VIAREGGIO. Migliaia di casi di tumore (e gli eventuali decessi) negli ultimi 30 anni a Pietrasanta e Camaiore finiscono sotto inchiesta. Un’indagine enorme, ma i cui risultati - promette l’Asl - saranno pronti entro la fine della primavera. L’obiettivo dichiarato è scoprire il possibile collegamento tra le malattie comparse (tumori appunto, ma anche linfomi, mielomi e leucemie) e l’inquinamento prodotto dall’inceneritore di Falascaia, sia nella vecchia che nella nuova versione (chiusa nel 2010). Nel mirino, inoltre, ci sono i nati dal 2004 con eventuali malformazioni o complicazioni, ad esempio nei prematuri.
I tempi di quella che viene definita “Indagine epidemiologica”, di cui per la prima volta si parlò circa un anno e mezzo fa, parevano più rapidi. Ma lo studio di Arpat, pubblicato dal Tirreno, che anticipava questa indagine ha costretto i tecnici a rivedere i parametri. All’inizio, infatti, si pensava di limitarsi all’area del Pollino e di Capezzano Pianore, dove il numero di tumori è peraltro elevatissimo. Arpat, però, ha rivelato (in maniera clamorosa) che i danni del primo inceneritore aperto nel 1974 e chiuso nel 1988 si sono propagati per tutto il territorio di Pietrasanta e Camaiore.
Per non allarmare i cittadini che saranno oggetto di questo studio l’Asl 12 di Viareggio ha deciso di informare, sia tramite i media che con manifesti affissi negli studi medici dei due Comuni, del lavoro che sta svolgendo.
17 gennaio 2013
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