In
questi giorni, dopo le ultime, e ribadiamo ennesime, alluvioni nel
grossetano, Lucca e Massa, i giornali hanno straboccato di articoli sul
tema, riportando ora le dichiarazioni dell'Ass. regionale Marson, ora
quelle di Rossi o di altri esperti. Tutti concordi nel dire che occorre
pianificare il territorio in modo diverso da come è stato trattato negli
ultimi decenni (dove per esempio si è tombato dei corsi d'acqua, causa
oggi anche di eventi alluvionali importanti!). Siribadisce l'importanza
di una pianificazione che renda gli spazi (che erano già suoi!!) ai
fiumi, alla manutenzione del territorio in modo da non peggiorare le
situazioni, o destinare ad uso agricolo molte aree ancora non costruite
(già agricole e ricadenti in zone a richio idraulico elevato/molto
elevato) per evitare ulteriore cementificazione e nel frattempo
beneficiare del lavoro agricolo per mantenere i corsi d'acqua, i
canali, il terrreno, in modo da non peggiorare i danni causati da future
esondazioni (se questi terreni fossero già cementificati, queste
costruzioni, oltre all'impermeabilizzazione del terreno, produrrebbero
gravi danni!).
Tutto GIUSTO! (ci verrebbe da domandarci: cos' altro aspettavamo??)
In realtà però, nel leggere i vari articoli, ci accorgiamo che DIETRO alle belle parole si "potrebbe" nascondere dell'altro!
La
frase che più ci colpisce è la determinatezza con cui il Presidente
della Regione Rossi (ma non solo) dice che la legge regionale VIETA
costruzioni in aree ad alto rischio idraulico (stiamo parlando della
LR 21/2012 che prende vita dagli articoli 141 e 142 della LR 66/2011 -
articoli aggiuunti in estremis dopo le alluvioni del 2011!!).
Prendiamo un articolo tra i tanti, quello di Greenreport, in cui Rossi spiega cosa hanno fatto e ".... A tutto questo aggiungo altre due svolte non meno radicali: il divieto a
costruire nelle zone ad alto rischio idraulico, che costituiscono il 7%
del territorio pianeggiante della Toscana,....".
Noi a
tal proposito abbiamo già fatto come associazioni della Valdisieve,
insieme ad Italia Nostra Firenze, un comunicato stampa per ribadire
alcuni dubbi che abbiamo sulla legge 21/2012 (leggi)
e sulle parole così tassative del Presidente Rossi, che ci riportano
poi anche alla questione dell'inceneritore di Selvapiana (questo
sicuramente ha avuto un comma ad hoc per poter essere svincolato!!).
In un altro articolo di Greenreport si riporta una riflessione di Legambiente Carrara, che, come noi, solleva la questione di aggiramento della normativa e dei vincoli attraverso quello che loro chiamano "Cavallo di Troia che trasforma una norma ispirata alla prudenza in un tragico gioco
d'azzardo: si costruisce un argine ed ecco che nell'area così "messa in
sicurezza" i vincoli edificatori decadono" .
Questi
infatti sono i nostri dubbi e il nostro timore, in quanto la LR per
prima ( i piani strutturali poi) consente, è vero, soltanto una certa
tipologia di edificazioni già pianificate o con progetto presentato e/o
approvato alla data di entrata in vigore della legge stessa (in
particolare consente: inceneritori o impianti di trattamento e
smaltimento rifiuti, o altri impianti per la produzione e il trasporto
delle energie rinnovabili, ed edificazioni nuove o ristrutturazioni,
ampliamenti, addizioni, di edifici ad uso rurale), ma è anche vero che le preoccupazioni maggiori
non saranno date certo dalle edificazioni future - visto che si dice,
appunto, che siano state stoppate dalla legge - o da quelle già
esistenti (che ormai ci sono e in casi particolarmente gravi non rimarrà
che delocalizzare o proteggerle, per modo di dire, con le famose opere
idrauliche), ma semmai da quelle che devono essere ancora costruite ....... pur avendo tutte le approvazioni richieste dalla legge e pur garantendo le "opere di messa in sicurezza" (opere che anche l'Ass. Marson dichiara che non eliminano il rischio, ma lo possono solo ridurre), come il caso di Selvapiana.
Sempre Legambiente dice: "Il buonsenso suggerisce di proteggere l'area per ridurre la frequenza
d'inondazione degli edifici già esistenti, ma di non costruirvene altri
per evitare l'aumento dei danni. Ma per troppi amministratori il fine
ultimo delle opere di messa in sicurezza è proprio il via libera
all'urbanizzazione delle aree a rischio". Purtroppo questo "espediente" è puntualmente CONFERMATO dalle parole della stessa Marson: "Appena pochi mesi fa molti amministratori maremmani hanno osteggiato la
norma che tenta di salvaguardare gli spazi dei corsi d’acqua, dal
sindaco Pd di Grosseto a quello di Castiglione della Pescaia. L’hanno
considerata troppo aggressiva".
Non solo gli
amministratori del grossetano dovrebbero essere richiamati alle LORO
responsabilità, ma secondo noi anche la Regione perchè invece di
sovrintendere - in questo caso- subisce le logiche locali! Non
dimentichiamoci POI che questi "giochi" economici e di potere purtroppo
generano perdite di vite umane, feriti e danni -costosissimi- al
territorio.
