Nulla di fatto oggi a Parigi. Il TAV è un UFO! Un progetto che non vale un CIPE
Un
pugno di mosche. Ecco quanto si è trovato in mano il CIPE venerdì
scorso, dopo decenni di studi e centinaia di milioni spesi. Il progetto
dei francesi? Non pervenuto, semplicemente non l’hanno fatto. Quello
della parte italiana? Non va bene, è da cambiare. Niente progetto
complessivo dell’opera, niente costo certo: un capolavoro di geometrica
inefficienza.
L’è tutto da rifare
Gino
Bartali l’avrebbe detta così. Comunque la si voglia girare, grosso
guaio al CIPE con tutti gli occhi addosso. I media sovraeccitati per una
svolta che non arriva mai. L’Europa a corto di soldi, pronta a tagliare
il contributo. E quei diavoli dei No Tav, Sindaci e Movimento, che
hanno già certificato tutte le falle di una decisione che non può essere
assunta (1).
Come evitare la figura barbina? I prestigiatori ministeriali si inventano l’inedita approvazione con respinta, degna di una commedia nonsense.
Il CIPE approva, si, ma contestualmente rimanda indietro il progetto
perché vuole sia cambiato. Cioè non approva. Un balletto ai limiti del
ridicolo, che riguarda solo il piccolo 20% di opera in territorio
italiano. Perché, parafrasando Lorenzo De Medici, dai francesi “non v’è certezza“.
Ripassate dal VIA … con tanti auguri
Come tradizione, le parole di Mario Virano disegnano la cifra della disfatta (2): “Una
delle novità contenute nel progetto, sotto forma di prescrizione, è
invece la richiesta al soggetto promotore di elaborare un
approfondimento per avviare lo scavo del tunnel di base a partire da
Chiomonte. Ovviamente lo studio, che sarà messo a punto, sarà poi
sottoposto a valutazione di impatto ambientale“. Ovviamente.
Ergo.
l’opposizione No Tav non molla, scavare da Susa è impossibile. Il
Governo vuole partire da Chiomonte. Quindi s’ha da rifare il progetto,
che pertanto non è definitivo. E ci tocca rifare la trafila della VIA.
Come nel Monopoli: fate tre passi indietro con tanti auguri.
Conclusione: dobbiamo aspettare i francesi, se ne riparla tra un paio di
anni.
Il Settimo Protocollo
Quindi
ennesimo nulla di fatto oggi a Parigi. La nutrita collana letteraria di
Accordi e documenti accessori si arricchirà di un nuovo noioso
capitolo. Il protocollo parlerà delle remunerative poltrone nel nuovo
Promotore Pubblico, dei solenni impegni morali rispetto alla manifesta
presenza mafiosa nei cantieri, delle languide speranze nel contributo
europeo, bla bla bla … Tutto meno che di “avvio dei lavori“,
costantemente bloccato dal mancato rispetto delle condizioni fissate nel
2001 da Italia e Francia (3): non c’è il progetto definitivo, non c’è
la VIA completa, non c’è il costo dell’opera. E non c’è la galleria di
Chiomonte: in 44 mesi di cantiere “lumaca” LTF ne ha scavato meno di un
terzo.
Gianni
Brera l’avrebbe descritta come l’antica arte di menare il torrone, una
melina che pare stia stancando persino i giornali “amici” (4).
Vent’anni di commedia
Oggi
a Parigi il menù prevede solo brodo allungato. Hollande e Renzi, in
piena ritirata strategica, tenteranno di vendere all’Europa una
Torino-Lione formato bonsai. Siamo anni luce distanti dalle faraoniche
velleità di un tempo. La cifra è già sui giornali (5): 3 miliardi di
euro, insufficienti anche solo per un quarto del tunnel di base, quotato
8,6 miliardi teorici, più di 12 reali (6). E niente è più inutile di
un’opera inutile incompiuta.
Dal
1996 le cricche affaristiche italo-francesi pestano acqua nel mortaio
della Torino-Lione. Dopo vent’anni, il tempo sufficiente per fare non
uno ma ben due tunnel di base, si ripresentano nuovamente a mani vuote.
La loro incapacità è imbarazzante. Quanto può durare ancora questa
commedia?
(2) Ilsole24ore, 20 febbraio 2015 http://www. ediliziaeterritorio. ilsole24ore.com/art/ infrastrutture24/2015-02-20/ torinolione-costo-totale- miliardi-194558.php?uuid= AbiboFGL
(3) Accordo 29 gennaio 2001 (L. 228/2002), art. 5 “L’oggetto
del presente titolo è la definizione delle condizioni secondo le quali
saranno condotti nella prima fase, che inizia nel 2001, gli studi, le
ricognizioni e i lavori preliminari della parte comune italo-francese
della sezione internazionale. Essa si concluderà allorché la CIG avrà
proposto ai due Governi un progetto di protocollo addizionale al
presente Accordo per la realizzazione delle opere definitive della parte
comune italo-francese del collegamento, in conformità alle disposizioni
dell’art. 4. I suddetti lavori comportano, in particolare, l’esatta
definizione del tracciato e delle procedure di valutazione ambientale
applicabili nei due stati, lo scavo delle discenderie e delle gallerie
di prospezione, i lavori annessi e l’insieme degli studi necessari alla
definizione del progetto della parte comune italo-francese del
collegamento.“
(4) La Stampa, 24 febbraio 2015 http://www.lastampa.it/2015/ 02/23/cronaca/tav-nasce-la- nuova-societ-ma-sui-costi- bisogna-aspettare- vTYJibYjHZQffRH6VPf8wK/pagina. html
(5) Ilsole24ore, 22 febbraio 2015 http://www.ilsole24ore.com/ art/impresa-e-territori/2015- 02-22/tav-12-miliardi-avviare- lavori-081315.shtml?uuid= ABtSNwyC
(6)
Contratto di programma 2012-2016 – Parte investimenti, sottoscritto in
data 8 agosto 2014 tra la società Rete ferroviaria italiana (RFI) Spa e
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, http://www.senato.it/service/ PDF/PDFServer/BGT/435382.pdf
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