Dalla NEWS di ARPAT n. 114 del 17 giugno 2011, che riportiamo integralmente sotto,
viene fuori che:
"circa il 50% degli impianti controllati non è risultato conforme alla normativa o alle prescrizioni impartite dalla autorità competente"Si ringrazia sicuramente chi fa i controlli, ma questo significa che non siamo in ottime mani per quanto riguarda la gestione dei rifiuti!
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I risultati del controllo straordinario sugli impianti per la gestione dei rifiuti svolto nel 2010
193 impianti controllati, 573 sopralluoghi effettuati. Disponibile per gli enti locali sul web una banca dati con tutti i risultati.
Sulla base degli indirizzi regionali, nel corso del 2010 ARPAT è stata impegnata a realizzare il cosiddetto “Progetto 15” per il controllo straordinario degli impianti per la gestione dei rifiuti.
Il progetto è stato articolato su due linee contestuali:
- verifica della conformità di parte [1] degli impianti di gestione dei rifiuti alle norme di legge ed alle prescrizioni degli atti autorizzativi quali:, impianti di gestione dei rifiuti urbani, gli impianti con le operazioni più critiche (impianti/operazioni con inertizzazione di rifiuti pericolosi; impianti di depurazione acque/trattamento rifiuti liquidi autorizzati per tipologie di rifiuti pericolosi; impianti autorizzati alla miscelazione di rifiuti; operazioni di recupero sul suolo o impianti di produzione di Materie prime seconde (MSP) aventi destinazione il suolo), impianti di gestione rifiuti (ed altri) già autorizzati con Autorizzazione ambientale integrata (AIA).
- realizzazione, popolamento ed attivazione di supporto informatico on line (“WebImpianti” - che sarà illustrato in un prossimo numero di Arpatnews) quale evoluzione di quello già disponibile in ARPAT (banca dati “impianti di gestione rifiuti”) e destinato a superare il solo scopo statistico per diventare strumento di conoscenza e di scambio di informazioni permanente tra ARPAT, le Amministrazioni provinciali e la Regione su tutte le attività di controllo di ARPAT sugli impianti di gestione rifiuti comunque autorizzati.
L’attività di progetto ha interessato complessivamente n° 186 di impianti, ripartiti come indicato nella tabella (Tab 1).
Per la provincia di Arezzo, non è stato possibile restituire nei tempi del progetto gli esiti degli interventi, effettuati come previsto; ciò non significa che il Dipartimento provinciale di Arezzo non abbia effettuato attività di controllo sui rifiuti.
La complessiva attività, di cui gli indicatori riassunti in tabella (Tab. 2) forniscono un quadro parziale e sottostimato dell’impegno, ha comportato l’effettuazione di oltre 500 sopralluoghi. Il rapporto sopralluoghi/impianti si attesta interno ad un valore di 3 a significare che, come atteso, negli impianti più complessi si sono resi necessari più interventi in campo. Alcune ispezioni hanno attivato accertamenti tecnici più articolati o che si protraggono nel tempo. Tra questi ultimi sono da considerare anche gli accertamenti da svolgere a seguito di atti di diffida conseguenti alle ispezioni delle autorità competenti.
I campioni prelevati ed analizzati sono stati più di 600 di cui circa la metà di campioni alle emissioni e oltre 100 relativi ai rifiuti.
A queste attività di controllo, ne vanno aggiunte altre, relative ad interventi di controllo programmato su impianti di trattamento rifiuti, o a produttori, controllati per la parte specifica, che non sono state rendicontate ai fini di questo progetto. Complessivamente, dal sistema di rendicontazione analitica delle attività di ARPAT emergono altri 46 impianti, con 144 sopralluoghi.
La complessiva attività svolta sul territorio regionale, di cui la tab. 3 sintetizza le voci più misurabili, ha evidenziato che circa il 50% degli impianti controllati non è risultato conforme alla normativa o alle prescrizioni impartite dalla autorità competente.
Sono state redatte oltre 90 notizie di reato (comprensive di più contestazioni), circa 50 proposte di sanzioni amministrative e oltre 85 proposte di provvedimenti all’autorità amministrativa. Le proposte di sanzioni amministrative e le notizie di reato possono interessare contestualmente la stessa unità locale o essere ripartite su unità locali diversi. Sono stati effettuati anche n° 4 sequestri di iniziativa o su delega della magistratura.
Le infrazioni contestate sono diversamente distribuite sul territorio regionale. Ciò in parte è da attribuire alle diverse tipologie impiantistiche controllate o ai diversi regimi impiantistici, in parte denotano anche approcci differenziati al controllo che necessitano di ulteriori sforzi di armonizzazione.
Gran parte delle notizie di reato sono associate al non rispetto delle prescrizioni degli atti autorizzativi quali la non conforme qualità dei rifiuti trattati, gli aspetti gestionali, le violazioni ambientali di altra normativa (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, ecc....); le sanzioni amministrative, oltre al mancato o non completo adempimento agli obblighi specifici della normativa di settore (tenuta dei registri, non corretta compilazione del MUD) hanno riguardato anche la qualità degli scarichi idrici.
Tra le problematiche evidenziate:
- esalazioni maleodoranti in coincidenza di impianti di trattamento di rifiuti organici prevalentemente urbani (trattamenti meccanici biologici o di compostaggio), discariche e grandi impianti di trattamento di rifiuti speciali sono risultate trasversali a molte strutture (AR, FI, LI, MS, PI). Trattasi di problematica di difficile gestione e valutazione per la specificità del tema (connesso a percezioni soggettive) e per l'assenza di regolamentazioni; sono aggravate nelle realtà caratterizzate dalla convivenza di più impianti (es. discarica e trattamento meccanico biologico/compostaggio) o - nel caso di impianti di rifiuti speciali - di impianti autorizzati alla gestione di numerose tipologie di rifiuti, poiché si acuisce la complessità nella individuazione delle risposte più efficaci ma su cui, in ogni caso, pesano contestualmente sia aspetti impiantistici che gestionali e manutentivi degli impianti e pertinenze e dei relativi sistemi di abbattimento.
- Situazione pressoché generalizzata di conformità qualitativa in tutti i controlli effettuati (in linea con quanto ricavabile anche da studi specifici di altre agenzie) anche se non sono stati taciuti i problemi di tracciabilità dei flussi di provenienza in considerazione dei vincoli posti dalla normativa
- un basso rendimento
- una qualità del compost non sempre rispondente agli standard di qualità chimici (più dipendenti dal materiale in ingresso) e batteriologici (più connessi alla gestione)
Il progetto ha riconfermato la difficoltà estrema nelle verifiche della tracciabilità dei flussi e nella verifica generalizzata dei bilanci dei rifiuti in particolare in corrispondenza di grandi impianti di trattamento e stoccaggio conto terzi.
[1] La scelta si è resa necessaria, essendo impossibile una verifica su tutti gli impianti autorizzati in Regione Toscana
Testo di questo numero a cura di Rossella Francalanci e Maura Lippi
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fonte articolo http://www.arpat.toscana.it/arpatnews/2011/114-11/114-11-i-risultati-del-controllo-straordinario-sugli-impianti-per-la-gestione-dei-rifiuti-svolto-nel-2010/
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