Riceviamo e pubblichiamo volentieri il racconto di un nostro amico Gian Paolo che ha fatto la Lione-Londra in Bici. E' una testimonianza reale, in diretta, di come sia possibile scegliere di muoversi in libertà e con sostenibilità scegliendo di spostarsi in bicicletta (ovviamente avendo a disposizione piste ciclabili ben tenute e servizi).
Un bell'esempio da cui prendere spunto anche per i progetti che in questi mesi stanno cercando di prendere il via grazie ai bandi europei (UIA, Urban Innovative Action).
Abbiamo contribuito con il Comune di Pontassieve, come associazioni della Val di Sieve, all'elaborazione del progetto per una pista ciclabile da Rignano a Firenze. Indipendentemente dall'esito del bando, speriamo che tale progetto possa realizzarsi comunque. Insieme ai tanti altri già previsti nei vari Piani regionali (ES: Progetto Ciclopista dell’Arno, Ciclovoa Verona-Firenze), e a quelle già attive (http://www.bellitaliainbici.i t/percorsi_ciclabili_toscana.h tm; https://www.piste- ciclabili.com/).
Un criterio del progetto UIA, è proprio quello di poter essere replicato altrove. Iniziamo anche noi a "copiare" ciò che di buono viene proposto in altri paesi.
Questo il racconto:
"Non avevo mai capito fino
in fondo il piacere di andare su piste ciclabili prima di questo viaggio da
Lione a Londra in bicicletta. Il percorso è quasi interamente su piste o
stradine secondarie che corrono lungo fiumi e canali, attraversando colline,
boschi e splendidi borghi medievali.
Il vero viaggio su piste ciclabili inizia a
Mâcon (a circa 90km a nord di Lion) sulla Voie Verte che va a Châlon-sur-Saône,
passando per la famosa abbazia di Cluny e seguendo il vecchio tracciato della
ferrovia. Le stazioncine principali sono state trasformate in centri
informazione e accoglienza turistica ed è disponibile un servizio di noleggio
bici. Nel tratto piú
collinare c'è il tunnel del Bois Clair, il più lungo d'Europa ciclabile (1.6km), chiuso
d'inverno per non disturbare le colonie di pipistrelli che vi si rifugiano.
Da Châlon a Santenay c'è la voie verte (anzi bleue) che
passa accanto al Canal du Centre; poi da Santenay c'è la Voie des vignes fino a
Beune. Tecnicamente questa non è una voie verte, ma un percorso creato
collegando stradine di campagna che si snodano sulle colline tra i vigneti, ben
segnalate, con cartelloni che raccontano la storia e le caratteristiche del
territorio, e con aree di sosta, una delle quali attrezzata perfino con chaise
longue d'acciaio! Poi varie strade in collina fino a imboccare la Voie Verte du
Canal de Bourgogne, molto bella e rilassante, che conduce a Tonnerre e Saint
Florentin (e, con tratti su strada, fino a Auxerre) e che costeggia borghi tra i
piú belli di Francia, come
Chateauneuf en Auxois.
L'Avenue Verte che
collega Parigi e Londra non è ancora del tutto ultimata, ma è già per la maggior parte su piste
ciclabili. Per uscire dal centro di Parigi si segue il Canal Saint Martin, la
Senna, sempre su piste ciclabili, poi a nord per decine di chilometri lungo
strade secondarie fino alla valle dell'Epte con la bella pista ciclabile fino a
Gisor, lungo una ferrovia dismessa. Al proseguimento della pista stanno
lavorando, ma intanto il tratto realizzato è molto frequentato da ciclisti e
pedoni, asfaltato e ben attrezzato con panchine, tavoli, e punti di scambio
libri.
Attualmente, la pista
ricomincia a Forges e conduce fino a Dieppe, da dove partono i traghetti per
Newhaven, in Gran Bretagna. La sezione inglese dell'Avenue Verte Parigi-Londra è
in genere molto più "selvaggia" di quella francese: alcuni
tratti sono su sentieri sterrati in mezzo a boschi, in condivisione anche con
cavalli. Da Polegate, a nord di Newhaven, c'è il Cuckoo Trail fino a
Heathfield, lungo una vecchia linea ferroviaria dismessa; poi la Forest Way,
anch'essa su ex-ferrovia, da Groombridge a East Grinstead. Infine un percorso
misto piste-strade che attraversa colline e paesi come Crawley, Horley,
Redhill, passa a fianco dell'aeroporto di Gatwick e arriva a Londra.
Soprattutto, prima di
questo viaggio, non avevo mai capito quanto sia utile e bello il progetto di
una pista ciclabile. La scoperta è che non
ci vanno solo le bici, ma la gente del posto (e non) ci si ritrova, ci
passeggia liberamente con figli e cani, ci corre e cammina. Insomma diventano
lunghe oasi dove starsene in pace, senza tutti i pericoli e i disagi del
traffico a motore. La condizione fondamentale, peró, è che le piste siano condivise,
cioé che pedoni e bici (e a volte
anche cavalli e cavalieri) convivano armoniosamente. I pedoni hanno la priorità, e questo deve essere sempre
ben chiaro e visibile.
Ringraziamo Gian Paolo Chiari per averci consentito la pubblicazione del testo e delle foto.
Chiunque si trovasse a fare un esperienza di questo tipo anche in altri luoghi, lontani o vicini, se vuole, ci può mandare il suo racconto e le sue foto (a assovaldisieve@gmail.com).
Grazie
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