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In una lettera inviata in Regione, registrata come ulteriore osservazione, in attesa della seconda seduta della Conferenza dei Servizi che dovrebbe avvenire il prossimo 20 aprile, il Club Alpino Italiano sezione Toscana precisa la sua posizione e chiede di considerare bene alcuni aspetti del progetto proposto da AGSM.
In particolare si puntualizza come "non si debba affrontare la transizione ecologica privilegiando la necessità di realizzare impianti per la produzione di energie rinnovabili a scapito di un altro obiettivo, sicuramente molto importante (forse più importante), che è quello di potenziare e migliorare le superfici verdi per assorbire la CO2. Devono essere trovati compromessi accettabili, che in questo caso non ci sono."
Nel precisare poi di non voler "essere identificati fra coloro che dicono “no” a ogni proposta di sviluppo per la montagna" e consci dell'emergenza climatica, reputano un controsenso la trasformazione di territorio da area di valenza ambientale ad area industriale.
Il CAI valuta come un "danno irreparabile" anche l'impatto che i lavori e l'esercizio dell'impianto, produrrà sulla sentierista e sullo sviluppo del turismo lento; tanto sbandierato in questo ultimo periodo da tutte le realtà politiche dalla zona.
Amministrazioni che non vengono rispariamiate di critiche. Si legge infatti: "Ci ha colpito, in questo periodo di confronti sulla proposta AGSM, la miopia di qualche amministrazione e l’indifferenza o disattenzione di altre, come se si prospettasse una soluzione inevitabile e che il futuro non ci appartenesse. Ci ha lasciato perplessi anche l’atteggiamento irrispettoso del proponente verso coloro che non condividono il progetto, in particolare le gravi considerazioni sulle osservazioni del prestigioso Parco delle Foreste Casentinesi.
Di seguito e in allegato, la lettera completa:
CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE TOSCANA
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c/o Sez. CAI Firenze - Via del Mezzetta 2/m - 50135 Firenze tel. 055.6120467 - posta el.: info@caitoscana.it
Al Presidente Eugenio Giani All’Assessore per le politiche della Montagna Stefania Saccardi All’Assessore all’Ambiente e Fonti Rinnovabili Monia Monni regionetoscana@postacert.toscana.it
Oggetto: Progetto di impianto eolico industriale sul crinale appenninico al Giogo di Villore
Egregi
Questo nostro documento è un appello per chiedere attente valutazioni politiche e conseguenti decisioni per la risoluzione di situazioni legate allo sviluppo e alla tutela dell’ambiente montano. Le opportunità legate ai fondi europei richiedono di realizzare importanti progetti per la transizione ecologica ed è intuibile l’impegno che anche la nostra Regione dedicherà a questa grande opportunità. Non abbiamo dubbi sulla vostra sensibilità e attenzione ai problemi della montagna, ne abbiamo avuto percezione nel convegno di fine novembre organizzato da ANCI, ma alcuni eventi ci fanno temere soluzioni contraddittorie rispetto agli obiettivi auspicati in quella sede,
Il nostro Sodalizio, con una storia di 158 anni, ha da sempre fra i suoi obiettivi principali (art. 1 dello Statuto) lo studio e la diffusione della conoscenza delle montagne nonché la difesa del loro ambiente naturale. Con circa 330.000 soci di cui circa 13.000 nella nostra regione, oltre a un notevole indotto di appassionati, facciamo parte delle associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero e siamo fra i maggiori promotori della frequentazione delle montagne e dell’ambiente collinare; facciamo formazione a tutti i livelli per la sicurezza individuale e di gruppo, gestiamo l’ospitalità nei nostri numerosi rifugi, e effettuiamo la manutenzione per consentire la fruibilità di circa 70.000 km di sentieri in Italia, di cui circa 6.000 in Toscana. Collaboriamo con comuni, Parchi, Unioni di comuni e con la Regione stessa.
Ci teniamo a distinguerci nel nostro modo di essere ambientalisti, non vogliamo essere identificati fra coloro che dicono “no” a ogni proposta di sviluppo per la montagna. Viceversa vogliamo che la stessa sia vissuta da persone che abbiano la possibilità di abitarci e di lavorare e accessibile da coloro che, come noi, desiderano frequentarla. Non necessariamente uno scrigno intoccabile, ma deve essere una risorsa fondamentale per la salute e la qualità della nostra esistenza. Siamo consapevoli che ogni opera dell’uomo abbia un “costo” ambientale, però è necessario che siano rispettati dei limiti necessari per la sopravvivenza futura della nostra società; intendo dire che è obbligatorio garantire la qualità dell’aria, la disponibilità dell’acqua, un limitato consumo del suolo. Anni d’abbandono o di scarsa attenzione hanno determinato gravi danni ed è arrivato il momento di rimediare con soluzioni virtuose.
Per esempio ci sono casi su cui sarà necessario fare delle rivalutazioni; per citare i più gravi relativamente alle prospettive per il futuro della disponibilità di acqua, quali sono l’escavazione selvaggia sulle Apuane con le polveri che intasano le sorgenti, o la decisione di fare nuovi impianti di sci nel pistoiese a quote notoriamente inadeguate per la neve dove dovrà essere previsto l’innevamento artificiale dannoso per l’aspetto idrogeologico legato al depauperamento delle acque sotterranee. Ma vengo al punto.
In questi giorni la Conferenza dei Servizi sta esaminando il progetto per costruire l’impianto eolico in oggetto. Quello che sarà deciso è particolarmente importante per il futuro di tutto il crinale del nostro Appennino in quanto si tratta, per affermazione dei proponenti stessi, di un progetto “pilota” che, se approvato, sarà seguito inevitabilmente da altre iniziative analoghe.
