Mentre la Procura indaga sulla gara del gestore unico, Confcommercio protesta: "Superiamo la media nazionale del 10%"
di MASSIMO VANNIToscana sud, con il maxi appalto la tariffa rifiuti fa boom. Se la gara del gestore unico dei rifiuti sia stata o no cucita 'su misura' sarà l'inchiesta della procura di Firenze a stabilirlo. Quello che è già chiaro è che gli abitanti delle ex province di Siena, Arezzo e Grosseto pagano oggi per lo smaltimento dei rifiuti uno tra i conti Tari più alti d'Italia: «Siamo abbondantemente oltre il 10% la media nazionale: secondo le tabelle del ministero delle finanze il costo dello smaltimento dovrebbe essere di 9,3 milioni e invece siamo a 12 milioni di euro», fa i conti Daniele Pracchia, direttore Confcommercio di Siena. Un'impennata che ha accompagnato proprio l'arrivo di Sei Toscana come nuovo gestore unico del sud: «È un dato di fatto che il nuovo gestore ha portato a questi aumenti: nel passaggio da Tia a Tari l'incremento è stato del 10% e poi sono arrivati ulteriori incrementi», sostiene il direttore Pracchia.Più che delle tariffe però, il cruccio del gestore unico Sei toscana il cui ad Eros Organni è da alcuni giorni indagato, è proprio l'inchiesta: «Abbiamo piena fiducia nella magistratura e auspichiamo che si compiano al più presto tutte le verifiche necessarie a chiarire il procedimento di aggiudicazione del servizio rifiuti, la cui correttezza riteniamo che alla fine verrà dimostrata», dice Simone Viti, il presidente di Sei che comprende aziende pubbliche come Sienambiente (capofila) e colossi della cooperazione come Cooplat. Viti è convinto che «il percorso sia stato regolare». E che il sospetto di una gara cucita ‘a misura' si dissolve, se si pensa che «il raggruppamento d'imprese si è adeguamento ai requisiti di fatturato, dipendenti e chilometri percorsi».
Secondo Viti «se i parametri fossero stati diversi anche il raggruppamento si sarebbe adeguato, ma questo non significa che la gara è cucita a misura». E se qualcuno trova strano che su tre cordate interessate due (Iren ed Hera) si sono ritirate lasciando soltanto Sei in gara, aggiunge il presidente «si deve tener conto che il servizio di raccolta è ricco di manodopera e non è strano che si siano ritirati due esterni». Non così la pensano i 5 Stelle, che negli ultimi due anni hanno duramente contestato, a colpi di interrogazioni e di esposti alla magistratura, il capitolato di gara. «Il requisito della gestione di un termovalorizzatore ha inopportunamente escluso dalla gara molti operatori», fa notare il candidato sindaco dei 5 Stelle di Grosseto Giacomo Gori. «Ma la richiesta appare ulteriormente singolare se si pensa che, al momento del bando, era già stato escluso dalle previsioni la realizzazione di un impianto di incenerimento», aggiunge Gori. Non solo. La gara prevedeva l'obbligo, insistono i 5 Stelle, «di corrispondere ai precedenti gestori i crediti Tia non riscossi, più o meno 10 milioni di euro». Una clausola, sostiene Gori, «disincentivante per tutti i concorrenti, meno che per i precedenti gestori». In parte confluiti poi nella società Sei Toscana. I 5 Stelle contestano anche la legittimità della scelta del gestore unico: «Quando deciso dalla Regione va contro le norme europee, che parla di ambiti piccoli. E anche l'Antitrust lo ha rilevato».fonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/03/10/news/rifiuti_col_maxi_appalto_il_caro_tariffa-135136558/
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