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lunedì 31 marzo 2014

COMUNICATO ITALIA NOSTRA FIRENZE-COMITATO MONTE GAZZARO, NO EOLICO SELVAGGIO

RINVIATA LA DECISIONE SULL’AUTORIZZAZIONE DELL’IMPIANTO EOLICO SUL MONTE GAZZARO
Nuove centinaia di pagine si sono aggiunte all’ultimo momento alla migliaia che costituiscono il progetto presentato dalla Società Hergo Wind per installare sei pale eoliche sul crinale del Monte Gazzaro nei comuni di Barberino, Firenzuola e Scarperia. Sono le ultime “integrazioni” che i proponenti hanno sentito il bisogno di presentare in Regione prima dell’inizio della Conferenza dei Servizi che martedì mattina avrebbe dovuto autorizzare la costruzione dell’impianto.
Che il progetto fosse carente e lacunoso – dicono i rappresentanti del Comitato Monte Gazzaro – no eolico selvaggio, presenti alla Conferenza insieme a Italia Nostra come osservatori – è ampiamente dimostrato dalle decine e decine di prescrizioni e richieste di integrazione presentate dai vari enti interessati all’autorizzazione nel corso del procedimento, a partire dal 2012. E nuove integrazioni e richieste di modifiche sono emerse nel corso della riunione di martedì, a partire da quelle da apportare alla prevista variante urbanistica.
Per questo quasi otto ore di riunione non sono bastate per decidere se autorizzare o meno l’impianto.
Un incontro dominato dalla convinzione che per lo Stato gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili – a prescindere da produttività, collocazione, impatto ambientale – sono sempre e comunque “opere di pubblica utilità e indifferibili”. E cosí i funzionari della pubblica amministrazione si sentono vincolati da questo indiscutibile principio. Sembra quasi impensabile che si possa anche dire no a un impianto eolico. Anche se dei no in passato sono stati detti, come nel caso della proposta di impianto sul Monte Faggiola nel comune di Firenzuola.
Ma il flusso regolare di “pareri favorevoli con prescrizione” – che avrebbe fatto dell’incontro una riunione faticosa ma comunque conclusiva – è stato interrotto da qualche voce fuori del coro, solo parzialmente prevedibile. Scontato il no deciso del Comune di Firenzuola sia all’autorizzazione paesaggistica sia alla variante urbanistica. Anche il rappresentante del Comune di Barberino, che non si è pronunciato sulla variante urbanistica, ha detto no all’autorizzazione paesaggistica e a quella idrogeologica. Molto disponibile, invece, il nuovo rappresentante del Comune di Scarperia-San Piero a Sieve che si è dichiarato favorevole al nuovo assetto urbanisticoe non ha fatto cenno al parere fortemente negativo espresso a suo tempo dalla Commissione del Paesaggio del Comune di Scarperia.
La contrarietà totale o parziale dei comuni interessati era già emersa in sede di valutazione di compatibilità ambientale, ma, in quella sede, era stata vanificata dal parere favorevole della Soprintendenza ai beni paesaggistici e ambientali.
E proprio dal rappresentante della Soprintendenza, durante la Conferenza dei Servizi, è arrivato un fulmine a ciel sereno: ulteriori approfondimenti sui danni alle superfici boscate e una ragionevole attenzione ai princípi contenuti nel nuovo Piano del Paesaggio della Regione Toscana, presenti anche nell’intesa firmata il 13 Dicembre scorso da Regione e Ministero dell’Ambiente, hanno portato a formulare un parere negativo in relazione all’autorizzazione paesaggistica.
Meraviglia e sconcerto sono apparse sulla faccia degli astanti che, nel corso del pomeriggio, si sono trovati un bel nodo da sciogliere. Per questo la Conferenza dei Servizi verrà riconvocata entro 45 giorni.
Alla fine dell’incontro gli osservatori del Comitato e di Italia Nostra hanno espresso apprezzamento per la scelta coraggiosa della Soprintendenza e hanno citato ancora una volta l’affermazione dell’assessore Anna Marson: “Il Piano, ora all'attenzione del Consiglio regionale […], costituisce tuttavia già da ora, con la sua ricca dotazione di conoscenze, un riferimento significativo per una presa in conto più adeguata dei paesaggi oggetto di progetti di trasformazione”.
“Non staremo con le mani in mano ad aspettare la prossima convocazione della Conferenza dei Servizi –hanno dichiarato quelli del Comitato – ci muoveremo, come abbiamo sempre fatto, su piú piani, convinti che i problemi che sono emersi nel primo incontro della Conferenza dei Servizi non possono essere risolti esclusivamente su un piano tecnico-giuridico, ma che abbiano significativi risvolti di tipo culturale e politico”.

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