Il Piano Interprovinciale Rifiuti dell'ATO
"TOSCANA CENTRO"
(adottato il 13 febbraio 2012 dalle Province di Firenze, Prato
e Pistoia)
prevede la quintuplicazione dell'incenerimento di
rifiuti
(da 60.000 t/annue di oggi, a 280.000 T/a nel 2015)
con gravi
conseguenze:
- sulla qualità dell'aria (e quindi della
salute) nell'area metropolitana da Firenze a Pistoia;
- sulle "materie seconde"
che verranno distrutte invece di avviarle al riciclo;
- sulle tariffe che sono gia molto alte e
continueranno ad aumentare come conseguenza
di oltre 200 milioni di mutui per quintuplicare
l'incenerimento e (se verranno chiesti e ottenuti)
dovranno essere restituiti, con gli interessi, alle banche
(mentre un sistema diverso e moderno di riciclo delle "materie seconde"
ricavabili dai "rifiuti", costerebbe molto meno).
Se questa previsione
impiantistica/inceneritorista non sarà drasticamente
ridotta,
(sostituendola con la generalizzazione del sistema di R. D.
"porta a porta"
e con gli impianti logistici e industriali necessari per un
effettivo riciclo della R.D.),
questo P.I.R.
merita il VOTO
CONTRARIO dei Consiglieri
Provinciali
che non vorranno assumersi la responsabilità
di scelte così negative,
per diversi
decenni,
a danno di 1 milione e mezzo di residenti nell'area
metropolitana.
E' augurabile che i Presidenti, gli
Assessori all'Ambiente e le Giunte
delle Province di Firenze, Prato e Pistoia abbiano
l'etica della responsabilità
di prendere seriamente in considerazione le numerose e
argomentate Osservazioni presentate
e portino nei Consigli Provinciali un Piano Interprovinciale
Rifiuti
che avvii davvero una
moderna politica sui rifiuti
che abbia realmente la priorità del
riciclo.
Giuliano Ciampolini, membro dell'Assemblea regionale toscana
di SEL
(Meritano una particolare attenzione, a
mio parere, anche le Osservazioni presentate dall'Arch.
Simone Larini, autore di una dozzina di Piani provinciali sui
rifiuti in Lombardia e Veneto e quindi con proposte che hanno la "forza" di una
professionalità dimostrata ampiamente e di cui è frutto anche il Consorzio
Priula, in provincia di Treviso, considerato in tutta Europa l'esempio più
positivo da visitare e da imitare. Le Osservazioni di Simone Larini sono
trovabili anche al seguente indirizzo:
...............................
Comunicato
stampaOsservazioni al Piano Interprovinciale dei Rifiuti
dell’ATO Centro
presentate nelle provincie di Prato Firenze e Pistoia da
Federazione della Sinistra, Sinistra
Ecologia Libertà, Italia dei Valori,
Medicina Democratica, Italia
Nostra.
Firenze, 12 luglio 2012.
Presentate nelle scorse settimane nelle province di Prato
Firenze e Pistoia otto osservazioni al Piano Interprovinciale dei Rifiuti
dell’Ato Centro da parte di Federazione della Sinistra, Italia dei Valori,
Sinistra Ecologia e Libertà, Medicina Democratica e Italia Nostra che puntano a
modificarlo e farlo uscire dalla logica imperniata solo sulla filosofia
dell’aumento della produzione dei rifiuti – forte potenziamento di discariche e
inceneritori.
Occorre invece fermare la crescita ed iniziare a ridurre i
rifiuti, modificarne la composizione al fine di favorire strategie di raccolta
differenziata “spinta”, recupero, riutilizzo, riprogettazione e
riciclaggio.
Questo il frutto di un percorso puntale e partecipato.
Osservazioni illustrate questa mattina nel corso di
una conferenza stampa.
A livello europeo – ricordano i partecipanti alla conferenza
stampa (fra gli altri i Consiglieri Regionali Monica Sgherri – FdS - Verdi,
Marco Manneschi – IDV, il responsabile nazionale rifiuti del forum ambiente di
Sel Eugenio Baronti, alcuni dei segretari provinciali e rappresentanti di Prato,
Firenze e Pistoia delle tre forze politiche, delle associazioni sottoscrittrici
ecc) si sta spingendo verso la “Società del Riciclaggio” ed è stata stabilita
una precisa gerarchia delle fasi del trattamento dei rifiuti, con al primo posto
delle priorità la prevenzione e riduzione per arrivare a smaltire solo il non
più eliminabile.