Nelle intenzioni c’è l’obiettivo di “riempire” il crinale, al di fuori delle aree protette, con la maggiore quantità di impianti possibile. Si prospetta la distruzione del paesaggio, così com’è oggi, con gravi e incontrollati impatti ambientali che peseranno sulle coscienze di chi li permetterà.
Ovviamente siamo consapevoli dell’emergenza climatica (la montagna è una vittima di questa situazione) ma non deve essere un pretesto per ogni e qualsiasi tipo di soluzione.
Non abbiamo preclusioni per l’eolico anche se questo tipo d’impianti giganteschi (oltre 160 m d’altezza) non ci convincono soprattutto quando vengono proposti in zone importanti dal punto di vista naturalistico e così distanti dalle strade principali, quindi con danni, oltre che ambientali nel sito scelto, anche per la viabilità fortemente modificata a causa del transito dei grandi mezzi di trasporto utilizzati per il trasporto dei manufatti.Abbiamo partecipato a tutte le fasi di valutazione acquisendo la convinzione che si tratti di una
proposta molto negativa per i suoi contenuti e per la disattenzione alle prescrizioni dettate dalle leggi regionali vigenti, nonché da quelle nazionali e, riguardo alla tutela del paesaggio, dalla Costituzione stessa. Abbiamo effettuato anche noi le nostre osservazioni ed espresso posizione contraria e saremmo sorpresi se un progetto cosi scellerato fosse approvato, costringendoci ad azioni di contrasto successive.
Ma in questo nostro documento vorremmo mettere in evidenza alcuni aspetti di carattere generale sulla proposta in oggetto, su cui auspichiamo siano fatte adeguate riflessioni:
1-E’ nostra convinzione che non si debba affrontare la transizione ecologica privilegiando la necessità di realizzare impianti per la produzione di energie rinnovabili a scapito di un altro obiettivo, sicuramente molto importante (forse più importante), che è quello di potenziare e migliorare le superfici verdi per assorbire la CO2. Devono essere trovati compromessi accettabili, che in questo caso non ci sono.In altri progetti si pensa addirittura di potenziare il verde nelle città (giustamente) e questo progetto, invece, cementifica laddove la natura è già rigogliosa ed ha un suo perfetto equilibrio, interrompendo la continuità del corridoio ecologico del crinale appenninico, fondamentale per gli equilibri ambientali toscani e nazionali. Praticamente si prospetta la distruzione di un ambiente naturale in modo irreversibile, con grande consumo del suolo determinato dalla costruzione delle basi di sostegno delle enormi torri (per ognuna una base di cemento con superfice di 40 m x 30 m e profonda circa 4 m, dove il cemento sostituirà la roccia), e dal grande impatto nella costruzione della strada d’accesso al crinale dove l’abbattimento di un intero bosco non trova una adeguato ripristino in termini di assorbimento di CO2.
2-L’approvazione di questo impianto industriale dovrà far ripensare molti progetti di turismo sostenibile che transitano sul crinale appenninico in quanto gli importanti sentieri presenti nel tratto
interessato dall’impianto stesso (fra questi il sentiero Italia CAI simbolo di unità nazionale con l’escursionismo), subirebbero una interruzione, o quantomeno un forte disagio, per tutto il periodo di durata del cantiere, non essendoci la possibilità di aggiramenti temporanei. Al termine dei lavori gli stessi percorsi, anche se poi in parte ricostituiti con previsti by pass, risulterebbero comunque non apprezzabili a causa del fastidioso rumore e delle vibrazioni, soprattutto se il transito escursionistico, per oltre 5 km (in un tempo non considerabile transitorio per la sua durata) dovesse avvenire durante l’esercizio degli incombenti giganteschi aerogeneratori. Per i percorsi a lunga percorrenza ci sarà un danno irreparabile, che taglierà fuori il nostro territorio dalle frequentazioni attuali e future, abbastanza numerose, dai progetti dei Cammini e degli itinerari storici e culturali, su cui oggi il sistema del “turismo sostenibile” fa affidamento per il successo che ottiene in Toscana, anche nel comprensorio del Mugello.
3-Il progetto, si pone in forte contrasto con le intenzioni di ripopolamento delle zone montane e degli investimenti per favorire lo sviluppo di nuove attività lavorative “tradizionali” o comunque più rispettose dell’ambiente naturale, di cui si è parlato in numerose occasioni. Cito AGSM, “visti i risultati delle simulazione dei livelli di rumore previsti si consiglia al Comune di modificare il Piano Comunale di Classificazione Acustica portando l’area da una Classe I ad una Classe V”. In pratica viene richiesto di trasformare un’area a valenza ambientale in area industriale. Ovviamente si prospetta un ambiente ostativo, o quantomeno poco appetibile, per altre attività
Ci ha colpito, in questo periodo di confronti sulla proposta AGSM, la miopia di qualche amministrazione e l’indifferenza o disattenzione di altre, come se si prospettasse una soluzione inevitabile e che il futuro non ci appartenesse. Ci ha lasciato perplessi anche l’atteggiamento irrispettoso del proponente verso coloro che non condividono il progetto, in particolare le gravi considerazioni sulle osservazioni del prestigioso Parco delle Foreste Casentinesi.
Confidiamo in decisioni che valorizzino il nostro territorio, che siano orientate a migliorare la qualità dell’ambiente montano, che possano risolvere i gravi problemi idrogeologici, garantire la stabilità dei versanti e agevolare la qualità della vita delle future generazioni.
Ringrazio per l’attenzione e porgo distinti saluti
Il Presidente del CAI Toscana Giancarlo Tellini
Firenze 26 marzo 2021
AOOGRT / AD Prot. 0136882 Data 29/03/2021 ore 09:44 Classifica P.120.030.
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