suoi progetti in
tutto il Paese per favorire la diffusione delle energie rinnovabili.
Le autorità svizzere sono determinate a raggiungere
emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050 e l’energia solare è uno dei
pilastri principali di questa strategia. Con lo smantellamento delle centrali
nucleari, saranno le fonti rinnovabili a dover soddisfare la crescente domanda
di elettricità. Per il 2050, il governo svizzero vuole arrivare a 34
terawattora (TWh) di energia fotovoltaica l’anno (nel 2020 ne sono stati
generati 2,6 TWh). Tuttavia, implementare progetti nell’ambito del solare è più
facile a dirsi che a farsi.
Jospin, che gestisce la giovane start-up con uno staff di
dieci persone, oltre alle sue attività nel campo dell’energia solare
tradizionale, dell’immobiliare e della finanza, lotta per realizzare questo
sogno da più di 12 anni. Il suo progetto per le autostrade solari si è
scontrato con infiniti ostacoli amministrativi e con una serie interminabile di
domande da parte delle autorità municipali, cantonali e federali.
“È il solito millefoglie amministrativo svizzero… abbastanza
complicato”, scherza.
Nel 2018, l’Ufficio federale delle strade ha finalmente approvato
l’uso dell’A9, ma potrebbero volerci altri due anni prima che la struttura a
pannelli diventi parte effettiva dell’autostrada.
“Hanno colto subito l’interesse del progetto, ma li
preoccupava l’idea di costruire qualcosa che sovrastasse la carreggiata”,
spiega. La preoccupazione era che i pannelli o parte della struttura potessero
cadere sui veicoli o distrarre chi è alla guida.
Difficoltà nel reperimento dei fondi
L’installazione di pannelli sui tetti e le facciate degli
edifici già esistenti, in Svizzera, ha un potenziale più che sufficiente per
rispondere alle crescenti esigenze in materia di energia solare, almeno sulla
carta. Secondo l’Ufficio federale dell’energia, si potrebbe arrivare a produrre
50 TWh dai tetti e 17 TWh dalle facciate. Il governo, però, sostiene che siano
necessarie anche opzioni “complementari”, come quella dei pannelli solari sulle
strade, ed è pronto a dare libero accesso alle infrastrutture autostradali a
società private come Energypier.
Se inizialmente il piano di Jospin è stato frenato
soprattutto da questioni legali o di sicurezza, ci sono state difficoltà anche
nel trovare persone disposte a investire nell’innovativo progetto da 50 milioni
di franchi. La buona notizia, però, è che ora l’azienda sta negoziando un
grosso contratto di finanziamento.
Il progetto, tuttavia, deve ancora essere accettato nel
piano direttore cantonale e richiederà una licenza edilizia. Ottimisticamente,
i lavori potrebbero iniziare nell’autunno del 2022 e il primo progetto a
energia solare a Fully sarebbe poi pronto per la fine del 2023.
Altrove in Europa, Paesi Bassi, Belgio, GermaniaLink esterno e Spagna
stanno prendendo in considerazione progetti analoghi. Le strade fotovoltaiche
sono state introdotte in fase sperimentale anche in Francia e negli Stati
Uniti.
Pannelli sulle barriere antirumore
Il primo progetto pilota di Energypier coincide con la decisione governativa di modificare la
legislazione in modo da favorire l’installazione di pannelli solari sulle
barriere antirumore – strutture in cemento, acciaio, legno e altri materiali –
lungo autostrade e ferrovie. In teoria, questa misura consentirebbe di produrre
100 gigawattora (GWh) di elettricità l’anno (55 GWh dalle strade e 46 GWh dalle
ferrovie), sufficienti per 20'000 abitazioni.
In Svizzera esistono già dieci di queste installazioni che sono già presenti anche in qualche altro Paese (vedere il grafico che segue). La prossima è in programma nei pressi di Locarno, nel Canton Ticino.
Se l’idea di sfruttare le barriere antirumore suona promettente,
esistono diversi vincoli che ne limitano l’impatto complessivo in un Paese
densamente popolato.
“Il potenziale sfruttabile delle barriere antirumore
rappresenta solo lo 0,15% del potenziale nazionale sfruttabile di tetti e
facciate”, ha dichiarato il Consiglio federale svizzero in un recente rapporto.
L’installazione dei pannelli è regolata da normative di
sicurezza rigorose. Le barriere antirumore solari costano 30'000 franchi più
delle alternative tradizionali poiché richiedono studi e procedure aggiuntive.
Se orientati in maniera errata, infatti, i pannelli solari rischiano di
riverberare il rumore dei veicoli anziché assorbirlo. Inoltre, sono più
soggetti a furti e vandalismi, oltre che alle critiche dei gruppi per la tutela
ambientale.
Nonostante le difficoltà, Jean-Louis Scartezzini, esperto di
energia solare presso il Politecnico federale di Losanna (EPFL), è convinto che
valga la pena portare avanti questo tipo di progetti.