Così come in numerose aree d’Italia, anche in Toscana si sono
affermate esperienze di raccolta differenziata “porta a porta” che hanno
raggiunto in pochissimo tempo percentuali superiori al 70%.
Queste esperienze hanno contribuito ad innescare - e sono
quindi replicabili e generalizzabili anche nella “piana” - processi culturali di
responsabilizzazione delle famiglie; a rimuovere il degrado dei cassonetti filo
strada sommersi di rifiuti; a liberare spazi migliorando il decoro urbano; a
creare nuova occupazione; a migliorare la qualità dei materiali separati
rispetto alle RD con cassonetti stradali; a ridurre considerevolmente la
produzione dei rifiuti attraverso una separazione e intercettazione dei flussi
provenienti dalle attività produttive, oggi impropriamente assimilati, che hanno
portato la Regione Toscana al vertice della produzione procapite dei rifiuti nel
nostro paese.
Le osservazioni presentate – proseguono gli intervenuti –
vanno in questa direzione, puntando a modificare un piano interprovinciale –
adesso adottato, in attesa di approvazione da parte dei consigli provinciali –
che parte da una previsione di produzione rifiuti assolutamente esagerata (tanto
più in tempi di crisi economica) e ne fa discendere un incremento altrettanto
spropositato in primis dell’impiantistica inceneritorista.
Seguendo invece la l’altra strada sopra delineata si possono
raggiungere risultati che – come indicato in una delle osservazioni – permettono
tranquillamente di ridurre i rifiuti prodotti, raggiungere percentuali di
Raccolta differenziata del 70 % al 2015, prevedere un impiantistica capace di
migliorare tutta la filiera della raccolta, selezione, riciclaccio e riuso –
come gli impianti cosiddetti “a freddo”, enormemente meno costosi degli
inceneritori – che, riducendo i fabbisogni, renderebbe inutile proseguire nella
strada di forte potenziamento dell’impiantistica inceneritorista.
Su questo, nelle osservazioni presentate, si prevede uno step
di verifica degli effettivi fabbisogni al 2015 e fino a quel momento, una
moratoria di nuove discariche e di nuovi impianti o ampliamenti di impianti di
incenerimento, fermo restando la dismissione di quelli esistenti obsoleti.
Un corpus – le osservazioni presentate - che avanza proposte
capaci di modificare il Piano dandogli un respiro e un’impostazione culturale
moderna in grado di affrontare non solo la migliore soluzione tecnico
organizzativa di raccolta e la migliore tecnologia di trattamento e smaltimento
oggi disponibile, ma che sappia anche pensare, progettare e realizzare tutte
quelle buone pratiche per attivare processi di responsabilizzazione, non solo
dei cittadini, ma anche dei produttori e dei distributori di beni e merci, per
riportare al primo posto della scala delle priorità la prevenzione e la
riduzione dei rifiuti.
......................
Da: laura.baldi
A:
A:
Data: sab, 07/lug/2012 10:37
Oggetto:Raccolta Porta a Porta comuni ATO Centro
Alla C.A. degli assessori all'ambiente dei comuni A.T.O. Centro
Oggetto:Raccolta Porta a Porta comuni ATO Centro
Alla C.A. degli assessori all'ambiente dei comuni A.T.O. Centro
Gent.mi assessori mi chiamo Laura
Baldi e abito a Serravalle P.se, in provincia di Pistoia.
Dopo aver frequentato un corso sulla gestione e lo
smaltimento dei rifiuti, Vi scrivo oggi questa mail a titolo personale per porre
la Vostra attenzione sulla questione della Raccolta Differenziata, su ciò che
fino ad oggi è stato fatto sull'applicazione concreta delle buone pratiche sulla
gestione e smaltimento degli R.S.U. da parte di alcuni comuni (tra cui il mio
dove abito) ed altri che si avviano lentamente ad una loro realizzazione.
