A tutti i Sindaci, Presidenti e consiglieri comunali dei comuni di: Dicomano-Pontassieve-Pelago-
Emergenza discariche o emergenza impianti di selezione, recupero e trasformazione della materia seconda ricavata dai rifiuti?
I nostri amministratori ci raccontano, attraverso alcuni articoli usciti
sui quotidiani da ottobre a oggi,
che le discariche in Toscana arriveranno alla saturazione nei prossimi 3 anni.
Abbiamo provato ad analizzare la situazione a modo nostro:
SE
- la Toscana continua ad aumentare la produzione dei rifiuti invece di diminuirla del 15% (sui dati del 2004), obiettivo che è stato ripreso anche nel Piano Regionale di Sviluppo (PRS), confermandola tra le regioni con la media di rifiuti pro-capite più alta ( grazie anche al sistema di assimilazione degli speciali);
- la media regionale di raccolta differenziata effettiva è, nel 2008, al 34,04% (fonte ARRR), invece del 45% come richiesto per legge;
- nel 2010, secondo il PRS, dovremo arrivare almeno al 55%, e per legge, entro dicembre del 2012, ad una percentuale del 65%;
- non si fa una selezione accurata tra il secco e l'umido per produrre il compost per l'agricoltura (selezionandolo bene dall'inizio, per produrre compost di alta qualità per evitare le problematiche che ci sono ora a causa di sostanze indesiderate e dannose);
- il passaggio dalla raccolta stradale al porta a porta non viene incentivato e introdotto in tutti i comuni in tempi più che brevi, per arrivare almeno ad una percentuale dell'80% di RD ( percentuale alta, ma che nei comuni che adottano il PaP spesso superata!);
- non si rispetta prioritariamente la riduzione dei rifiuti, il riciclo e il riuso;
- non si investe in impianti di trattamento a freddo dei rifiuti per selezionare ulteriormente anche l'indifferenziato rimanente;
- non si incentivano impianti di trasformazione delle materie seconde in modo da garantire un mercato di questi materiali e prodotti;
- i calcoli che abbiamo fatto corrispondono a realtà mettendo in campo gli obiettivi che ci siamo imposti utilizzando tecniche sostenibili, responsabili e virtuose (tab. 1>> http://vivereinvaldisieve.
blog.espresso.repubblica.it/ );simulazione_rifiuti_dati_ARRR_ .pdf - non si pensa un pò di più alla salute di tutti a scapito degli interessi di pochi;
- non teniamo conto che impianti di questo tipo hanno un costo di costruzione e gestione, minore degli inceneritori ( tab. 2 >> http://vivereinvaldisieve.
blog.espresso.repubblica.it/ ), si costruiscono in minor tempo, sono meno dannosi e meno impattanti per il territorio;SIM-BILANCI.pdf - è vero che una gestione di impianti alternativi, produce numerosi posti di lavoro (rispetto agli inceneritori);
- è vero che i centri di riciclo dei rifiuti sono in grado di operare con un costo di conferimento zero da parte dei Comuni, consentendo di ridurre enormemente la tariffa di igiene ambientale per i cittadini;
- è vero che molti medici si sono schierati contro questi impianti perché dannosi alla salute (anche se le emissioni rispettano i limiti di legge) e che molti altri non sono d'accordo ma non possono dimostrare scientificamente che certi rischi non ci siano;
- è vero che il sindaco di Greve manifesta preoccupazione per l'incremento di impianti nocivi nella sua zona e chiede che l'inceneritore previsto dal Piano Provinciale non venga fatto;
- è vero che i “sogni” del sindaco di Firenze, pur smentiti o ridimensionati, dimostrano la grande confusione che c'è intorno al problema “gestione rifiuti”, tanto che ci si chiede che razza di conti abbiano fatto se possono essere sconfessati da un sogno che non vuole più l’inceneritore della Pana!
- è vero che l'inceneritore di Selvapiana "rischia" di fatto di rimanere l'unico in Provincia di Firenze, perché in uno stato più avanzato;
SE è vero tutto questo
ci chiediamo perché non fare uno sforzo tutti insieme e, sulla base di conti e stime aggiornati alle percentuali richieste per legge e agli obiettivi che ci siamo dati -ottenibili praticando queste tecniche volte ad una gestione sostenibile e responsabile-
fermarci un momento a riflettere per capire dove stiamo andando e
dove stiamo portando le generazioni future?
Se invece tutto questo non è vero
Vorrà dire che lo abbiamo solo sognato!
LEGGI la Proposta dell'Associazione per la Gestione dei rifiuti nella val di Sieve
Proteste in Friuli (Fanna) contro la trasformazione di un cementificio in Termovalorizzatore
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Mercoledì 25 Novembre 2009,
Protesta riuscita. Oltre 250 persone si sono date appuntamento a Fanna, in un martedì pomeriggio feriale, e in orario lavorativo, per dire no all'inceneritore. Tra i manifestanti tanti bambini e ragazzi, mamme e papà, tutti uniti dal timore per quel che potrà accadere se l'impianto che produce cemento venisse utilizzato per smaltire rifiuti.
È stata una protesta semplice e allo stesso modo efficace. La forza che muove le persone è l'accorata richiesta di rassicurazioni dal punto di vista scientifico. Accanto ai tre portavoce – si tratta di genitori di bimbi che frequentano la locale scuola materna - si sono schierate persone di ogni età e ceto. Non solo di Fanna. Folta era anche la rappresentanza di Maniago, ma si contavano numerose anche le presenze di Cavasso. C'era perfino un gruppo, piccolo ma significativo, di Pordenone. Rigorosamente vietate le bandiere e i simboli di partito - c'erano, ma a titolo personale, l'ex consigliere regionale di Rc, Pio De Angelis, e l'attuale coordinatore provinciale di Idv, Giovanni De Lorenzi - tollerati invece i vessilli ambientalisti col referente energie e rifiuti per il Triveneto del Wwf, Gianluigi Salvador, che ha incitato i manifestanti a non mollare fino a che non sarà scongiurato il rischio di veder nascere l'inceneritore.
Tutto è scivolato via tranquillo fino a che non si è deciso di reiterare la richiesta di incontro col sindaco, Demis Bottecchia, che sembrava quasi rintanato dentro il municipio, nel quale le luci erano addirittura spente. Un atteggiamento di irrigidimento che non è piacuto ai tanti convenuti. Nonostante l'adunanza si fosse appena ufficialmente sciolta, nessuno ha fatto un passo indietro. Anzi, spontaneamente, c'è stato un assembramento di fronte alla porta della Casa comunale. Mandato a chiamare per l'ennesima volta, il dialogo col primo cittadino è durato una trentina di secondi. Appena un paio di battute e poi una salva di fischi assordanti e di ululati di fronte alle titubanze e alle risposte ritenute evasive da parte di Bottecchia, accompagnato dal suo vice, Patrizio Andreetta. Il clima si è surriscaldato, ma nessuno è trasceso. Del resto a urlare il loro dissenso erano mamme e papà con neonati in braccio, non black-bloc. Stasera si replica: sull'argomento - dalle 20 - c'è Consiglio comunale.