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lunedì 12 ottobre 2015

AEROPORTO: il master plan taglia le ciminiere dell’inceneritore

Pubblicato il 12 ottobre 2015 da perUnaltracittà

Edifici alti 70 metri prospicienti una pista di atterraggio costituiscono un ostacolo alla navigazione aerea? Sta di fatto che il “Master Plan 2014-2029” per l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, prodotto nel torrido agosto appena trascorso, scorcia di dieci metri le ciminiere di Case Passerini

Certo, che le ciminiere non andassero a nozze con le piste aeroportuali lo sapevamo. Ma che un master plan avesse la facoltà di abbassare i camini dell’edificando inceneritore ci pare, a dir poco, ipotesi fumosa. 

L’autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata per l’impianto di incenerimento dei rifiuti prevede infatti a Case Passerini un camino costituito da due ciminiere alte 70 metri (cfr. Relazione tecnica-Opere paesaggistiche e architettoniche, 4.5, p. 21). Viceversa, le stime del modello propedeutico alla valutazione di impatto sanitario del Master Plan aeroportale assumono le emissioni di un camino alto solamente 60 metri (cfr. Integrazioni del 03/09/2015 – Atmosfera: relazione. Rev. B, p. 169-170).

Insomma, le ciminiere saranno alte 60 o 70 metri? E quali sono le conseguenze di questa discrasia progettuale? Facciamo due ipotesi.

1) Le ciminiere restano di 70 metri come nel progetto per cui è stata rilasciata l’autorizzazione (AIA): le previsioni del master plan aeroportuale sono quindi errate e vanno rifatte.
2) Le ciminiere saranno effettivamente portate a 60 metri. L’abbassamento di dieci metri provocherà un impatto maggiore sulla salute degli abitanti della Piana: è risaputo infatti che una ciminiera più è alta, più facilmente riesce a raggiungere gli strati atmosferici adatti alla dispersione dei fumi e alla deposizione delle ceneri su un areale maggiore e in concentrazioni minori.
Ma c’è di più. Se vale la seconda ipotesi, l’abbassamento dei camini si configura come “modifica sostanziale” e quindi il progetto di inceneritore dovrà essere nuovamente sottoposto alla procedura di AIA come prevede il Testo Unico Ambientale (DL 152/2006, art. 29nonies, comma 2).
Resta il dubbio se questo garbuglio sia frutto di errore materiale o semplice dolo.


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