Li riportiamo qui sotto in ordine di come ci sono arrivati:
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Al Presidente della Provincia di Firenze
Andrea BARDUCCI
Al Presidente del Consiglio Provinciale David ERMINI
Domanda di attualità
La L.R.Toscana 66/2011 approvata a seguito dei tragici eventi alluvionali che colpirono duramente il territorio toscano nell’anno passato potrebbe complicare la realizzazione del nuovo mega inceneritore a Selvapiana. Il nuovo problema è venuto fuori nell'ultima "Conferenza dei servizi" dove è saltata l’approvazione dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale e quindi il via libera all’avvio dell’operazione.
Nel marzo del 2010 IL TAR aveva accolto alcuni dei ricorsi contro l’inceneritore «I cipressi» di Selvapiana alla Rufina e il progetto di ampliamento da 9.000 tonnellate, a 68.000. Secondo il tribunale così come era stato autorizzato, sulla base delle carenti procedure di Via (valutazione di impatto ambientale) e di Aia (autorizzazione integrata ambientale) fatte fare dalla Provincia, l’ampliamento non avrebbe potuto essere fatto.
La seconda sezione del Tar annullava le procedure di Via e di Aia evidenziando l’ insufficienza delle indagini sulla qualità del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee.
La sentenza aveva fatto riemergere le contraddizioni di un progetto che per l’amministrazione provinciale doveva essere considerato come l’ampliamento di un impianto già esistente, ma che nei fatti prevedeva in realtà la realizzazione di un nuovo impianto situato accanto a quello vecchio, per cento metri di estensione lungo la statale, una ciminiera alta 62 metri e una distanza dai 30 ai 50 dalla Sieve.
In quell’occasione il Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista, nel sottolineare che la sentenza metteva in luce tutte le contraddizioni dell’opera e nel ribadire la contrarietà alla stessa, aveva evidenziato che, in assenza di una procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale idonea tutto il progetto dovesse essere rivalutato.
Il pronunciamento del TAR evidenziava e rafforzava quanto da noi sempre sostenuto: l’errore di localizzare un nuovo grande impianto a Selvapiana, un'area di grande pregio paesaggistico, con produzioni biologiche che sarebbero gravemente danneggiate, e per di più nell'area di espansione del fiume Sieve, in un luogo ad altissimo rischio di esondazione.
Quest’ultimo aspetto torna oggi di attualità e diviene elemento ostativo sulle procedure di realizzazione dell’opera. Genio Civile e Arpat infatti in sede di Conferenza dei servizi hanno fatto saltare l'approvazione dell'autorizzazione integrata ambientale (rifatta ex novo dalla Provincia dopo il pronunciamento del Tar) per evidenti incongruità del progetto rispetto alle nuove normative regionali.
Un’incongruità evidente rispetto all’ art. 142 della Legge Regionale n. 66/2011 che pone forti vincoli sulle aree a pericolosità idraulica molto elevata riconoscendo in esse la sola “possibilità di realizzazione di infrastrutture di tipo lineare (stradali, energetiche etc..) non diversamente localizzabili, purché sia garantita la preventiva o contestuale realizzazione di interventi di messa in sicurezza, e senza aggravare la pericolosità idraulica a monte e a valle”.
Disposizioni che di fatto impediscono la realizzazione dell’opera prevista perché situata per buona parte nella piana alluvionale della Sieve ovvero in prossimità di un fiume a rischio di tracimazione.
Dunque l’affaire sui rifiuti si complica e il nuovo piano interprovinciale appena adottato sembra essere costantemente messo in crisi da una serie di eventi:
l’indisponibilità dell’Amministrazione Comunale di Greve di accogliere il nuovo inceneritore a Testi,
l’indisponibilità dell’Amministrazione Comunale di Firenzuola di ampliare la discarica il Pago,
la mancata approvazione dell’Aia sull’inceneritore di Selvapiana, sul quale rimane anche un ulteriore elemento di criticità. Sullo sfondo infatti resta la questione decisiva dell’attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato nella disputa interpretativa, tra Associazioni Ambientaliste e Provincia, riguardo alla classificazione dell’impianto: se l’organo giurisdizionale dovesse ritenere corretta l’interpretazione delle associazioni, ovvero quella volta a considerare l’impianto previsto a Selvapiana come opera ex novo e non ampliamento dell’inceneritore preesistente, allora tutto l’iter fin qui approvato risulterebbe praticamente nullo e la realizzazione dell’inceneritore praticamente impossibile.
All’apparente imperturbabilità dell’ assessore all'ambiente della Provincia di Firenze, Renzo Crescioli di SEL, che interrogato da un giornalista riguardo all’eventuale disponibilità a rinunciare a Selvapiana ha risposto: “…non credo, io sono ragionevolmente ottimista…”, fa da contraltare una situazione tutt’altro che semplice da gestire.
