Il cosiddetto decreto
“Sblocca Italia” è appena stato approvato al Senato con 157 voti favorevoli e
110 contrari (in molti invece sono usciti). Secondo l’attuale art. 35, entro
il 13 Dicembre 2014, il Presidente del
Consiglio con proprio decreto individuerà gli "impianti
di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali,
esistenti o da realizzare, " definendoli un sistema integrato
e “moderno” di gestione dei rifiuti e addirittura “infrastrutture
e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della
tutela della salute e dell'ambiente” (cioè: aree di possibile militarizzazione).
In realtà le soluzioni delineate
nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete e contrarie
alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in
materia di rifiuti, per i seguenti motivi:
- non si prende
in considerazione il fatto che oggi, in Italia, disponiamo di
tecnologie in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti, compresi
quelli indifferenziati. Tali impianti – a freddo- consentono di
chiudere il ciclo senza discariche e inceneritori,
conseguentemente senza la produzione di scorie e ceneri pericolose da
dover collocare in discariche speciali (oggi inesistenti).
- per rispettare la richiamata gerarchia, non si dovrebbero realizzare nuovi inceneritori, bensì l'impiantistica innovativa per la selezione, il recupero e il riciclo delle “materie seconde” contenute nei rifiuti, con la quale si creeranno nuovi posti di lavoro: esperti stimano fino a 190 mila adottando le opportune tecnologie.
Al contrario il decreto “Sblocca Italia” si preoccupa unicamente
di soddisfare gli interessi delle lobby inceneritoriste e non prende minimamente in considerazione, per
trattare i rifiuti indifferenziati, le tecnologie che sono molto più
sostenibili sotto il profilo ambientale e molto più produttive sotto il profilo
economico.
Inoltre “tutti
gli impianti devono essere autorizzati a
saturazione del carico termico”, consentendo
di bruciare rifiuti urbani
e speciali provenienti da tutta
l’Italia, con la conseguenza di disincentivare la
raccolta differenziata.
Questo significa che la Valdisieve, che ha
raggiunto buoni livelli di raccolta differenziata e che, per la mancanza
di rifiuti da bruciare ha visto i Sindaci locali cancellare in linea teorica l’impianto
dei Cipressi a Selvapiana –Rufina (in quanto non più sostenibile sul piano
economico), potrebbe vedere riemergere il progetto grazie
all'importazione dei rifiuti da altre aree toscane e non.
Con queste premesse, riusciranno i nostri
sindaci a mantenere la loro posizione contraria all’impianto e ad attivarsi
per:
- - la realizzazione di impianti di
trattamento “a freddo” che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti
recuperando materia ed avviare il percorso di Riciclo Totale sul nostro
territorio o a livello di ATO, scongiurando così il pericolo dell’ulteriore inquinamento
ambientale che si avrebbe dal trasporto dei rifiuti da tutta l’Italia.
IERI
SERA IL SENATO, APPROVANDO IL DECRETO, NON HA AVALLATO SOLO L’ART. 35, MA ANCHE
TUTTI GLI ALTRI CHE, IN SINTESI, FAVORISCONO LE SOLITE LOBBY DEL CEMENTO, DEL
PETROLIO, DEGLI INCENERITORI, DELLE AUTOSTRADE, ECC……. E SICCOME QUESTO NON
BASTAVA, SI DIMINUIRANNO I CONTROLLI, LE MISURE AMBIENTALI E I TEMPI PER LE
APPROVAZIONI DI PROGETTI, VIA E VAS.
PIÚ CHE
SBLOCCA ITALIA CI SEMBRA
UNO SFASCIA ITALIA!
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