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giovedì 30 aprile 2015

Wwf di Forlì ricorre contro l'autorizzazione degli inceneritori

COMUNICATO STAMPA
Comunicato -   WWF Forlì 29 Aprile 2015


L’Europa detta le direttive comunitarie e l’Italia come al solito le disattende. succede così frequentemente e su così tante questioni che quando si apre un vuoto legislativo si rischia di non accorgersene e le autorizzazione indebite fioriscono. Così sta succedendo anche per gli inceneritori di rifiuti solidi urbani. Un vero cancro per la salute pubblica e per l’ambiente.
Così succede anche per l’inceneritore di Forlì che è in attesa di ottenere l’autorizzazione provinciale per diventare un impianto di incenerimento di rifiuti urbani come “operazione di recupero” (formula R1) e non di “smaltimento” (D10) come classificato attualmente.
Ma per capirlo occorre andare con ordine e riepilogare i passaggi cronologici che ci stanno portando da un vuoto legislativo ad una voragine di illeciti. La recente Legge 164/2014, la cosiddetta “Sblocca Italia”, consentirebbe all’impianto forlivese il passaggio da D10 “incenerimento a terra” a R1 “Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia”.
In sostanza si passerebbe dall’incenerire 120.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi urbani del territorio a 180.000 di rifiuti di qualunque genere provenienti da tutt’Italia. A monte di tutto questo c’è la Direttiva 2008/98/CE dell’Unione Europea (comune per tutti gli Stati membri che devono rispettare) che stabilisce, con una formula, il procedimento “per il calcolo dei livelli di efficienza di recupero del contenuto energetico dei rifiuti urbani, qualora essi siano destinati alla produzione di energia elettrica e/o termica”.
Ovviamente l’Italia ha “adottato”, nel 2013, il concetto della Direttiva Europea con un Decreto Ministeriale DM 07/08/2013 (G.U. n. 193 - 19 agosto 2013). Ma, dato che siamo notoriamente distratti, per non smentirci, abbiamo modificato i parametri di calcolo comunitari a nostro vantaggio rendendoli difformi da quelli della Direttiva comunitaria.
Si sono così create condizioni di concorrenza sleale verso gli impianti degli altri Paesi europei e di “favore” per i nostri inceneritori (che solo in Italia, per un neologismo incomprensibile, sono definiti “termovalorizzatori”) i quali potranno diventare tutti d’ufficio “insediamenti  strategici di preminente interesse  nazionale”.
Una presa in giro a totale vantaggio economico (è risaputo che l’incenerimento dei rifiuti gode di sostanziosi contributi liberali detti “certificati verdi” che i cittadini pagano nella bolletta energetica) per i proprietari-gestori degli impianti ma un incubo per i cittadini che pagano le tasse e in cambio ottengono solo un aumento indesiderato degli inquinanti ambientali e maggiori rischi per la salute pubblica.
Ma, il legislatore nazionale si è dimenticato che la Commissione Europea ha richiesto l’abrogazione del decreto ministeriale del 7 agosto 2013 e, con una comunicazione formale di fine 2014 (EU Pilot 5714/13/ENVI), ha avvertito il Ministro dell’Ambiente Galletti che avrebbe dovuto riallineare i parametri della formula per il calcolo dell’efficienza energetica a quelli europei, onde evitare l’apertura formale di una procedura di infrazione a danno dell’Italia. 
Il Ministro, il 18 febbraio scorso, quando i termini per la modifica del decreto erano scaduti a fine gennaio, ha solo relazionato alla Commissione Ambiente della Camera dell’avvenuta comunicazione della Commissione Europea annunciando che “è in corso di predisposizione una bozza di decreto con le modifiche necessarie alla risoluzione del caso”.
Nel frattempo le pratiche amministrative sono andate avanti utilizzando i parametri del decreto “incriminato” e si sono autorizzati trasformazioni di impianti di incenerimento (D10) a “recuperato di energia” (R1) beffando non solo i partner europei ma soprattutto i cittadini italiani.
Per questi motivi, “dato che a tutt’oggi non risulta l’adozione di alcun atto ministeriale che adegui il predetto decreto alla disciplina comunitaria”, il WWF Forlì-Cesena, congiuntamente all’Associazione “Medici per l’Ambiente di Forlì-Cesena” oltre a “Eco Istituto di Faenza”, nei giorni scorsi, sono intervenuti nei confronti della nostra Provincia con una “istanza” che la invita a riconsiderare e a respingere la pratica autorizzativa in corso a favore dell’inceneritore forlivese “così da scongiurare qualsivoglia atto illegittimo”. 
Ancora una volta un “vuoto legislativo” che rischiava di diventare una “voragine” di illeciti comunitari è stato riempito da un’azione civile dei cittadini sensibili e attenti alle tutela dell’ambiente e della salute collettiva.

