L'Associazione Valdisieve con Associazione "Vivere in Valdisieve, hanno elaborato le Osservazioni nel procedimento in corso in Regione Toscana: Procedimento Autorizzativo Unico Regionale (PAUR) su queste richieste di CSAI:
Permesso di costruire;
Variante del Piano Strutturale, del Regolamento Urbanistico e del Piano di Classificazione Comunale Acustica del Comune di Terranuova Bracciolini;
Approvazione del Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti;
Concessione idraulica;
Parere urbanistico‐edilizio;
Parere igienico‐sanitario.
1- 1- Premessa: Fine vita MAI
Prima di tutto ripartiamo dalle nostre osservazioni del 10 Giugno del 2017, durante una modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati-PRB- (Del. N. 22 del 29.3.2017), in cui al punto 7 chiedevamo: Per quanto riguarda la Discarica di Podere Rota, ci uniamo alla richiesta degli amici del Valdarno, alle prese ormai da molti anni con le problematiche inerenti la discarica (in particolare per i cattivi odori), a considerare di inserire nella presente modifica al PRB la formalizzazione – in via ufficiale – della chiusura della Discarica di Podere Rota con cessazione dei conferimenti di rifiuti, sia trattati che non trattati, entro e non oltre la data prevista del 31.12.2021 (e comunque ad esaurimento dei volumi concessi con l’ultimo ampliamento), con conseguente immediato avvio della gestione post-mortem dell'impianto di smaltimento.
Dopo 30 anni di attività, ci sembrerebbe il minimo.
A dette osservazioni comunque ci fu risposto che la cosa non era inerente le modifiche in corso al PRB e quindi di fatto non risposero (ed era del tutto ovvio).
Ma adesso, questa richiesta la ribadiamo di nuovo, questa volta in un ambito corretto. Di questo si parla nell’iter in oggetto, invece di una chiusura dell’attuale discarica, la sua prosecuzione facendone una nuova.
- Di questo passo, vorremmo far notare, che: se
ogni volta che ci troviamo a “fine vita” di un impianto, e invece di
attenderne la chiusura naturale e quindi poi anche la bonifica (di cui il
Proponente ha già messo da parte una quota fin dalle ultime autorizzazioni, per
legge), si cerca invece di chiedere AMPLIAMENTI con nuove autorizzazioni o
modifiche delle esistenti, ecc., una fine CERTA di questi impianti NON avverrà
MAI.
- E questo non è giusto per i cittadini, per i
territori che magari hanno investito proprio con la prospettiva di risanare
ferite di questo tipo, sotto tutti i punti di vista: dalla deturpazione del
territorio, agli odori sgradevoli (vomitevoli anche solo passando
dall’Autostrada), alle infiltrazioni delle falde acquifere (siamo nei pressi di
fiumi e torrenti), all’incremento del traffico, al consumo di suolo
verde e agricolo, ecc.). Facile è accanirsi con i soliti luoghi solo perché vi
è situato un impianto esistente.
- Problemi di innalzamento delle concentrazioni
dei solfati nel piezometro di versante TPZ18 sono emersi anche
molto recentemente. A Settembre scorso era stato reso pubblico il rapporto
dell’Arpat relativo agli anni 2018/2019 sullo stato di salute delle acque
sotterranee. Ne era emerso un ulteriore innalzamento di questi valori.
L’agenzia comunicava quindi la necessità, per Csai, di “procedere alla notifica
di potenziale contaminazione” e il sindaco di San Giovanni dichiarava così:
"l’avvio del procedimento da parte della Regione Toscana, perché la
vicenda relativa alla potenziale contaminazione messa in evidenza dalla
relazione di Arpat Arezzo nel settembre 2020 ancora non è stata chiarita.
Stupisce che gli uffici della Regione Toscana abbiano comunque deciso di
procedere con l’avvio del provvedimento autorizzatorio senza che questo
delicato passaggio avesse avuto prima una spiegazione certa. Il principio di precauzione
vuole che si chiuda una procedura prima di aprirne una nuova”. (fonte https://www.arezzonotizie.it/attualita/podere-rota-paur-inchiesta-pubblica.html).
- E’ il momento di attuare le azioni e gli
obiettivi del PRB a livello regionale in cui si prevede che le discariche
diminuiscano e che non sono previsti ampliamenti di quelle esistenti.
Soprattutto se trattasi di discarica di tipo privatistico, come sembra essere
quella di cui si chiede l’ampliamento (per RSNP).
- Interessante l’analisi anche sotto questo aspetto di “interessi privati”, che ne fa il Comitato Vittime di Podere Rota in un articolo su Valdarnopost.it, a questo link: http://valdarnopost.it/news/ampliamento-discarica-il-comitato-vittime-di-podere-rota-fa-il-puntio
- Infine vogliamo ricordare una Sentenza del 23
marzo 2015, N. 12019, della Corte di Cassazione, sez. III Penale, in cui in
estrema sintesi si riconosce che: “gli odori molesti sono illeciti anche se
provengono da impianti autorizzati. Il reato di cui all’art. 674 cod. pen.
(Getto pericoloso di cose) è configurabile anche in presenza di “molestie
olfattive” promananti da impianto munito di autorizzazione per le emissioni
in atmosfera (e rispettoso dei relativi limiti, come nel caso di specie), e ciò
perché non esiste una normativa statale che preveda disposizioni specifiche –
e, quindi, valori soglia – in materia di odori.” [1] Ciò ad
ulteriore dimostrazione che gli impatti odorigeni emessi dal Sito di Podere
Rota, segnalati dai tanti cittadini in tutti questi anni (sia ad Arpat che
all’Osservatorio sulla discarica di Podere Rota – da ora “Osservatorio”), sono
dannosi per la salute e il quieto vivere delle persone, addirittura
perseguibili.
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