Il quotidiano economico finanziario «Les
Echos» di venerdì 21 giugno dedica un editoriale (p. 7), un articolo al
tema (p. 14), e un’intervista nel suo blog in
rete. “Il sogno del ‘Tutto TGV’ è sepolto” recita in modo allarmistico
l’occhiello dell’articolo. “Drogata dal debito, alimentata dall’ego
degli amministratori locali e prigioniera dell’ideologia commerciale e
tecnologica che ha fatto dell’Alta velocità il Sacro Graal, la Francia
ha per molto tempo pensato che lo sviluppo del sistema ferroviario
dovesse necessariamente passare attraverso la marcia a tappe forzate di
forti investimenti a favore del Tgv” scrive David Barroux nel suo
editoriale. “A trent’anni dall’inaugurazione della Parigi-Lione, il
regno del ‘Tutto a gran velocità’ finisce”.
Verranno certamente portati a termine i
quattro progetti in corso, ma la stragrande maggioranza di quelli ancora
su carta verranno rimandati a dopo il 2030.
Lo Stato non ha soldi, Sncf ed Rff
(Réseau Ferré de France) sono già fortemente indebitate. Per ottimizzare
le risorse disponibili è stato creato il Comitato Mobilité 21,
responsabile di individuare le priorità progettuali a cui dare la
precedenza nell’interea rete trasportistica francese, non solo
ferroviaria dunque. Con a capo il vicesindaco di Caen, Philippe Duron,
Mobilité 21 riferirà all’Eliseo giovedì 27 giugno gli interventi
necessari e possibili.
Il governo in carica ha ereditato non
meno di 70 progetti ferroviari, fluviali e viari da svilupparsi su 25
anni per investimenti attorno ai 245 miliardi di euro, ormai
improponibili allo stato attuale dell’economia. Inoltre Atif (Agence de
financement des infrastructures de transport de France) ha fatto sapere
che tutte le risorse disponibili sono già impegnate nei progetti in
corso fino al 2022. Benché non sia ancora ufficiale, i periodici di
settore «L’Usine nouvelle» e «Mobilicités» ipotizzano quindi che
Mobilité 21 proporrà due possibili scenari: 9 miliardi di euro per 10
anni, ponendo la priorità ai nodi ferroviari di Lione e Marsiglia, la
realizzazione di un tratto ad alta velocità tra Paris-Mantes-la-Jolie,
auspicando una implementazione dell’alta velocità tra Parigi e la
Normandia. Una seconda possibilità è che si riesca a garantire un
gettito annuale di 400 milioni di euro, e ai progetti citati si
aggiungerebbe allora anche il tratto Bordeaux-Tolosa. In ogni caso,
tutti i restanti progetti verranno posticipati oltre il 2030.
Come rileva Barroux, per anni l’alta
velocità ha fatto risparmiare all’uomo d’affari che si recava in
Bretagna qualche decina di minuti, mentre nello stesso tempo ciascun
pendolare perdeva a sua volta decine di minuti. La realtà è che
focalizzando le proprie risorse sul Tgv anche la Francia ha lasciato
sullo sfondo l’intera rete ferroviaria locale alla quale decide ora di
rimettere mano. Cambiano le priorità: migliorare la rete autostradale,
la rete ferroviaria locale significa anche far abbassare i costi agli
utenti che cominciano a preferire un viaggio un poco più lento ma che
costi di meno. Con un deficit di 1,5 miliardi l’Sncf si troverà a
ripensare all’alta velocità abbassandola da 300 a 200 km/h. Cosa del
resto che anche la Germania ha già deciso di fare.
Di Torino-Lione neanche l’ombra però.
Massimo Bonato 23.06.13
FONTE ARTICOLO: http://www.tgvallesusa.it/?p=1339
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