Wwf Forli

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AGGIORNAMENTO 20 MAGGIO 2015:

ARRIVA LA BOMBA CHE SCOPPIA E RIMBOMBA ...
MPORTANTISSIMO - riceviamo, condividiamo e ringraziamo per l'interessamento il Deputato europeo Marco Affronte che si era reso disponibile a verificare la nostra Istanza contro la classificazione R1 per l'inceneritore forlivese di rifiuti solidi urbani (vedi articolo riportato sopra o il post relativo all'Istanza https://www.facebook.com/no.inceneritori.forli.romagna/posts/379191085597790 )
• Di seguito l'email appena ricevuta:
«Gentile ...... ,
.... Le scrivo (per conto di Marco Affronte) per comunicarle che abbiamo ricevuto la risposta da parte della DG Ambiente in merito alla nostra richiesta relativa all'adeguamento della legislazione sugli inceneritori. La risposta è la seguente:
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On Behalf of Mr Ion Codescu
Dear Mr Affronte,
I would like to inform you that, the investigation you mention, i.e. EU-Pilot 5714/13/ENVI, is still pending. The Commission has worked with the Member States to define the parameters foreseen in Annex II to Directive 2008/98/EC in order to consider a climate correction factor as specified in Article 38(1) of Directive 2008/98/EC. Consequently these parameters should be adopted in the form of a Commission Directive in the coming period. The Italian authorities will have to modify Ministerial Decree of 7.8.2013 so as to make it compatible with the new provisions once they are adopted, otherwise an infringement procedure could be opened by the Commission.
Best regards,
Ion Codescu
“Egregio Signor Affronte, 
desidero informarLa che, l'indagine di cui si parla, cioè UE-Pilot 5714/13 / ENVI, è ancora in corso. La Commissione ha collaborato con gli Stati membri per definire i parametri previsti nell'allegato II della direttiva 2008/98 / CE al fine di prendere in considerazione un fattore di correzione clima di cui all'articolo 38 (1) della direttiva 2008/98 / CE. Di conseguenza, questi parametri dovrebbero essere adottati sotto forma di una direttiva della Commissione nel prossimo periodo. Le autorità italiane dovranno modificare il DM 2013/8/7, in modo da renderlo compatibile con le nuove disposizioni, una volta che vengono adottati, altrimenti una procedura di infrazione può essere aperta dalla Commissione.”
EUROPEAN COMMISSION
DIRECTORATE-GENERAL FOR ENVIRONMENT
Directorate D - Implementation, Governance & Semester
ENV.D.2 - Enforcement, Cohesion Policy & European Semester, Cluster 2
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DI CONSEGUENZA abbiamo predisposto e stiamo inviando il seguente comunicato:
“L'Italia potrebbe essere sottoposta ad una nuova procedura di infrazione riguardante gli inceneritori” - dice Marco Affronte, Europarlamentare del Movimento 5 Stelle - “per non aver ottemperato all'adeguamento della propria normativa di classificazione secondo le norme Europee. Quindi, si prospetta una nuova multa da pagare coi soldi di tutti, una multa che potrebbe arrivare per aver fatto l'ennesimo favore ai signori delle multi-utility dei rifiuti. Ho avuto notizia di questa possibile procedura di infrazione direttamente dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, che ha risposto ad una mia lettera di interessamento. La questione” spiega Affronte, che ha raccolto una segnalazione del territorio di Forlì - “è questa: alla fine del 2014 l'Europa ha comunicato al Governo italiano che i parametri per classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (da D10 - smaltimento - a R1 - recupero -) non erano conformi a quelli della Direttiva europea. L'Italia aveva stabilito tali parametri per Decreto 2013: con questi calcoli divergenti il Paese s'era assicurato un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei. In seguito a tale comunicazione UE il nostro Paese avrebbe dovuto, nei primi mesi del 2015, abrogare quel Decreto e sostituirlo o modificarlo, adeguando le formule a quelle europee pena, appunto, l'attivazione di procedura d'infrazione. Nonostante le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente Galletti, ovviamente il Governo non ha fatto niente di tutto ciò e, anzi, con l'Art 35 del D.L. (il famigerato "Sblocca Italia") ha consentito i cambi di classificazione degli inceneritori in modo non rispettoso delle direttive, in particolare dell'articolo 3.15 dell'Allegato II alla Direttiva Rifiuti del 2008. Il fatto” - continua Affronte - “non è puramente di letteratura: per l'inceneritore di Forlì si tratterebbe di passare da 120.000 tonnellate l'anno di rifiuti a 180.000, e delle più svariate provenienze. Si tratta di una modifica che pesa sulla qualità dell'aria, e quindi sulla vita delle persone. Ovviamente speriamo che si sia ancora in tempo a modificare la legge italiana per adeguarla a quella europea, ed evitare la procedura di infrazione e i conseguenti esborsi per i nostri contribuenti” - conclude Affronte.
Grazie per la segnalazione e la collaborazione.
a presto»

FONTE : https://www.facebook.com/no.inceneritori.forli.romagna/posts/379191085597790 

Noi aggiungiamo che delle analogie ci sono anche per l'inceneritore di Case Passerini che avrà un'autorizzazione R1 e guarda caso di recente è stato chiesto che il calcolo sui rifiuti da trattare annualmente non venga fatto sulle tonnelate dei rifiuti ma sulle calorie che, di fatto, ne aumentano le tonnellate (rispetto a quelle richieste inizialmente!).
















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