Ciò premesso gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista, nel confermare la loro ferma contrarietà alla realizzazione del nuovo inceneritore di Selvapiana – così come per i restanti inceneritori e discariche - e nel richiedere formalmente una revisione radicale degli indirizzi del Piano Interprovinciale dei rifiuti volta ad abbandonare la via della combustione, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire:
• su quanto è accaduto in sede di Conferenza e sulle osservazioni mosse dal Genio Civile e Arpat;
• se non si ritenga che l’articolo 142 della legge Regionale 166/2011 introduca elementi oggettivamente ostativi alla realizzazione dell’inceneritore di Selvapiana;
• se l’Amministrazione Provinciale si disposta a rivedere detta realizzazione dell’inceneritore oltre che per i pericoli sopra evidenziati anche per quelli che derivano da uno smaltimento che punta solo sull’incenerimento dannoso alla salute e all’ambiente e sul quale esistono proposte alternative come recentemente illustrate dal Coordinamento dei Comitati della Piana di Firenze Prato e Pistoia e dalla Rete Coordinamento Valdarno Aretino, Valdarno Fiorentino e Valdisieve.
• se non si consideri opportuno bloccare tutto l’iter procedurale in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato anche alla luce del fatto che tale pronunciamento potrebbe di fatto rendere nulli tutti i passaggi e tutte le scelte fin qui compiute
Andrea Calò Lorenzo Verdi
* Gruppo Partito Rifondazione Comunista - Partito dei Comunisti Italiani - Sinistra per la Costituzione
scarica il doc QUI
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Inceneritore Selvapiana. Romanelli (SEL):
“Nessun intervento legislativo ad hoc, la Regione non può recedere dall'impegno ad impedire nuove costruzioni in zone a elevato rischio idraulico”.
“L’articolo 142 della Finanziaria regionale 2012 – ricorda Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà – esclude chiaramente la possibilità di costruire nuovi edifici, e ampliare quelli esistenti, in aree a pericolosità idraulica molto elevata: una norma sacrosanta di corretta gestione del territorio, recentemente e coraggiosamente riaffermata dal Presidente Rossi in un convegno ad Aulla, una delle località simbolo della tragica alluvione dell’ottobre scorso”.
“L’articolo 142 della Finanziaria regionale 2012 – ricorda Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà – esclude chiaramente la possibilità di costruire nuovi edifici, e ampliare quelli esistenti, in aree a pericolosità idraulica molto elevata: una norma sacrosanta di corretta gestione del territorio, recentemente e coraggiosamente riaffermata dal Presidente Rossi in un convegno ad Aulla, una delle località simbolo della tragica alluvione dell’ottobre scorso”.
“La prevenzione e la manutenzione dei corsi d'acqua rischiano di essere inefficaci se non s’impedisce di costruire nelle aree a rischio nel caso di eventi alluvionali: troppe volte abbiamo dovuto piangere morti e sostenere enormi costi economici a causa d’irresponsabili realizzazioni urbanistiche”.
“Il previsto inceneritore di Selvapiana, come più volte ricordato da ambientalisti e comitati, sorgerebbe proprio a ridosso della Sieve, fiume giudicato ad alta pericolosità idraulica e soggetto a espansione in caso di piena proprio nel pianoro dove dovrebbe sorgere l’impianto: tutte problematiche che ha confermato il Genio Civile nell’ultima riunione dellla Conferenza dei servizi che avrebbe dovuto dare il via libera”.
“In questa situazione, e dopo i disastri e i lutti che ci sono stati sarebbe davvero grave se arrivassero pressioni, come invece qualcuno ventila stia succedendo, per modificare la normativa regionale, o per riclassificare quella zona, abbassando artificialmente il grado di rischio idraulico”.
“Sarebbe davvero uno scandalo, considerato anche che un inceneritore in quel sito danneggerebbe il paesaggio, l’ambiente e l’economia locale”.
“La via maestra è invece mantenere salde le nuove norme a tutela del territorio e, finalmente, iniziare ad intraprendere la strada di nuove pratiche per diminuizione e differenziazione dei rifiuti, e tecnologie alternative all’incenerimento per lo smaltimento del residuo” – termina Romanelli.
