“Bisogna agire locale ma pensare globale” dice Rossano Ercolini, che non dice mai la parola “rifiuto” ma “materiale di scarto” e questo è paradigmatico del suo pensiero e della strategia Zero Rifiuti. “Il
momento è quello giusto, aderendo a Rifiuti Zero si aderisce a un
protocollo, come quello di un produttore che decide di fare biologico e
deve attenersi a delle tappe e a un protocollo preciso. Ci sono tre
fasce di collocazione per città che tendono a San Francisco. Permettendo
a Napoli di entrare nel protocollo sapevamo che non sarebbe stata una
passeggiata. A questo punto però il Sindaco De Magistris deve far sapere
cosa vuol fare da grande“, non risparmia una stoccata al Masaniello, e continua con grande energia a sottolineare che: “Dove ci sono problemi dobbiamo misurare la nostra capacità di risolverli“. A Napoli c’è stata una “emergenza ordinaria”
e pilotata dal business dei rifiuti. La strada dei commissariamenti e
della militarizzazione delle zone interessate mostra come non ci fosse
un interesse a discutere con le comunità che sono state intese non come
parte della soluzione ma parte del problema.
La legge dell’inquinamento di Paul Connett
Più c’è partecipazione meno ci sarà inquinamento,
meno partecipazione significa anche più inquinamento. Le due cose sono
inversamente proporzionali. Più le comunità hanno controllo del
territorio e partecipano attivamente al suo sviluppo meno inquinamento
avremo. Questo ruolo va recuperato per “bonificare la società e
l’ambiente” conclude Ercolini che aggiunge: “In questo territorio
Rifiuti Zero e partecipazione significano anche lavoro. Andiamo a
recuperare la ricchezza urbana dai cassonetti. Abbiamo bisogno di
più polis non di più polizia“.
Oltre 100 associazioni, movimenti e comitati hanno raccolto le 80mila sottoscrizioni (di cui circa 10mila ad opera dei comitati campani) si sono ritrovati a Napoli per discutere di una gestione più virtuosa del ciclo dei rifiuti, per la messa al bando di discariche ed inceneritori, e perseguire l’obiettivo di far rientrare il ciclo di produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, tramite l’eliminazione degli sprechi, massimizzando la riduzione dei rifiuti, il riuso dei beni a fine vita e il riciclaggio, e minimizzando lo smaltimento, il recupero di energia e il recupero di materia diverso dal riciclaggio in modo da tendere a zero nell’anno 2020 lo scarto indifferenziato.
Rossano Ercolini, vincitore del Nobel per l’Ambiente ”Golden Environmental Prize 2013″, maestro elementare, si è opposto all’inceneritore di Capannori (siamo in Toscana) e da lì ha iniziato un percorso virtuoso, quello ZeroWaste a firma Paul Connett.
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