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giovedì 10 settembre 2015

TTIP: un’occasione da non perdere. Intervista esclusiva a Paola Testori Coggi, già Direttore generale Salute e Consumatori della Commissione europea

PAOLA TESTORI COGGI
L’intervistata Paola Testori Coggi
Nel mese di luglio, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sui negoziati relativi al Trattato di libero scambio tra UE e Usa (TTIP), in corso da due anni e ormai giunte alla decima tornata. Il Parlamento ha dato via libera al proseguimento dei negoziati, con diverse raccomandazioni alla Commissione UE sui temi agroalimentari e con la richiesta di modificare sostanzialmente la clausola per la risoluzione delle contese tra investitori stranieri e Stati (Investor-State Dispute Settlement – ISDS), quando le aziende ritengano che le leggi europee o nazionali siano di impedimento all’attività economica e commerciale. Su questi temi, abbiamo intervistato Paola Testori Coggi, già Direttore generale “Salute e Consumatori” della Commissione europea.
Il Fatto Alimentare sostiene la campagna contro il TTIP ma vogliamo sentire anche le ragioni di chi è favorevole a questo Trattato, come suppongo lo sia lei.
Il fatto di cronaca da cui possiamo partire è l’opinione favorevole al proseguimento dei negoziati espressa dal Parlamento europeo, compreso l’importante aspetto dell’ISDS, che è una disposizione già presente nel Trattato UE-Canada e incluso in tutti gli accordi bilaterali tra Stati europei e Paesi terzi. È un peccato che l’ISDS abbia occupato molto spazio e che molte delle opposizioni al TTIP si siano concentrate su questo aspetto, a mio parere secondario. Tanto più che, nel TTIP, questa disposizione viene inserita in un contesto ben preciso e se ne definiscono i limiti e non si consente che un investitore statunitense non rispetti le regole dell’Unione europea. Questo è il primo messaggio che deve passare: con il TTIP non ci sarà alcuna legge europea che sarà annullata, bypassata o cambiata. Se l’Unione europea non vorrà cambiare una regola, non sarà obbligata a farlo solo perché ha firmato il TTIP. Gli Usa ci possono dire che non sono d’accordo con molte delle nostre misure sanitarie e fitosanitarie ma non per questo l’Europa le cambierà, né si metterà a negoziare con loro le regole europee. Queste regole, adottate con i nostri meccanismi, rimangono. Tutte le posizioni negoziali sono pubblicate sul sito della Commissione europea ed è scritto chiaramente che politiche importanti come quelle in materia di utilizzo degli ormoni della crescita nell’allevamento animale e di commercializzazione degli OGM non verranno cambiate a causa del TTIP. Tutto sta avvenendo nella trasparenza più totale.
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Gli OGM non sono oggetto del negoziato
Andiamo sui temi. Nei documenti negoziali si dice che gli OGM non fanno parte del negoziato e anche il Parlamento europeo ha detto che devono rimanere esclusi…
Non c’è scritto che sono esclusi ma il sistema europeo di valutazione e autorizzazione degli OGM non è oggetto del negoziato.
Quindi, ognuno rimane con le proprie politiche e non si negozia. La cosa strana è che nelle ultime tornate negoziali sul TTIP gli OGM sono stati oggetto di polemica.
Nel mandato negoziale della Commissione UE, non c’è scritto che gli OGM sono esclusi. Gli americani dicono che l’autorizzazione europea degli OGM non è basata su criteri scientifici, è troppo complessa e lenta e che quindi costituisce di fatto una barriera alla commercializzazione dei prodotti provenienti dagli Usa. Non è vietato discuterne ma non viene discusso il contenuto delle nostre regole europee. Agli Stati Uniti non piace né il regolamento adottato all’inizio dell’anno dall’UE sulla possibilità di vietare le coltivazioni OGM da parte dei singoli Stati, e ancor meno piace la recente proposta di regolamento che prevede la stessa possibilità di divieto degli OGM in alimenti e mangimi. Lo hanno fatto sapere, in sede di negoziato, ma noi non discutiamo con loro se questa proposta va bene o no. Le discussioni e le decisioni sui nostri regolamenti le assumiamo in sede europea, secondo i meccanismi fissati dai Trattati.

LEGGI ANCHE LE ALTRE PAGINE:
2 Passiamo al caso degli ormoni nell’allevamento degli animali, che in Europa sono vietati, mentre negli Stati Uniti sono consentiti
3 Il timore, espresso anche dal Parlamento europeo, è che questo comitato per la normazione previsto dal TTIP scavalchi in qualche modo gli organismi istituzionali ed elettivi europei.
4 Quella che viene indicata come differenza fondamentale tra Unione europea e Usa è il principio di precauzione?

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FONTE:  http://www.ilfattoalimentare.it/intervistata-ttip-paola-testori-coggi.html 

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