A sostenere i nostri dubbi anche il caso (tra Toscana e Liguria) evidenziato dal "comitato Sarzana, che Botta!", in cui si racconta che "il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino, un organismo spurio che
vede la commistione di politici e tecnici, ha bloccato la proposta del
Comitato Tecnico della stessa autority di congelare da uno a tre anni le
nuove edificazioni e la realizzazione di parcheggi a raso nelle “zone
rosse”, cioè nelle aree soggette a esondazioni con periodicità
trentennale"........ La proposta di congelare tutte le costruzioni, anche quelle già previste
da strumenti urbanistici vigenti, è stata approvata dal Comitato
Tecnico il 24 luglio scorso.........Il 27 luglio la proposta del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino
del Magra [ndr. Liguria, in questo caso ed eccetto i sindaci, più rigida della Toscana!!] è stata portata all’esame del Comitato Istituzionale,
l’organismo tecnico-politico ligure-toscano (oltre ai sindaci e alla
Provincia c’è anche Claudio Burlando) che ha il vero potere decisionale.
Ebbene la Regione Toscana, che ha adottato con legge regionale la
sospensione di tutte le costruzioni nelle nuove aree esondate, ha
sollevato un dubbio di natura giuridica, incontrando subito il convinto
sostegno dei sindaci del Magra, parte ligure. Per colmo di paradosso da
novembre in Liguria, se non interviene qualche norma di salvaguardia
come quella proposta dal Comitato Tecnico, si potrà ricominciare a
costruire anche nelle nuove aree esondate un anno fa." (leggi tutto l'articolo QUI).
Ovviamente
si sta parlando di costruzioni già previste nei piani urbanistici,
nelle varianti, negli
strumenti attuativi o addirittura già autorizzate dai Comuni (quelle che
la legge NON BLOCCAVA e NON BLOCCA!!). Inoltre si chiedono giustamente i
nostri amici di Sarzana, e ce lo chiediamo anche noi, quali sono i
dubbi “giuridici” dei nostri politici? Forse "temono possibili ricorsi con richieste di risarcimento di danni ai
Comuni da parte dei proprietari dei terreni delle zone rosse, che erano
riusciti negli anni passati a strappare scellerate previsioni di
edificare in aree a rischio"?. Sarebbero "gli stessi imprenditori che ad
alluvione avvenuta strillano per chiedere i danni delle esondazioni. E
che i contribuenti pagano con le accise sui carburanti.
Ma siamo così sicuri che di fronte alla catastrofe di un anno fa gli
speculatori delle “zone rosse” troverebbero qualche giudice che bocci un
blocco delle costruzioni per uno o tre anni per motivi di pubblica
incolumità?".
Gli amici di Sarzana, dopo aver letto il caso
dell'inceneritore di Selvapiana, sembrano avere un un ulteriore dubbio.
Forse i motivi per cui la Regiona Toscana ha ostacolato il "congelamento da 1 a 3 anni di tutte le costruzioni" (richiesto non da cincirinella, ma dal Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino
del Magra), derivano non tanto da problemi di natura giuridica, ma
dal fatto che poi avrebbe dovuto garantire la stessa regola in tutta la
regione. Infatti se l'avessero approvata, doveva valere per il Magra,
ma anche per tutte le costruzioni vicino ai fiumi........e qui si arriva
all'Inceneritore di Selvapiana che, dopo le "modifiche a puntino"
apportate alla legge per aggiungere la possibilità di costruire
inceneritori & C. ci si sarebbe COMUNQUE dovuti fermare per 1/3
anni (oltre alle lamentele degli amministratopri maremmani che anche
loro scalpitavano per progetti rimasti fermi!!).
QUESTO MODO DI PROCEDERE, COSI' TORTUOSO E AMBIGUO, E' NORMALE???
E ORA CI SI METTE ANCHE CLINI CON LE ASSICURAZIONI OBBLIGATORIE???
Leggi la notizia su Greenreport.
Così si creano ancora differenze tra chi potrà pagare di più e chi meno e chi per nulla!!!
Oltre al fatto che occorre ANCHE trovare le assicurazioni (!!) che se la sentiranno di imbarcarsi in questa cosa perchè dovranno coprire i danni procurati dal fatto che l'abitazione/azienda è in un area a rischio idraulico molto elevato/elevato o zona rossa che dir si voglia. Se qualuno ha dato le autorizzazioni ....molto probabilmente dovrebbe anche predersene le responsabilità (almeno quelle rilascaite negli ultimi anni).
Mha!!!
Pagine
VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE
L' Associazione Valdisieve persegue le finalità di tutelare l'ambiente, il paesaggio, la salute, i beni culturali, il corretto assetto urbanistico, la qualità della vita e la preservazione dei luoghi da ogni forma d'inquinamento, nell'ambito territoriale dei comuni della Valdisieve e limitrofi.
EVENTI 2
- LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA
Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.
Per info Vedi la pagina FB
CALENDARIO
mercoledì 21 novembre 2012
Legge Regionale sul rischio idraulico: VIETA, NON VIETA O "AGGIUSTA"????
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento