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lunedì 24 agosto 2015

"Termovalorizzatore" nel mirino. In 10 punti tutte le ragioni del no

Firenze, 24 agosto 2015 - In dieci punti tutto ciò che non convince in materia di termovalorizzatore su quanto affermano le pubbliche amministrazioni in merito alla costruzione del nuovo inceneritore di Case Passerini a Firenze.

Le ragioni del no secondo Gian Luca Garetti, Medicina Democratica, attivo in «perUnaltracittà».

1) «L’inceneritore è un’opera utile, non farà male ai cittadini, ma sarà utile all’ambiente» parole del sindaco di Firenze e presidente della Città metropolitana, Dario Nardella, tipica azione di greenwashing, cioè spacciare per sostenibile/utile l’incenerimento quando non è affatto sostenibile per la salute, per l’ambiente, per l’economia ed è invece utile solo a Qtermo spa (Quadrifoglio più Hera) la società che lo gestirà. In Toscana, non c’è nessuna emergenza rifiuti, li stiamo addirittura importando dalla Regione Calabria e dalla Regione Liguria.

2) Il primo ministro Matteo Renzi lancia un Piano che prevede 12 nuovi inceneritori in Italia (2 in Toscana da 150.000 t/anno), con uno schema di decreto ai sensi dell’art.35 dello “Sblocca italia”, da far approvare a settembre dalla Conferenza Stato-Regioni. Ignorando i trend in atto (riduzione consumi, riduzione imballaggi, aumento raccolta differenziata, ecc) che fanno diventare “rifiuti zero in discarica” non più uno slogan utopistico ma piuttosto una frontiera raggiungibile. Pregustano lauti guadagni le multiutility A2A, Iren, Hera, Acea.

3) Con le raccolte differenziate che superano l’80% non rimane che il Rifiuto urbano residuo, ovvero quanto resta a valle del processo di differenziazione. Ma non esiste nessun obbligo di incenerimento, nessuna direttiva Ue che lo giustifichi.

4) L’inceneritore di Firenze non chiuderà affatto il ciclo dei rifiuti dell’Ato Toscana Centro, come vorrebbe far credere la retorica dei vari greenwashers, perché produrrà tra 30.000 e 50.000 tonnellate/anno di ceneri e scorie, di cui non si vuol dichiarare la destinazione.

5) L’inceneritore di Firenze non può fare a meno delle discariche. La frazione delle ceneri cosiddette leggere, circa 9.000 tonnellate/anno, considerate rifiuto pericoloso, dovranno essere collocate in discariche idonee all’estero. Ma è in corso una ri-classificazione dei residui solidi degli inceneritori, che potrebbe diminuire l’autosufficienza dell’Ato e comportare ingenti costi aggiuntivi, che ovviamente ricadrebbero sui cittadini.

6) «Se si vuol ridurre al minimo l’impatto ambientale nella gestione di un inceneritore si devono inviare tutti i residui da incenerimento a discarica», S.Larini su www.inforifiuti.com. Questo perché l’alternativa alla discarica, il cosiddetto riciclo/valorizzazione dei residui solidi nell’edilizia diventa un metodo di diffusione incontrollata di pericolosi inquinanti persistenti nell’ambiente.

7) L’inceneritore fiorentino avrà ripercussioni negative sulla salute dei cittadini, in particolare dei bambini.
L’origine di molte patologie cronico/degenerative tipiche dell’età adulta è da ricondursi ad esposizioni ad agenti inquinanti durante la vita intrauterina.

8) Questo inceneritore emetterà inquinanti che possiedono azione tossica, mutagena, cancerogena. Molte di queste sostanze sono anche interferenti endocrini, sono persistenti e bioaccumulabili, entrano nella catena alimentare e sono trasmissibili alle future generazioni. Quindi ci saranno ricadute neoplastiche e non neoplastiche sulle popolazioni interessate, specie sui bambini.

9) Il rispetto dei limiti di legge delle emissioni al camino non significa affatto non avere alcun effetto sulla salute. Si sta parlando di un micidiale cocktail di diossine, furani, Pcb, metalli pesanti, particolato ultrasottile.

10) «Il riciclo è meglio dell’incenerimento», rispetto ai gas clima alteranti. L’energia elettrica ottenuta dall’inceneritore, è una quota del tutto marginale, nel 2013 ha rappresentato solo l’1,4% rispetto alle altre fonti.
 Gian Luca Garetti, Medicina Democratica

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