Come potete vedere nel documento in allegato che Vi spedisco,
siete tutti presenti (tranne San Marcello, nei cui sito internet non ho trovato
l'assessore all'ambiente), suddivisi per aziende municipalizzate, e dove mi è
stato possibile, ho inserito le percentuali di raccolta differenziata, sia
quella effettuata attraverso i cassonetti, sia quella praticata con il porta a
porta.
I dati sono tutti reperibili su internet, e da essi risulta
evidente come nei comuni dove si utilizza il metodo della Raccolta Differenziata
Porta a Porta, le percentuali di rifiuti differenziati sono quasi sempre
superiori al 65% (fanno eccezione Castelfiorentino, Certaldo, Gambassi Terme e
Montaione, ma essendo dati del 2010, è possibile che in quei comuni la raccolta
P.A.P. sia stata avviata solo nel 2011).
Ora, Voi tutti sapete che l'Europa ci impone una raccolta
differenziata non inferiore al 65%. Riferendomi perciò agli assessori dei comuni
dove la raccolta differenziata è al di sotto di tale soglia, li esorto ad
applicare senza ulteriori indugi il metodo della Raccolta Porta a Porta con
l'applicazione della tariffa puntuale (T.I.A.), poichè risulta nei fatti il
sistema migliore per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla U.E..
A coloro poi che temono un aumento dei costi della T.I.A.
per l'avvio della P.A.P., ciò può essere giustificato dal fatto che tale metodo
viene applicato in modo esclusivo e su piccola scala.
Avviare però una gestione dei rifiuti basata anche (non
esclusivamente) sul Porta a Porta, ma nell'applicazione simultanea dei
seguenti punti:
-
Una gestione separata dei flussi di rifiuti urbani e speciali
-
Eliminazione della possibilità di conferire rifiuti in forma anonima
-
Raccolta differenziata di tipo domiciliare
-
Raccolta differenziata spinta della frazione organica
-
Riforma del sistema di gestione ordinaria dei rifiuti
-
Introduzione simultanea della tariffazione puntuale su un'area vasta
-
Offerta di un servizio specifico per le attività produttive, basato su tariffe trasparenti e meccanismi incentivanti
-
Compostaggio domestico
-
Massima detossificazione dei rifiuti residui
comporta una serie di vantaggi tra cui la riduzione
della T.I.A. e minori quantità di rifiuti in discarica (o
all'incenerimento).
La raccolta porta a porta risulta quindi essere un mezzo, e
non un fine, per raggiungere questi due importanti obiettivi.
Essi però devono esser perseguiti sia a livello comunale, con
la diffusione della P.A.P., sia a un livello più ampio, ovvero apportando
modifiche basate su questi nove punti al Piano Interprovinciale Rifiuti.
La mia mail ha quindi come scopo l'incitarvi ad applicare la
P.A.P. con introduzione della T.I.A., poichè è materia di Vostra esclusiva
competenza, ma anche e soprattutto a convincerVi nel condividere questo tipo di
modello già applicato con successo in Veneto e Lombardia, e di farne partecipi
anche i Vostri colleghi politici sia a livello provinciale che regionale.
L'approfondimento dell'argomento
può essere trovato in questo link:
http://www.inforifiuti.com/documentazione/LariniProblemiSoluzioni.zip
mentre le osservazioni al P.I.R. spedite in Conferenza dei Servizi dallo stesso autore sono in allegato.
http://www.inforifiuti.com/documentazione/LariniProblemiSoluzioni.zip
mentre le osservazioni al P.I.R. spedite in Conferenza dei Servizi dallo stesso autore sono in allegato.
Sperando nel Vostro più vivo interesse alla questione Vi
porgo distinti saluti.
Laura Baldi
Laura Baldi
...............................................................................
Consulta Corte
Costituzionale: nessuna deroga sui rifiuti.
Sentenza nr.158/2012 del 22/06/2012. Vedi su www.cortecostituzionale.it
Una sentenza chiara,
anche per i cittadini.
La Corte Costituzionale ha emesso il suo verdetto: il
livello di raccolta differenziata previsto per legge, 65% a fine 2012, non può
essere derogato ed ogni comune lo deve necessariamente raggiungere.
Stiamo naturalmente parlando di un traguardo minimo, non certo del massimo
livello a cui una corretta gestione dei rifiuti consente di arrivare.
