Il D.Lgs. sui Delitti Ambientali in via di approvazione rappresenta sicuramente un passo in avanti con lo scopo colmare il vuoto normativo presente nella legislazione della Repubblica Italiana in materia ambientale.
L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ha ascoltato con attenzione il dibattito che si è sviluppato in questi ultimi mesi tra i giuristi circa pregi ed i difetti del testo di legge in esame.
Le diversità di opinioni attengono sostanzialmente alle scelta se portare ad approvazione la legge in breve tempo - senza incorrere nel rischio di vedere l’Ordinamento Repubblicano ancora privo di leggi efficaci sulla tutela ambientale -, pur riconoscendo i limiti del testo, oppure se migliorarlo per non trovarsi con una norma poco chiara, o addirittura ambigua, che si presti cioè ad interpretazioni giurisprudenziali che non garantirebbero nei fatti né la tutela ambientale, né la salute dei cittadini.
Si ricorda che ISDE Italia si è già espressa in maniera critica sul trittico normativo in materia ambientale (D.Lgs. 23 Dicembre 2013, n. 145, convertito con modificazioni dalla L. 21 Febbraio 2014, n. 9 - noto come Decreto “Destinazione Italia"-; il D.Lgs. n. 91 del 24 Giugno 2014; Decreto-Legge 12 Settembre 2014 n. 133 meglio noto come “Sblocca Italia”) che, in nome della semplificazione, riduce le garanzie di tutela degli interessi collettivi e sposta verso interessi particolari la salvaguardia dell’ambiente e della salute.
In particolare, in materia di rifiuti, le fonti normative emanate con un approccio “emergenziale” rendono palese la volontà del Governo di mantenere in vita, in contrasto con la normativa EU, la vecchia pratica dell’incenerimento, favorendo il trasferimento di rifiuti da una Regione all’altra. Così come in campo energetico indirizzano chiaramente verso la ricerca anacronistica e antieconomica di idrocarburi liquidi e gassosi o di fonti geotermiche, con estese campagne di trivellazioni del sottosuolo e delle profondità marine prospicenti le diverse regioni delle Penisola e delle Isole, in contrasto con tutti gli indirizzi nazionali ed europei verso le fonti rinnovabili e lo sviluppo sostenibile.
Preoccupano, infine, la possibilità che i grandi poli produttivi possano ottenere in fase di AIA valori limite di emissione più elevati e “proporzionati ai livelli di produzione” e la semplificazione delle procedure di controllo tramite l’introduzione del silenzio-assenso. Questi provvedimenti non vanno nella direzione della prevenzione dell’inquinamento né del miglioramento delle condizioni degli ecosistemi. In particolare il primo consente ai grandi impianti di continuare ad inquinare e il secondo determina il rischio che i progetti di re-industrializzazione, in assenza di efficaci azioni di bonifica, determinino un ulteriore impatto ambientale e nuove ricadute sanitarie su popolazioni già fortemente provate in termini di morbosità e mortalità.
ISDE Italia auspica che l’approvazione della legge sui delitti ambientali riesca a trovare i giusti contenuti perché il diritto ad un ambiente sano e la difesa della salute vengano concretamente difesi nell’interesse collettivo e non vengano subordinati ad interessi diversi.
Associazione Medici per l'Ambiente
ISDE Italia
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Arezzo, 21 Aprile 2015
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