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venerdì 12 agosto 2016

DISCARICA PODERE ROTA IN VALDARNO: nel mirino dell'Antimafia




Sequestrati documenti relativi all'appalto dello scorso ottobre per l'ampliamento della discarica
TERRANUOVA BRACCIOLINI — Podere Rotanel mirino della Direzione distrettuale antimafia.Questa mattina la discarica valdarnese è stata "visitata" con tanto di sequestro di documentazione che riguarda alcuni appalti. 
Nello specifico, l'attenzione della Direzione, che è arrivata sul posto con guardia di finanza, carabinieri, polizia e ispettori del lavoro, è puntata sull'appalto dell'ottobre 2015 relativo all'ampliamento della discarica.
Una gara vinta da una ditta di Matera che poi si è ritirata, facendo subentrare una ditta calabrese tra i cui soci figura Francesco Cataldo, condannato a gennaio per associazione mafiosa.
Gli investigatori – come riportato dal Tgr Toscana – vogliono capire se siamo in presenza di infiltrazioni mafiose.  
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Blitz dell’antimafia a Podere Rota, sequestrati documenti relativi agli appalti *

Gli investigatori – secondo quanto riportato dal Tgr Toscana – intendono comprendere se ci siano infiltrazione mafiose nell’appalto dell’ottobre 2015 e che riguarda l’ampliamento della struttura di Terranuova Bracciolini.
Blitz della direzione distrettuale antimafia questa mattina alla discarica valdarnese di Podere Rota. E’ stata sequestrata della documentazione riguardante gli appalti. Sul posto anche polizia, il Noe dei carabinieri, guardia di finanza e ispettorato del lavoro.
Gli investigatori – secondo quanto riportato dal Tgr Toscana– intendono comprendere se ci siano infiltrazione mafiose, in particolare della n’drangheta calabrese, nell’appalto dell’ottobre 2015 e che riguarda l’ampliamento della struttura di Terranuova Bracciolini.
La gara d’appalto era stata vinta da una ditta della Basilicata, poi ritiratasi dalla gara. A questa è subentrata una ditta calabrese, tra i soci ci sarebbe il figlio di un personaggio noto agli inquirenti, condannato per associazione mafiosa.
Il Csa Impianti, società che gestisce la discarica, ha dichiarato di essersi messa a disposizione degli investigatori, chiedendo che venga fatta al più presto chiarezza.
Redazione Arezzo Notizie
Redazione Arezzo Notizie





                 

Blitz antimafia a Podere Rota. Csai: “Se ci sono irregolarità pronti a revocare l’incarico” *

Durante il blitz, sono stari presi in analisi e sequestrati i documenti riguardanti gli appalti. Le intenzioni, secondo quanto emerso nelle ultime ore, sono volte alla valutazione di eventuali infiltrazione mafiose, in particolare della n’drangheta calabrese, nell’appalto dell’ottobre 2015 e che riguarda l’ampliamento della struttura.
Claudia Failli
Claudia Failli

“Attendiamo che gli investigatori facciano le verifiche dovute. Se ci saranno anomalie pronti a revocare l’incarico”.
Ne sono sicuri gli amministratori di Csai che, all’indomani del blitz dell’antimafia nell’area di Podere Rota, intervengono precisando alcuni aspetti.
Nella giornata di ieri, gli investigatori hanno effettuato dei controlli all’interno del perimetro dell’impianto di stoccaggio e raccolta rifiuti valdarnese, posto tra i comuni di San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini. Durante il blitz, sono stari presi in analisi e sequestrati i documenti riguardanti gli appalti. Le intenzioni, secondo quanto emerso nelle ultime ore, sono volte alla valutazione di eventuali infiltrazione mafiose, in particolare della n’drangheta calabrese, nell’appalto dell’ottobre 2015 e che riguarda l’ampliamento della struttura.
“La società Csai, in qualità di stazione appaltante, – rendono noto dall’azienda che si occupa della gestione di Podere Rota – fa presente che le indagini erano rivolte al cantiere della società che sta svolgendo, in qualità di appaltatore, i lavori di completamento della seconda fase del “progetto esecutivo di ampliamento dell’impianto di discarica per rifiuti non pericolosi di Casa Rota –realizzazione del 2° modulo e del 3° modulo della seconda fase”. Tali lavori sono stati affidati da Csai Spa alla società Italcostruzioni tramite procedura ad evidenza pubblica “Procedura negoziata ex art. 122, comma 7 d.lgs. 163/2006”. Così come previsto dalla normativa, la società Csai prima della stipula del contratto ha effettuato nei confronti dell’azienda, nonché sulle persone fisiche titolari di cariche aziendali, tutte le verifiche del caso, le quali hanno evidenziato il regolare possesso dei requisiti richiesti, ivi compresa la certificazione antimafia. Per questi motivi Csai Spa non poteva esimersi dall’affidare i lavori. Qualora a seguito delle verifiche amministrative effettuate dagli organi competenti fosse rilevato che l’appaltatore non possegga più i requisiti di legge, la società Csai provvederà immediatamente alla revoca dell’aggiudicazione e alla risoluzione del contratto. Csai Spa ribadisce la correttezza del proprio operato e si riserva la facoltà di agire nelle sedi giudiziarie a tutela dell’immagine dell’azienda, anche nei confronti di coloro che stanno facendo allusioni (via internet) diffamatorie quanto infondate”.
* (clicca sui titoli per andare all'articolo originale)

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