Il caso è nato in Piemonte dove una legge regionale aveva
previsto sconti ai comuni ancora indietro nei livelli di differenziata
raggiunti, coprendo queste insufficienze con i dati positivi ai minimi di legge
previsti di altri comuni della stessa regione.
La Consulta è invece di altro parere.
La Consulta è invece di altro parere.
E' lo Stato infatti che ha la competenza e la
responsabilità sulle politiche ambientali, per cui gli enti locali non
possono modificare a loro piacimento le indicazioni arrivate da Roma.
............................
Sentenza 158/2012GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA PRINCIPALE
Presidente QUARANTA - Redattore SILVESTRI
Udienza Pubblica del 05/06/2012 Decisione del 18/06/2012
Deposito del 22/06/2012
Sentenza 158/2012GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE IN VIA PRINCIPALE
Presidente QUARANTA - Redattore SILVESTRI
Udienza Pubblica del 05/06/2012 Decisione del 18/06/2012
Deposito del 22/06/2012
Pubblicazione in G. U. 27/06/2012
Norme impugnate:Artt. 2, c. 7°, 7, c. 1°, 8, c. 2° e 26, c. 2°,
Norme impugnate:Artt. 2, c. 7°, 7, c. 1°, 8, c. 2° e 26, c. 2°,
della legge della Regione Piemonte 11/07/2011, n.
10.
SENTENZA N. 158
ANNO 2012
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
SENTENZA N. 158
ANNO 2012
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente: Alfonso QUARANTA; Giudici : Franco GALLO, Luigi
MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria
NAPOLITANO, Giuseppe FRIGO, Alessandro CRISCUOLO, Paolo GROSSI, Giorgio
LATTANZI, Aldo CAROSI, Marta CARTABIA, Sergio MATTARELLA, Mario Rosario
MORELLI,
ha pronunciato la seguente SENTENZA
nel giudizio di legittimità costituzionale degli articoli 2,
comma 7, 7, comma 1, 8, comma 2, e 26, comma 2, della legge della Regione
Piemonte 11 luglio 2011, n. 10 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria
per l’anno 2011), promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri con ricorso
notificato il 9 settembre 2011, depositato in cancelleria il 15 settembre 2011,
ed iscritto al n. 93 del registro ricorsi 2011 ............
..................
Per le ragioni sopra indicate, la potestà di
concedere deroghe ai Comuni, nel caso in cui non sia realizzabile il
raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, appartiene allo
Stato – titolare di competenza legislativa esclusiva in materia di
ambiente, ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost. – e
si inserisce nell’ambito di un’attività di programmazione, che coinvolge anche
la Regione.
Quest’ultima pertanto non può disciplinare unilateralmente la
concessione delle suddette deroghe, come invece stabilisce, in modo
costituzionalmente illegittimo, la norma regionale censurata.
per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 26, comma 2, della legge della Regione Piemonte 11 luglio 2011, n. 10 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l’anno 2011);
2) dichiara cessata la materia del contendere in ordine alle questioni di legittimità costituzionale degli articoli 2, comma 7, 7, comma 1, e 8, comma 2, della medesima legge regionale n. 10 del 2011, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli artt. 3, 117, primo e secondo comma, lettera s), della Costituzione, con il ricorso indicato in epigrafe.
LA CORTE COSTITUZIONALE
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 26, comma 2, della legge della Regione Piemonte 11 luglio 2011, n. 10 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l’anno 2011);
2) dichiara cessata la materia del contendere in ordine alle questioni di legittimità costituzionale degli articoli 2, comma 7, 7, comma 1, e 8, comma 2, della medesima legge regionale n. 10 del 2011, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli artt. 3, 117, primo e secondo comma, lettera s), della Costituzione, con il ricorso indicato in epigrafe.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte
costituzionale, Palazzo della Consulta, il 18 giugno
2012.
F.to:
Alfonso QUARANTA, Presidente
Gaetano SILVESTRI, Redattore
Gabriella MELATTI, Cancelliere
Depositata in Cancelleria il 22 giugno 2012.
Il Direttore della Cancelleria
F.to: Gabriella MELATTI
F.to:
Alfonso QUARANTA, Presidente
Gaetano SILVESTRI, Redattore
Gabriella MELATTI, Cancelliere
Depositata in Cancelleria il 22 giugno 2012.
Il Direttore della Cancelleria
F.to: Gabriella MELATTI
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