Merlo (Turdus merula) |
Finalmente, l’Italia si adegua alla norma europea, e al buonsenso, vietando, con l’approvazione della “legge europea 2014″, la cattura di richiami vivi da utilizzare per la caccia.
L’utilizzo degli uccelli come richiami vivi è una delle pratiche più odiose utilizzate per l’attività venatoria.
Catturati in roccoli, soprattutto nell’Italia settentrionale, o spesso anche con reti, gliuccelli talvolta vengono accecati e mutilati.
Rinchiusi in gabbiette di ridottissime dimensioni, vengono utilizzati come richiami durante la caccia all’avifauna in Lombardia,Veneto,Toscana ed Emilia-Romagna, grazie a normative regionali in deroga al divieto di uccellagione previsto dall’art. 3 della legge n. 157/1992 e s.m.i., con sanzioni penali ai sensi dell’art. 30 della medesima legge, ma con la possibilità di eccezioni contemplata nel successivo art. 4 per ragioni scientifiche o, sostanzialmente, venatorie (comma 4°).
Al riguardo, la Commissione europea aveva formalmente aperto la procedura d’infrazione n. 2014/2006 contro l’Italia per l’uccellagione e i richiami vivi, con una lettera di messa in mora del Commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik al Ministero degli Affari Esteri. Nell’atto di messa in mora, la Commissione europea “ritiene che la Repubblica d’Italia sia
venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi dell’articolo 8 e
all’allegato IV, lettera a) e dell’articolo 9 della Direttiva
2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre
2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in quanto
nelle Regioni Lombardia, VenetoeToscana, è stata consentita la cattura, mediante l’utilizzo di reti, di sette specie di uccelli di cui all’allegato II della medesima Direttiva (Columba palumbus, Turdus pilaris, Turdus philomelos, Turdus iliacus, Turdus merula, Vanellus vanellus e Alauda arvensis)”.
Lo scorso anno, con 22 voti a favore e 18 voti contrari le Commissioni permanenti“ambiente” e“industria” del Senato della Repubblica votarono l’emendamento che consentiva il mantenimento della cattura degli uccelli per farne richiami vivi.
Nei
giorni scorsi, fortunatamente, con un sussulto di civiltà e decenza, il
Senato ha messo fine ad una pratica barbara, vietando l’uccellagione,
ed estendendo il divieto di commercializzazione per tutti gli uccelli
viventi allo stato selvatico nel territorio europeo.
I merli, le allodole, i tordi e tanti altri piccoli uccelli, possono volare tranquilli. Per ora.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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Sito web di Andrea Zanoni, 24 luglio 2015
Pettirosso (Erithacus rubecula) |
Addio alla cattura di uccelli da richiamo nei roccoli
Con
la “legge europea 2014” approvata ieri dal Senato su iniziativa del
Governo Renzi, viene finalmente proibita l’uccellagione, ovvero la
cattura di uccelli con le reti e di tutti gli altri mezzi vietati dalla
Direttiva “Uccelli”, la 2009/147/CE, e viene esteso il divieto di
commercializzazione per tutti gli uccelli viventi allo stato selvatico
nel territorio europeo.
Dopo
decenni di catture di migliaia di uccelli ad opera delle province, con
tanto di utilizzo di danari pubblici, anche l’Italia vieta la barbara,
vergognosa ed anacronistica pratica della cattura con le reti di
migliaia di uccelli migratori (Merli, Cesene, Allodole, Tordi) destinati
a vita in piccole gabbiette per fare da richiami vivi negli
appostamenti di caccia.
Sono
felice di questo risultato, ottenuto grazie ad una procedura di
infrazione n.2014/2006/UE della Commissione Europea nata anche grazie al
mio incessante lavoro al Parlamento Europeo (Qui la cronistoria della
procedura: http://www.andreazanoni.it/it/news/comunicati-stampa/italia-accusata-dallue-per-i-richiami-vivi-e-luccellagione.html ).
In
merito alla cattura nei roccoli e prodine munite di reti di piccoli
uccelli migratori in violazione della Direttiva “Uccelli”, nel mio
breve mandato di Eurodeputato, ho incontrato il Commissario all’Ambiente
Potocnik ben due volte, ho incontrato i Funzionari ENVI della
Commissione UE mezza dozzina di volte, ho depositato ben quattro
interrogazioni sul tema, ho coordinato gli esposti da inoltrare alla
Commissione Europea, tutte attività determinanti per arrivare
all’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia senza la
quale oggi non saremo qui a festeggiare.
Spiace
vedere come molte associazioni nazionali ora ringrazino un po’ tutti
dimenticando chi in soli due anni di lavoro ha ottenuto un risultato mai
arrivato in trent’anni di esposti, petizioni, manifestazioni, ecc.
Cardellini (Carduelis carduelis) |
Comunque
oggi si festeggia! Ricordo i primi controlli in veste di Guardia
venatoria fatti ai roccoli di Treviso e Vicenza nel lontano 1996, anno
della loro apertura e ricordo le tante notizie di reato e le successive
sentenze in tribunale, arrivate dopo ore di attesa, per i reati di
maltrattamento e furto venatorio. Ricordo gli esposti alla Commissione
Europea e un incontro con i Funzionari ENVI a Bruxelles nel lontano
2005, ricordo le manifestazioni a Vicenza ed in particolare al roccolo
di Tretto di Schio con le associazioni animaliste ed ambientaliste,
ricordo le ore passate al TAR in attesa di un verdetto positivo e più
recentemente il duro lavoro e gli incontri avuti durante il mio mandato
di Eurodeputato. Un lungo lavoro che ha portato al risultato di oggi!
Ora
servono norme piu’ chiare che evitino l’imbroglio dell’utilizzo di
richiami vivi provenienti da catture illegali, spesso oggetto di
“sanatoria” tramite l’apposizione di un anellino inamovibile e la
produzione di un certificato di allevamento fasullo, truffe già oggetto
di molte denunce del CFS e del sottoscritto.
(foto S.D., archivio GrIG)
fonte articolo: http://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2015/07/26/vietata-la-cattura-di-richiami-vivi/
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