Riportiamo un articolo pubblicato dal COMITATO Mente Locale della Piana nel quale, subito all'inizio, ritroviamo qualcosa di similare alla vicenda del ricorso al TAR promosso dalla società AER Impianti Srl (e i comuni che ne fanno parte al 90%), che nel caso l'impianto non venga fatto, perchè ATO non conferisce tutto il quantitativo di rifiuti necessario (cioè 60.000 t/a invece delle 45.000 t/a dichiarate nel Piano d'Ambito), palesa il fallimento della società e richiede 3,5 milioni di euro di danni vari (progetto, studi, quote soci, mancati ricavi).
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Ospitiamo con piacere un'altro pezzo del Comitato Civico
Campigiano “No Inceneritore” ex Lista Civica di Campi Bisenzio, ad opera di
Roberto Viti.
Dopo che dalle pagine di Metropoli avevamo già denunciato le
minacciose richieste della Q-Thermo s.r.l. (Era + Quadrifoglio) di richiedere i
danni e le spese sostenute per la progettazione dell’inceneritore di Case
Passerini se la Provincia non sottostava alla loro prepotente pretesa di
aumentare addirittura a 198.000 tonnellate/annue quando ne erano state già autorizzate
136.000 tonnellate/annue di rifiuti da bruciare nell’impianto e dopo che,
incredibile a credersi la Regione, superando con un colpo di penna quanto
autorizzato dalla Provincia, concedeva, in barba agli studi scientifici
dell’attuale (VIS) Valutazione d’Impatto Sanitario del “Piano Provinciale dei
rifiuti”, quanto richiesto da Q-Thermo s.r.l., oggi si pone l’attenzione su
un’altra ennesima denuncia.
Intercettiamo il parere della ASL 10 dipartimento Prevenzione Igiene e Sanità Pubblica con documento del 12/02/2014 protocollo 0070599 con il quale si ritiene necessario che nelle procedure di costruzione siano inserite le seguenti prescrizioni:
Intercettiamo il parere della ASL 10 dipartimento Prevenzione Igiene e Sanità Pubblica con documento del 12/02/2014 protocollo 0070599 con il quale si ritiene necessario che nelle procedure di costruzione siano inserite le seguenti prescrizioni:
“Ai fini di tutela della salute pubblica dovrà essere definito
un piano di monitoraggio degli impianti del Termovalorizzatore di Case
Passerini, con la messa a disposizione di finanziamenti specifici, comprensivo
di:
1. un progetto di sorveglianza degli effetti sugli esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pre-termine e/o di basso peso, malformazioni congenite, ecc.) e sull’incidenza dei tumori potenzialmente correlabili alle emissioni del termovalorizzatore nella popolazione residente nell’area di potenziale ricaduta delle emissioni dell’impianto, come indicano i risultati del progetto CCM del Min. della Salute “Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno ad impianti di trattamento rifiuti”;
2. “un progetto di controllo della contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti, attraverso indagini presso le attività di coltivazione e di allevamento presenti nell’area di potenziale ricaduta delle emissioni dell’impianto e monitoraggio delle popolazioni animali; il piano dovrà valutare la presenza di produzione di alimenti per autoconsumo e, se rilevanti, inserirli nel piano di monitoraggio.“
3. “uno studio epidemiologico prospettico, comprensivo di monitoraggio biologico, sui lavoratori addetti all’impianto con sorveglianza dello stato di salute (tenendo conto anche degli obblighi di cui al Dlgs 81/08 e dell’andamento dei rischi occupazionali, in particolare quelli relativi all’esposizione a metalli pesanti, IPA, diossine, PCB, ecc.) da estendere eventualmente alla popolazione residente/presente nell’area di potenziale ricaduta.”
Tale piano dovrà essere concordato con i servizi competenti della ASL10 e di ARPAT.
1. un progetto di sorveglianza degli effetti sugli esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pre-termine e/o di basso peso, malformazioni congenite, ecc.) e sull’incidenza dei tumori potenzialmente correlabili alle emissioni del termovalorizzatore nella popolazione residente nell’area di potenziale ricaduta delle emissioni dell’impianto, come indicano i risultati del progetto CCM del Min. della Salute “Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno ad impianti di trattamento rifiuti”;
2. “un progetto di controllo della contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti, attraverso indagini presso le attività di coltivazione e di allevamento presenti nell’area di potenziale ricaduta delle emissioni dell’impianto e monitoraggio delle popolazioni animali; il piano dovrà valutare la presenza di produzione di alimenti per autoconsumo e, se rilevanti, inserirli nel piano di monitoraggio.“
3. “uno studio epidemiologico prospettico, comprensivo di monitoraggio biologico, sui lavoratori addetti all’impianto con sorveglianza dello stato di salute (tenendo conto anche degli obblighi di cui al Dlgs 81/08 e dell’andamento dei rischi occupazionali, in particolare quelli relativi all’esposizione a metalli pesanti, IPA, diossine, PCB, ecc.) da estendere eventualmente alla popolazione residente/presente nell’area di potenziale ricaduta.”
Tale piano dovrà essere concordato con i servizi competenti della ASL10 e di ARPAT.
Occorre infine ribadire che l’aspetto di maggior rilievo per
quanto riguarda la tutela della salute pubblica è la collocazione dell’impianto
in un’area già fortemente critica dal punto di vista ambientale e sanitario,
come peraltro emerso dallo studio di Valutazione di Impatto Sanitario, che ha
valutato in modo comparato i siti previsti dal piano provinciale rifiuti;
oltretutto nella zona potrebbero in futuro aumentare sia le pressioni ambientali
(es. incremento dell’attività aeroportuale) che la presenza umana per recupero
ad uso abitativo di insediamenti dimessi. Pertanto risulta necessario che le
problematiche legate specificatamente all’impianto siano inserite in un quadro
di interventi di mitigazioni volti alla riqualificazione ambientale dell’area
per diminuire l’esposizione della popolazione ………..”
Tutte criticità (pesanti) affermate da un organo di pubblico
controllo sanitario, motivo per cui ci sembra davvero da irresponsabili
continuare l’iter di realizzazione dell’impianto.
Tutta l’area è a forte rischio, sia per gli equilibri ambientali sia per la salute pubblica.
Per questo ci aspettiamo un gesto di ripensamento a cui faccia seguito un confronto aperto a tutte le proposte alternative all’inceneritore.
Basta volerlo, non vogliamo credere che si possa essere così irresponsabili da compromettere definitivamente il futuro del nostro territorio.
Roberto Viti - Comitato
Civico Campigiano “No Inceneritore” ex Lista CivicaTutta l’area è a forte rischio, sia per gli equilibri ambientali sia per la salute pubblica.
Per questo ci aspettiamo un gesto di ripensamento a cui faccia seguito un confronto aperto a tutte le proposte alternative all’inceneritore.
Basta volerlo, non vogliamo credere che si possa essere così irresponsabili da compromettere definitivamente il futuro del nostro territorio.
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FONTE QUI http://mentelocaledellapiana.wordpress.com/2014/05/20/ammalarsi-a-norma-di-legge/
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