“Dobbiamo utilizzare tutte le superfici disponibili in
maniera intelligente, sulle autostrade come lungo le linee ferroviarie”, ha
detto a swissinfo.ch. Inoltre, ha sottolineato che le prime barriere antirumore
dotate di pannelli solari sono state installate nel cantone dei Grigioni già
nel 1989 e che non c’è motivo per non mettere nuovamente in pratica la stessa
idea servendosi della tecnologia moderna.
Innovazione sì, ma tra lentezze e complessità
La Svizzera è uno dei Paesi più innovativi in materia di
energia solare, come testimoniato dai suoi eccellenti istituti per la ricerca e
da progetti pionieristici come quello dell’aereo Solar Impulse. Il fotovoltaico, tuttavia,
fatica a farsi largo a livello nazionale, tanto che la Svizzera è più indietro
di gran parte dei Paesi europei in materia.
Nel 2020, è stato montato il 50% di pannelli solari in più
rispetto al 2019, ma i 100'000 impianti fotovoltaici coprono solo il 4,7% del
consumo di energia totale del territorio elvetico. In luglio, l’associazione di
professionisti del settore Swissolar ha dichiarato che, per raggiungere gli
obiettivi previsti nell’ambito del fotovoltaico, bisognerà effettuare un numero di installazioni 15 volte
maggiore.
Le autorità federali sostengono di aver già fatto molto,
soprattutto in tema di riforme giuridiche. Nel 2021, il governo ha messo a
disposizione 470 milioni di franchi per favorire l’installazione di impianti
fotovoltaici grandi e piccoli, cosa che pare aver semplificato le procedure. Da
quest'anno, le modifiche alla legge sull’energia in Svizzera, tra cui
l’introduzione di incentivi finanziari per incoraggiare installazioni solari di
grandi dimensioni e il montaggio di pannelli sulle facciate, dovrebbero incrementare
ulteriormente le cifre del settore.
Scartezzini, però, ritiene che il sostegno statale ai
progetti fotovoltaici sia decisamente troppo lento.
“Stanno cercando un modo di accelerare le cose”, dice, “ma è
tutta questione di priorità”.
Secondo lui, metà dell’energia solare di cui la Svizzera
avrà bisogno entro il 2050 si può ottenere utilizzando in maniera adeguata
anche solo il 2% dei tetti piatti.
Pannelli su edifici e case
Per le autorità svizzere, la presenza di batterie più
economiche e dal maggior rendimento che immagazzinano energia pulita nelle case
spingerà i cittadini e le cittadine a installare pannelli solari anche per
rispondere alle proprie esigenze energetiche personali.
< Pannelli solari sulla cooperativa abitativa di Grünmatt, a Zurigo, marzo 2021. © Keystone / Christian Beutler
Di certo è una strategia che può funzionare per imprese e titolari di proprietà immobiliari. Le grandi aziende già stanno elaborando piani per arrivare a emissioni zero e installando pannelli solari sui nuovi edifici. Il montaggio su infrastrutture e appartamenti che già richiederebbero una ristrutturazione, tuttavia, è molto più complesso.
Per Jospin, l’idea che installare pannelli sui tetti degli
edifici possa risolvere il problema della fornitura energetica non è che
un’illusione.
“Non potremo mai convincere la gente a installare pannelli
fotovoltaici della durata di 30 anni su tetti che di anni ne durano 15”,
commenta.
In questo senso, la popolazione svizzera è ben più cauta e
conservatrice dei suoi vicini europei, aggiunge.
“Vuole essere sicura di quello che fa, nell’installare
pannelli solari tra tanti cambiamenti tecnici”, spiega. “Certo, possiamo
mettere più pannelli solari sui tetti di appartamenti, supermercati ed edifici,
ma non riusciremo mai a installarne un numero sufficiente per il nostro
territorio”.
Jospin è convinto che il progetto delle autostrade solari
sia la risposta necessaria.
“Una volta portata a termine la prima e risolti i problemi
che dovessero presentarsi, potremo dimostrare come funziona e qual è il
procedimento da seguire, e a quel punto le cose procederanno molto più
rapidamente”, sostiene.
A seconda dell’esito dei suoi progetti pilota, Energypier
stima che i propri impianti fotovoltaici, abbinati a piccole turbine eoliche,
potrebbero essere installati su 100-700 km di autostrade svizzere e generare
tra 2,45 e 25,48 TWh di energia pulita ogni anno.
FONTE ARTICOLO: TVSVIZZERA.IT https://www.tvsvizzera.it/tvs/pannelli-solari-autostrade-svizzera-energia/47241520?fbclid=IwAR2yO3bSONBkfUrJ2hj29G9AKMagkOLFirrGuPUsgI6GJ8q4E_x1F6o47pQ
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