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martedì 6 agosto 2013

Gambassi, il paese dove non si butta via nulla

Con il “porta a porta” azzerati i rifiuti ma la bolletta è rincarata del 30% I cittadini approvano: «Prima era più comodo ma indietro non si torna»

di Chiara Capezzuoli
GAMBASSI TERME. C'è un borgo arroccato sulle colline tra Firenze e Siena dove il caro vecchio cassonetto è ormai in pensione: Gambassi Terme. La raccolta dei rifiuti si fa a domicilio. Ogni materiale di scarto finisce in un bidoncino colorato: la plastica in quello blu, la carta nel bianco, l'organico nel contenitore marrone. Ma la differenza con le altre esperienze di raccolta “porta a porta” avviate in Toscana è che il resto va a finire in un bidone grigio e si paga. Profumatamente. Il risultato è che meno del 3% dei rifiuti finisce in discarica, mentre il resto viene smaltito e riutilizzato negli impianti sparsi nel circondario dell'Empolese Valdelsa.
Gambassi Terme si aggiudica la medaglia d'oro, a livello regionale, per il riciclaggio: 97% di rifiuti selezionati nei primi quattro mesi dell’anno. Il segreto? Organizzazione, comunicazione e collaborazione. Quella di famiglie e commercianti, che hanno capito l'importanza della "rivoluzione dei rifiuti" scattata poco più di un anno fa. «Non abbiamo usato metodi o iniziative particolare per incentivare i nostri cittadini alla raccolta differenziata - dice il sindaco Federico Campatelli - lo abbiamo fatto soprattutto con assemblee molto partecipate e visite nelle varie famiglie per spiegare il cambiamento che stavamo apportando».
Gambassi Terme è stato l'ultimo comune nel circondario Empolese Valdelsa ad istituire il nuovo servizio di raccolta rifiuti. Iniziata il 28 aprile 2012, il riscontro che ha ottenuto sui cittadini è stato subito forte: mentre prima del "porta a porta" la percentuale dei rifiuti che venivano riciclati era del 36%, già nel periodo di transizione compreso tra aprile e dicembre 2012 (quando il servizio di smaltimento comprendeva sia la differenziata che i classici cassonetti) il riciclaggio dei rifiuti era salito al 65% fino ad arrivare al 97,28% dello scorso aprile.
Nelle strutture turistiche immerse nella campagna toscana, e meta prediletta da tanti stranieri, è stata compiuta una grande opera di informazione «tramite opuscoli e guide nelle varie lingue - dice Leo Orsi dell'agriturismo Santa Cristina - poi in fondo il nostro territorio deve molto ai visitatori, che si sono dimostrati attenti nella raccolta, specialmente perché nei loro Paesi già è in vigore da diversi anni».
A Gambassi la raccolta porta a porta ha funzionato anche perchè chi non fa la selezione dei rifiuti paga. E parecchio. Ogni volta che il bidone grigio viene svuotato viene addebitato un costo sulla bolletta: di 8 euro se il contenitore è da 20 litri, di 12 euro se è di 35 litri, di 17 euro nel caso di un bidone di 50 litri.
Il materiale selezionato finisce tutto nellle strutture del circondario empolese che si occupano di riciclaggio: la plastica e il vetro vengono conferiti alla Revet, che ha stabilimenti a Empoli e Pontedera, e da qui iniziano una nuova vita diventando persiane, pannelli fonoassorbenti per autostrade e addirittura maglie in pile. Grazie a un accordo siglato da Piaggio e Publiambiente la plastica recuperata nell'Empolese Valdelsa viene poi utilizzata per realizzare le scocche dei motorini. E il vetro? Finisce nelle bottiglie da vino della Zignago, sempre a Empoli. L'organico viene utilizzato dalla Varcofert di Certaldo per il compost, la carta viene spedita alle cartiere. E l'indifferenziato (meno del 3% dei rifiuti totali) finisce in discarica a Montespertoli.
Il risultato è positivo. Ma non è a costo zero. La "rivoluzione" ha inciso sulle bollette degli abitanti e dei commercianti. La tariffa di igiene ambientale (Tia) è stata aumentata con una cadenza del 10% annui nel triennio 2010-2012, determinando un aumento complessivo del 30%, in modo da coprire le maggiori spese sostenute da Publiambiente per garantire il servizio (i dipendenti sono saliti da 65 ai tempi del cassonetto agli attuali 226). Lo scorso 1° gennaio avrebbe dovuto esordire anche a Gambassi la "tariffazione puntuale" (già in vigore negli altri comuni della zona): la bolletta, in questo caso, è determinata da una parte fissa e da una variabile in base al numero di svuotamenti del bidoncino grigio dell'indifferenziato, tutto il resto (plastica, carta e organico) viene ritirato gratuitamente ai privati (le aziende, invece, pagano tutto). Ma l'introduzione della Tares (che considera esclusivamente il numero di metri quadrati e i componenti del nucleo familiare) ha cambiato i programmi dell'amministrazione che, come gli altri Comuni, ha dovuto approvare un regolamento per salvaguardare i "virtuosi" della differenziata, attraverso un complicato sistema di sconti.
Sarà per questo, forse, che da parte dei circa 5mila abitanti del borgo, le opinioni sulla raccolta differenziata "porta a porta" sono sì positive ma con qualche distinguo. Nella centrale via Garibaldi i cittadini riuniti al bar, commentano compiaciuti il successo ottenuto dal loro comune: «Ovviamente il cassonetto era più comodo - dice Bruno Cianetti - però una volta presa dimestichezza con la differenziata, non credo varrebbe la pena tornare al vecchio sistema. Sicuramente è stata una buona idea». Nella stessa strada, i coniugi Luigi Orsi e Carla Renieri seduti nel cortile della loro abitazione insieme al loro cane, approvano la raccolta dei rifiuti: «Abbiamo spazio a sufficienza per i vari container e ci sembra un'ottima iniziativa, anche se la bolletta subirà un aumento». Non è della stessa opinione la titolare del bar Tizi e Vizi di piazza Roma: «Non sono molto contenta, l' ho percepita come un obbligo e secondo me viene fatta in modo sbagliato. Gli operatori passano troppe poche volte e per chi ha un'attività come me, non è bello vedere il lunedì mattina una montagna di cartone al lato del negozio fino a mezzogiorno. E poi paghiamo di più».

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