Mauro Romanelli SEL Regione Toscana
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Comunicato del 27/03/2012
Vicenda inceneritore di Selvapiana. Sgherri :
”Errore lampante in un Piano – quello interprovinciale dei rifiuti Ato Centro – dove errori sono tanti e di fondo, che sarebbe quindi da modificare profondamente”
Il caso dell’inceneritore di Selvapiana, previsto in area ad elevato rischio idraulico e configgente per questo con le normative regionali, è l’esempio lampante di errore in un Piano dove errori e approssimazioni sono tali e tante che chiederebbero una sua profonda e radicale revisione. Il Piano interprovinciale dei rifiuti dell’Ato centro – di questo parlo- , attualmente adottato ed in attesa delle osservazioni, può ancora essere rivisto e possono ancora essere profondamente corrette tutta una serie di scelte che altrimenti consegnerebbero l’Ato centro a costi elevatissimi per il conferimento dei rifiuti. Si tratta di correggere previsioni di aumento dei rifiuti (dal 2007) contraddette negli anni, di aggredire un maniera significativa il fatto che la produzione procapite di rifiuti in Toscana e nell’Ato in questione è tra le più alte d’Italia e questo determina un costo elevatissimo per i cittadini, mentre il 65% di raccolta differenziata non è stato raggiunto e nel Piano non sono previste scelte convincenti per raggiungerla nel futuro; inoltre sono del tutto approssimative le tabelle mercelologiche e dunque la composizione media dei rifiuti prodotti nell’Ato è del tutto inaffidabile, avendo come conseguenza che viene del tutto sottostimata la presenza dei rifiuti organici - quelli facilmente smaltibili in compost - che abbatterebbero immediatamente la produzione complessiva dei rifiuti. Il risultato è che c’è nel Piano un assoluto sovradimensionamento dei rifiuti prodotti e quindi delle necessità impiantistiche finali in particolare di inceneritori. Lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati viene infatti quantificato in 540 mila tonnellate annue circa, di cui il Piano fissa in 365 mila tonnellate/anno la capacità complessiva del trattamento termico (inceneritori), quando con il solo raggiungimento del 65% di raccolta differenziata – e contestualmente la diminuzione di produzione procapite - il quantitativo di rifiuti indifferenziati da smaltire si ridurrebbe a poco più di 270.000 tonnellate/anno, che si ridurrebbero a 165.000 dopo un pre-trattamento meccanico che ne selezionasse il 40% (con l’utilizzo dei cosiddetti “impianti a freddo”). Questo ci dice che le previsioni impiantistiche sarebbero sovradimensionate di circa la metà rispetto al fabbisogno di smaltimento dei rifiuti se accompagnato da semplici e concreti aggiustamenti del Piano. Aggiustamenti necessari, in un piano che invece proprio nell’aspetto impiantistico sovrastimato insiste nel prevedere – fra gli altri – impianti con localizzazioni sbagliate – Selvapiana-, impianti in aree già fortemente inquinate – come la Piana Fiorentina – o potenziamenti di impianti già più volte fermati in passato per sforamenti di inquinanti da essi provenienti (fra tutti la diossina) come è il caso di Montale. Un piano quindi da modificare profondamente.
Federazione della Sinistra – Verdi
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Comunicato del 27/03/2012
Vicenda inceneritore di Selvapiana. Sgherri :
”Errore lampante in un Piano – quello interprovinciale dei rifiuti Ato Centro – dove errori sono tanti e di fondo, che sarebbe quindi da modificare profondamente”
Il caso dell’inceneritore di Selvapiana, previsto in area ad elevato rischio idraulico e configgente per questo con le normative regionali, è l’esempio lampante di errore in un Piano dove errori e approssimazioni sono tali e tante che chiederebbero una sua profonda e radicale revisione. Il Piano interprovinciale dei rifiuti dell’Ato centro – di questo parlo- , attualmente adottato ed in attesa delle osservazioni, può ancora essere rivisto e possono ancora essere profondamente corrette tutta una serie di scelte che altrimenti consegnerebbero l’Ato centro a costi elevatissimi per il conferimento dei rifiuti. Si tratta di correggere previsioni di aumento dei rifiuti (dal 2007) contraddette negli anni, di aggredire un maniera significativa il fatto che la produzione procapite di rifiuti in Toscana e nell’Ato in questione è tra le più alte d’Italia e questo determina un costo elevatissimo per i cittadini, mentre il 65% di raccolta differenziata non è stato raggiunto e nel Piano non sono previste scelte convincenti per raggiungerla nel futuro; inoltre sono del tutto approssimative le tabelle mercelologiche e dunque la composizione media dei rifiuti prodotti nell’Ato è del tutto inaffidabile, avendo come conseguenza che viene del tutto sottostimata la presenza dei rifiuti organici - quelli facilmente smaltibili in compost - che abbatterebbero immediatamente la produzione complessiva dei rifiuti. Il risultato è che c’è nel Piano un assoluto sovradimensionamento dei rifiuti prodotti e quindi delle necessità impiantistiche finali in particolare di inceneritori. Lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati viene infatti quantificato in 540 mila tonnellate annue circa, di cui il Piano fissa in 365 mila tonnellate/anno la capacità complessiva del trattamento termico (inceneritori), quando con il solo raggiungimento del 65% di raccolta differenziata – e contestualmente la diminuzione di produzione procapite - il quantitativo di rifiuti indifferenziati da smaltire si ridurrebbe a poco più di 270.000 tonnellate/anno, che si ridurrebbero a 165.000 dopo un pre-trattamento meccanico che ne selezionasse il 40% (con l’utilizzo dei cosiddetti “impianti a freddo”). Questo ci dice che le previsioni impiantistiche sarebbero sovradimensionate di circa la metà rispetto al fabbisogno di smaltimento dei rifiuti se accompagnato da semplici e concreti aggiustamenti del Piano. Aggiustamenti necessari, in un piano che invece proprio nell’aspetto impiantistico sovrastimato insiste nel prevedere – fra gli altri – impianti con localizzazioni sbagliate – Selvapiana-, impianti in aree già fortemente inquinate – come la Piana Fiorentina – o potenziamenti di impianti già più volte fermati in passato per sforamenti di inquinanti da essi provenienti (fra tutti la diossina) come è il caso di Montale. Un piano quindi da modificare profondamente.
Federazione della Sinistra – Verdi
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