Sentenza storica destinata a provocare un terremoto nelle bollette idriche arrivata proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua; violata la volontà popolare da parte dei 57 sindaci dell’ex Ato2. Il Tar della Toscana accoglie il ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua: le tariffe praticate dai gestori dopo il referendum sono illegittime, in quanto comprendono ancora la “remunerazione del capitale investito” abolita dal referendum del 12 e 13 giugno 2011.
Il Tar Toscano dà ragione alle tesi del Forum, che ha sempre sostenuto l’illegittimità delle bollette post referendarie. Scrive il Tribunale Amministrativo in un passaggio della sentenza n° 436 emessa ieri: “il criterio della remunerazione del capitale [...] essendo strettamente connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente TRAVOLTO dalla volontà popolare abrogatrice”. In particolare, il TAR Toscana ha statuito che la ex Autorità di Ambito (ATO2) composta dai 57 Sindaci del Basso Valdarno ha approvato, nel 2011, due delibere (la n° 12 e la n° 13) in violazione della volontà popolare scaturita dall’esito referendario del giugno 2011, quando la maggioranza del popolo italiano ha dichiarato di volere “escludere la logica del profitto dal governo dell’acqua”.
Una sentenza quindi destinata a travolgere chi sull’acqua intende continuare a fare profitti, ignorando o tentando di aggirare la volontà popolare, anche attraverso atti amministrativi come la “truffa di capodanno” dell’AEEG, che sta tentando di reinserire nel nuovo metodo tariffario la remunerazione celata sotto altro nome. Una sentenza destinata a provocare un vero e proprio terremoto nelle tariffe idriche non solo in Toscana ma in tutta Italia e che arriva proprio nella Giornata Mondiale dell’Acqua, che non poteva essere festeggiata in modo migliore dai movimenti dell’acqua di tutta Italia. Proprio in questo fine settimana sono moltissime le iniziative promosse dal Forum Nazionale dei Movimenti per l’acqua allo scopo di raccogliere firme a sostegno dell’Iniziativa dei Cittadini Europei per l’acqua pubblica.
Ora chiediamo la restituzione dei soldi percepiti illegalmente da Acque Spa nelle bollette emesse dopo il 21 luglio 2011.
Chiediamo anche l’immediato ritiro e cessazione da parte di Acque Spa delle lettere di sollecito e messa in mora, con annessa minaccia di distacco, inviate a tutti i cittadini toscani che nel corso di questi mesi hanno aderito alla Campagna di Obbedienza Civile con la quale i cittadini si sono autoridotti le bollette “obbedendo” agli esiti referendari. Questo ulteriore pronunciamento giuridico da parte del TAR Toscano, che si aggiunge al parere della Consulta di Stato dello scorso 25 gennaio, dimostra chiaramente che questi cittadini stanno semplicemente difendendo la democrazia e la legalità, e che sono i gestori a calpestare la legge continuando ad ignorare la volontà popolare. Il rispetto del voto referendario è più vicino. Buona Giornata Mondiale dell’Acqua a tutti!
Clicca e leggi la sentenza del Tar Toscana – sent. n. 436 21-3-2013 – rmun.ne cap. inv.to
Perchè una campagna di “obbedienza
civile”
La “remunerazione del capitale investito”, che ricordiamo, è pari al 7% della sommatoria degli investimenti effettuati nel periodo di affidamento al netto degli ammortamenti, nella generalità dei casi, incide sulle nostre bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del gestore, fra il 10% e il 20% (il 18,18 nel caso di Acque SpA).
Il referendum era stato proposto per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti! E la risposta dei cittadini (95,8% a favore della cancellazione del profitto) non lascia alcun dubbio sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano. Oggi, a distanza di alcuni mesi, risulta che, in tutto il territorio nazionale, nessun gestore abbia applicato la normativa, in vigore dal 21 luglio 2011, diminuendo le tariffe del servizio idrico. In
altre parole tutti i gestori del servizio idrico italiano hanno ignorato con pretestuose argomentazioni l’esito referendario.
Questo non può essere accettato! Perciò chiediamo a tutti i cittadini italiani utenti del servizio idrico di aderire alla campagna di “obbedienza civile”
La “remunerazione del capitale investito”, che ricordiamo, è pari al 7% della sommatoria degli investimenti effettuati nel periodo di affidamento al netto degli ammortamenti, nella generalità dei casi, incide sulle nostre bollette per una percentuale che oscilla, a seconda del gestore, fra il 10% e il 20% (il 18,18 nel caso di Acque SpA).
Il referendum era stato proposto per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti! E la risposta dei cittadini (95,8% a favore della cancellazione del profitto) non lascia alcun dubbio sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano. Oggi, a distanza di alcuni mesi, risulta che, in tutto il territorio nazionale, nessun gestore abbia applicato la normativa, in vigore dal 21 luglio 2011, diminuendo le tariffe del servizio idrico. In
altre parole tutti i gestori del servizio idrico italiano hanno ignorato con pretestuose argomentazioni l’esito referendario.
