Sono stati presentati ieri, in una conferenza stampa al comune di Vercelli, i risultati dello studio epidemiologico Arpa sulla popolazione residente nei pressi dell’inceneritore di Vercelli.
L’inceneritore, attivo dall’inizio degli anni ’70 e chiuso nel 2014, era di proprietà della società ATENA Patrimonio Spa, mentre la gestione era affidata alla ditta Veolia.
L’impianto
era costituito da tre linee, aventi ciascuna una potenzialità termica
di 7.140.000 kcal/h (8302 kW), autorizzate per smaltire ciascuna:
- 72.3 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani (R.S.U.) e speciali assimilabili agli urbani
- 2.7 tonnellate al giorno di rifiuti speciali ospedalieri (R.S.O).
Il
calore sviluppato durante la combustione veniva utilizzato per generare
vapore surriscaldato inviato successivamente a due turboalternatori per
la produzione di energia elettrica.
Nel 2014 è iniziato uno studio epidemiologico sugli effetti sulla salute dell’inceneritore, reso possibile grazie ad un progetto CCM del Ministero della salute. Lo studio è stato coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia e Salute ambientale dell’Arpa Piemonte,
in collaborazione con il Dipartimento Arpa di Vercelli, i Comuni di
Vercelli ed Asigliano Vercellese e l’Asl di Vercelli (Servizio di Igiene
e Sanità Pubblica).
Lo
studio epidemiologico aveva l’obiettivo di studiare i possibili effetti
sulla salute, con particolare riferimento ai dati di mortalità e
morbilità (ricoveri ospedalieri) per alcune cause correlabili alla
residenza in prossimità dell’impianto di incenerimento dei rifiuti, basato sulla storia residenziale della popolazione nei comuni di Vercelli e Asigliano con un follow-up di mortalità e morbilità dal 1.1.1997 fino al 31.12.2012 (15 anni). L’esposizione dei
residenti nell’area interessata dalle emissioni dell’impianto è stata
stimata attraverso modelli di dispersione, rafforzati da dati
provenienti da campagne di campionamenti ad hoc.
La popolazione residente è stata divisa tra esposti (residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore) e non esposti (residenti nei due comuni fuori dall’area di ricaduta).
È stato misurato il rischio di contrarre una patologia dei residenti nell’area di ricaduta verso l’area di non esposizione.
I risultati della mortalità mostrano rischi significativamente più elevati nella popolazione esposta
per la mortalità totale, escluse le cause accidentali (+20%). Anche per
tutti i tumori maligni si evidenziano rischi più alti tra gli esposti
rispetto ai non esposti (+60%), in particolare per il tumore del
colon-retto (+400%) e del polmone (+180%). Altre cause di mortalità in
eccesso riscontrate riguardano la depressione rischio aumentato
dell’80% e più), l'ipertensione (+190%), le malattie ischemiche del
cuore (+90%) e le bronco pneumopatie cronico- ostruttive negli uomini (+
50%)
I
risultati dell’analisi dei ricoveri ospedalieri sono stati utilizzati
per calcolare l'incidenza di patologie correlate considerando solo il
primo ricovero. Dall’analisi emergono dei risultati che confermano molti
dei rischi emersi dall’analisi dei dati di mortalità: rischi aumentati
per il tumore del colon-retto (+35%), depressione (+10%), ipertensione
arteriosa (+20%). Anche per le bronco pneumopatie cronico- ostruttive i
rischi sono aumentati nello stesso modo (+12%).
Alcuni risultati sono significativamente aumentati solo nelle analisi di morbilità: rischio più alto di ricovero per diabete (+10%), per le malattie degenerative del sistema nervoso centrale (con il 10-20% di aumento del rischio ). Rischi aumentati sono stati trovati anche per le patologie epatiche croniche e cirrosi (+30%).
I
risultati ottenuti sono simili ai risultati di altri studi
epidemiologici condotti in passato su inceneritori di vecchia
generazione, che avevano evidenziato eccessi di rischio per tutti i
tumori, per tumore del colon retto, per il tumore del polmone, per i
linfomi, per le malattie ischemiche cardiache, per le malattie
respiratorie.
L'area in studio è critica da un punto di vista ambientale; i risultati soffrono di una povera caratterizzazione dell’esposizione occupazionale
e di informazioni sui fattori di rischio individuali dei soggetti della
coorte. Alcune patologie, come la depressione e le malattie
degenerative del sistema nervoso centrale, potrebbero essere spiegate
con l’esposizione a pesticidi utilizzati in agricoltura, ampiamente utilizzati nella stessa area di ricadute delle emissioni dell’inceneritore.
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