Comunicato stampa congiunto WWF e Italia Nostra del
18/3/2013
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WWF e Italia Nostra contro i tagli devastanti
di vegetazione lungo i corsi d'acqua.
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Il WWF e Italia Nostra Sezione di Siena
denunciano le inaccettabili modalità con cui in provincia di Siena è gestita la
vegetazione che cresce lungo le sponde di fiumi, torrenti, fossi e canali,
nell'ambito degli interventi per la sicurezza idraulica. Più
soggetti a vario titolo, coordinati da vari Consorzi di Bonifica, Provincia di
Siena e Unioni dei Comuni, stanno distruggendo uno degli habitat naturali più
preziosi per la biodiversità, oltre che disperdendo un importante patrimonio
culturale e paesaggistico del nostro territorio.
L'azione messa in opera in più parti del
territorio provinciale ha visto l'intervento di escavatori e mezzi
pesanti che hanno trasformato l'alveo e letteralmente raso al suolo la
vegetazione riparia autoctona di salici, olmi e pioppi, con operazioni
effettuate anche in delicato periodo di nidificazione, come sta avvenendo in
questi giorni a Poggibonsi per la pulizia del torrente Drove e del fiume
Elsa. In altre parti della provincia, per esempio nel territorio
fra i Comuni di San Casciano Bagni ed Acquapendente, i corsi d’acqua che
costituiscono il bacino idrografico del fiume Paglia, come il torrente Elvella,
vengono distrutti operando interventi
di spianamento dell’alveo mediante ruspe ed escavatori, previo taglio della
vegetazione ripariale, con riporto di materiale ghiaioso a innalzare argini
artificiali, risagomando l’alveo; il tutto in aree pochissimo o per
niente antropizzate, che potrebbero essere sfruttate come zone in cui il
torrente in piena, esondando, potrebbe rallentare la sua corsa verso valle. Il
risultato si è visto in occasione della piena dello scorso novembre, quando i
torrenti, così ben canalizzati, hanno convogliato le proprie acque a valle come
condotte forzate provocando davvero danni, come la interruzione della strada
statale Cassia in prossimità dell’antico ponte Gregoriano presso
Acquapendente.
Laddove sono messi in opera interventi di
questo tipo, in pochi anni la vegetazione naturale eliminata è spesso
sopraffatta da specie aliene
infestanti come la robinia e l'ailanto o da fitti roveti, che
compromettono la fisionomia del corso d'acqua e la sua funzionalità
ecologica.
Le varie segnalazioni pervenute ed i
primi dati della campagna “Liberafiumi in Terre di Siena” organizzata dal WWF,
con il coinvolgimento del Mosca Club Siena, mostrano un quadro abbastanza
chiaro. In nome di una concezione della sicurezza idraulica che le Associazioni
ritengono ormai superata, i cittadini sono chiamati a pagare fior
di tasse per “interventi di pulizia” che a lavori eseguiti peggiorano il rischio
idraulico, aumentando in modo significativo la possibilità di smottamenti delle
sponde ed elevando in modo abnorme la velocità di scorrimento delle acque. Il tutto affidandosi ad imprese che a
seconda dei casi, pagano un canone irrisorio per il diritto di taglio o
addirittura percepiscono un compenso per gli interventi, rivendendo il legname
sotto forma di “cippato” da combustione per impianti a biomassa, secondo un
meccanismo che ha oramai relegato le funzionalità del corso d'acqua a mero canale di scolo
e a fonte di facile approvvigionamento di biomassa.
Il sistema organizzativo che conduce le
operazioni spesso non si cura nemmeno di coinvolgere adeguatamente i proprietari
dei terreni, i quali in alcuni casi scoprono ad interventi effettuati il
disboscamento della vegetazione che può estendersi, oltre l'area demaniale,
anche in suolo privato.
Il WWF ed Italia Nostra ricordano che la
vegetazione riparia è parte integrante del corretto funzionamento del reticolo
idraulico, in quanto conferisce “rugosità” ai corsi d'acqua consentendo il
rallentamento dei deflussi, la ricarica delle falde e il conseguente
abbassamento dei picchi di piena nelle zone a valle. Costituisce inoltre un
elemento irrinunciabile per la funzionalità ecologica dei corsi
d'acqua, oltre che rappresentare un pregiatissimo elemento
paesaggistico. Rive ombrose e sponde alberate favoriscono meccanismi di
auto-depurazione, contrastando l'evaporazione ed il riscaldamento delle acque (e
la conseguente perdita di ossigeno), determinando occasioni di protezione per i
pesci, offrendo habitat e rifugio per una moltitudine di specie. Per questi e
per altri motivi lo stato della vegetazione rientra fra gli indicatori
principali previsti dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE per la valutazione
della funzionalità ecologica di un fiume; direttiva che fissa al 2015 l'anno
entro cui l'Italia dovrà portare gli ecosistemi d'acqua dolce ad un “buono stato
ecologico”.
E' tempo di fermare immediatamente lo
scempio in atto, di rivedere profondamente il sistema di gestione del rischio
idraulico dei nostri fiumi e di comprendere una volta per tutte il fondamentale
ruolo della vegetazione lungo i corsi d'acqua, prendendo a riferimento quanto
viene già realizzato ormai da anni in altre regioni e paesi.
NELLE FOTO: Gli effetti degli interventi
sul fiume Elsa, torrenti Arbia, Elvella, Drove
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