Questo non può essere accettato! Perciò chiediamo a tutti i cittadini italiani utenti del servizio idrico di aderire alla campagna di “obbedienza civile”
In cosa consiste la campagna di
“obbedienza civile”
La campagna di “obbedienza civile” consiste nel pagare le bollette, relative ai periodi successivi al 21 luglio 2011, applicando una riduzione pari alla componente della “remunerazione del capitale investito”. E’ stata chiamata di “obbedienza civile” perché non si tratta di “disubbidire” ad una legge ingiusta, ma di “obbedire” alle leggi in vigore, così come modificate dagli esiti referendari. Lo scopo principale della campagna di “obbedienza civile” è ovvio: ottenere l’applicazione del risultato che è inequivocabilmente scaturito dai referendum. Con la mobilitazione attiva di centinaia di migliaia di cittadini ci proponiamo di attivare una forma diretta di democrazia dal basso, auto-organizzata, consapevole e indisponibile a piegare la testa ai diktat dei poteri forti di turno. Ci proponiamo anche di dare una risposta all’evidente crisi della democrazia rappresentativa dei partiti, ormai diventata impermeabile non solo alle istanze della società, ma persino ai formali esiti delle consultazioni codificate nella nostra Carta Costituzionale, come appunto i referendum abrogativi. Fuori l’acqua dal mercato fuori i profitti dall’acqua.
La campagna di “obbedienza civile” consiste nel pagare le bollette, relative ai periodi successivi al 21 luglio 2011, applicando una riduzione pari alla componente della “remunerazione del capitale investito”. E’ stata chiamata di “obbedienza civile” perché non si tratta di “disubbidire” ad una legge ingiusta, ma di “obbedire” alle leggi in vigore, così come modificate dagli esiti referendari. Lo scopo principale della campagna di “obbedienza civile” è ovvio: ottenere l’applicazione del risultato che è inequivocabilmente scaturito dai referendum. Con la mobilitazione attiva di centinaia di migliaia di cittadini ci proponiamo di attivare una forma diretta di democrazia dal basso, auto-organizzata, consapevole e indisponibile a piegare la testa ai diktat dei poteri forti di turno. Ci proponiamo anche di dare una risposta all’evidente crisi della democrazia rappresentativa dei partiti, ormai diventata impermeabile non solo alle istanze della società, ma persino ai formali esiti delle consultazioni codificate nella nostra Carta Costituzionale, come appunto i referendum abrogativi. Fuori l’acqua dal mercato fuori i profitti dall’acqua.
Contro Acque SpA. Il
comitato, nel quale confluiscono moltissime associazioni del territorio tra cui
Arci, Civico zero, Forum delle donne e Comunità in resistenza, punta il dito in
particolar modo contro l’Acque spa e l’Ato 2.. «La situazione nella nostra zona
è tra le più eclatanti – afferma Du Liege del comitato – basti pensare che pochi
giorni dopo il decreto presidenziale l’assemblea dei sindaci ha votato per
mantenere la quota del 7 per cento, mentre nel dicembre scorso con un nuovo voto
ha esteso la concessione per altri cinque anni, fino al 2026, ad Acque spa la
gestione del servizio idrico. In questo modo è stata tradita la volontà di
120mila cittadini, il 71% del circondario. Senza contare che in dieci anni
l’aumento delle bollette è stato del 112% e Acque spa ha fatto circa 67 milioni
di utili, che sono stati divisi tra gli azionisti e non reivestiti sulla
rete».
Come ridursi la bolletta. Anche a Capannori stiamo
lanciando la campgna infomativa e diffonderemo moduli e materiale informativo.
Per prima cosa è necessario inviare una scheda di reclamo all’ente gestore e
all’Ato in cui si chiede l’eliminazione della parte relativa alla remunerazione
del capitale e il rimborso di quanto pagato dal luglio scorso ad ora. Nel
modello prestampato (Clicca
qui per scaricarlo), inoltre, si dichiara che si procederà
alla decurtazione della quota in oggetto.Meno 18,18%. È necessario, per chi ha la domiciliazione bancaria della bolletta dell’acqua, disdirla. L’apertura di una procedura di reclamo dovrebbe, infatti, impedire al gestore di tagliare la fornitura per il pagamento parziale dell’importo fintanto che non è intervenuta una sentenza del giudice di pace o di un tribunale. Quindi, quando arriva la bolletta si procede al taglio, togliendo dal totale la quota che nel 2012 è stata fissata nel 18,18 per cento e pagare solo l’importo restante. La decurtazione ammonta, appunto, a quasi un quinto dell’importo. La percentuale, necessaria a remunerare del 7% il capitale investito, viene calcolata ogni anno direttamente dall’Ato in base agli investimenti effettuati, al numero di utenze e al consumo medio. Clicca qui per scaricare il modulo per riscivere la bolletta.
Assistenza legale garantita. Il rischio che venga tagliata la fornitura c’è, ma è veramente minimo sia grazie al reclamo, sia grazie al fatto che le aziende sanno che una volta coinvolti in una causa perderebbero. In ogni caso garantiamo l’assistenza legale ad ogni cittadino che si rivolgerà ai nostri sportelli. La procedura è aperta a tutti. Possono farla anche le famiglie in condominio magari dopo aver votato in assemblea. Il nostro intento è quello di legare le battaglie nazionali sui beni pubblici a quelli locali, per far valere le ragioni della sostenibilità, della legalità e della partecipazione.
Nei prossimi giorni forniremo dettagli
sulle prossime assemblee per illustrare al meglio l’iniziativa a tutti gli
interessati. Per info alessiociacci@gmail.com
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