Rossi deve decidere da che
parte stare!
Abbiamo preso atto delle
recenti affermazioni di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel.
Esse plaudono, legittimamente, alla decisione del Consiglio regionale della
Toscana di presentare il proprio Piano di gestione dei rifiuti entro il
prossimo mese di luglio. Travolto da un eccesso di autostima legato alla
consapevolezza del proprio ruolo all’interno di una galassia puramente
autoreferenziale, quale per l’appunto è Cispel Toscana, De Girolamo alla fine
si spinge ben oltre, ricordando alla Regione stessa che tale piano dovrà
garantire gli investimenti per la realizzazione degli impianti di recupero
energetico, che tradotto significa inceneritori per la produzione di energia
elettrica e/o termica in un quadro di riferimento nazionale in cui l’eccedenza
energetica è un fatto conclamato.
Tali impianti sono previsti
dalla pianificazione già approvata, ovvero Case Passerini, Livorno, Arezzo e
Pisa,in merito,i firmatari del presente documento, intendono precisare quanto
segue:
De Girolamo, rappresentante
dell'associazione regionale delle imprese di servizio pubblico che operano nel
territorio toscano, imprese che gestiscono servizi a rilevanza economica come
quello di igiene ambientale, ha ovviamente tutto il diritto di far sentire la
propria voce. E’ comunque corretto ricordargli che la sua è soltanto
un’opinione tra le tante e, sicuramente, non l’unica di cui il governo
regionale dovrà eventualmente tener conto.
Prima di entrare nel merito
delle opinioni da lui espresse, vorremmo soffermarci un attimo su una
pregiudiziale di metodo assai più importante rispetto a qualsiasi altro
contenuto di natura tecnico-imprenditoriale. Noi riteniamo che il processo
decisionale su temi sensibili legati all’ambiente, alla salute e al destino del
territorio, non possa prescindere da un serio confronto tra governo regionale e
cittadini stessi, le loro organizzazioni e i rappresentanti da loro
direttamente eletti (leggi sindaci e consiglieri di vario livello). Conoscendo
i meccanismi alla base delle catene decisionali di Cispel, siamo convinti che
l’opinione del suo presidente abbia un peso specifico inferiore rispetto a
quella di un sindaco che ha ricevuto dai suoi cittadini un mandato preciso
rispetto ai temi legati alla gestione dei rifiuti e del territorio.
Riteniamo inoltre che i
livelli di consapevolezza, di capacità propositiva e di controllo, dimostrati
dalle organizzazioni dei cittadini nel corso degli anni su tali temi, siano una
grande risorsa. Essi costituiscono una ricchezza che non può essere ignorata e
di cui, al contrario, la Regione dovrebbe saper approfittare, con lo scopo di
affermare in Toscana un modello di democrazia partecipata per definire, su temi
fondamentali come quelli sopra ricordati, di scelte ambientalmente ed
economicamente condivise.
Preso da raptus decisionista
pro-inceneritori, De Girolamo dimentica un fatto di democrazia sostanziale: la
programmazione regionale può essere modificata alla luce dei pareri dei
cittadini. Pareri di cui anche lui, con spirito di servizio, dovrebbe tener di
conto, in considerazione degli stipendi che i cittadini contribuenti
corrispondono a tutti i dipendenti della galassia Cispel.
Tornando nello specifico
dell’intervento del Sig. De Girolamo, ci chiediamo se le aziende associate
concordino con quanto da lui sostenuto, poiché è evidente che la loro quasi
totalità non riceverebbe alcun benefico (né economico, né occupazionale) dalla
realizzazione dei tanto auspicati nuovi impianti di incenerimento.
E’ opinione di De Girolamo
che, "il recupero energetico dovrà garantire il trattamento dei rifiuti
non raccolti in forma differenziata e gli scarti del riciclaggio, passando
dall'attuale 10 per cento a circa il 30/40 per cento del totale dei rifiuti
urbani e di parte dei rifiuti speciali oggi esportati fuori regione".
Il presidente di Cispel omette di aggiungere due non trascurabili
conseguenze legate all’eventuale accettazione della sua proposta:
● la perdita di efficacia di ogni sforzo intrapreso
dalle amministrazioni locali impegnate nel rispetto delle vigenti normative
nazionale e europea in tema di livelli di raccolta differenziata;
● la trappola dei contratti “vuoto per pieno” in cui
cadrebbero i Comuni chiamati comunque a coprire prima gli investimenti e poi
remunerare i guadagni milionari dei futuri gestori/costruttori dei nuovi
impianti di incenerimento anche se questi dovessero restare fermi, a causa
della riduzione della quantità di rifiuti prodotti e in virtù delle buone
pratiche di riciclaggio, che sono quelle effettivamente vantaggiose sia sul
piano economico che occupazionale.
In uno scenario nazionale ed
internazionale ormai irrevocabilmente orientato al risparmio di energia e di materia,
trattare termicamente i rifiuti urbani in impianti costosissimi (a carico dei
contribuenti) che ne distruggono il reale valore di mercato, recuperabile con
le buone pratiche di riciclaggio, non ha alcun senso ed è completamente
antieconomico, come ha autorevolmente indicato anche il Parlamento europeo.
Viste la rilevanza del tema
e l’incidenza sia temporale che economica che le varie soluzioni avranno,
riteniamo che qualsiasi decisione finale debba comunque trovare una qualche
legittimazione popolare diretta, nelle forme e nei metodi che la Regione dovrà
stabilire, d’accordo con i cittadini.
Riassumendo, sull’argomento
non c'è assolutamente nulla di scontato. Riteniamo non solo possibile, ma
urgente e necessario che nella nostra regione si proceda ad un cambio di
impostazione e si intraprenda finalmente la strada di una gestione dei rifiuti
autenticamente sostenibile sotto il profilo ambientale, economico, sociale e
sanitario.
COORDINAMENTO
PROPOSTA DI LEGGE RIFIUTI ZERO
RETE
AMBIENTALE DELLA VERSILIA
AMBIENTE
FUTURO
COMITATO NO
INCENERITORE LIVORNO
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
COMUNICATO
STAMPA
27/05/2013
Abbiamo
preso
atto delle recenti affermazioni di Alfredo De Girolamo, presidente di
Confservizi
Cispel.
Esse plaudono, legittimamente, alla decisione del Consiglio
regionale della Toscana di presentare il proprio Piano di gestione dei
rifiuti
entro il prossimo mese di luglio. Travolto da un eccesso di autostima
legato
alla consapevolezza del proprio ruolo all’interno di una galassia
puramente
autoreferenziale, quale per l’appunto è Cispel Toscana, De Girolamo alla
fine
si spinge ben oltre, ricordando alla Regione stessa che tale piano dovrà
garantire gli investimenti per la realizzazione degli impianti di
recupero energetico,
che tradotto significa inceneritori per la produzione di energia
elettrica e/o
termica in un quadro di riferimento nazionale in cui l’eccedenza
energetica è
un fatto conclamato.
Tali impianti
sono previsti dalla pianificazione già approvata, ovvero Case Passerini, Livorno,
Arezzo e Pisa,in merito,i firmatari del presente documento, intendono precisare
quanto segue:
De Girolamo, rappresentante
dell'associazione regionale delle imprese di servizio pubblico che operano nel
territorio toscano, imprese che gestiscono servizi a rilevanza economica come
quello di igiene ambientale, ha ovviamente tutto il diritto di far sentire la
propria voce. E’ comunque corretto ricordargli che la sua è soltanto
un’opinione tra le tante e, sicuramente, non l’unica di cui il governo
regionale dovrà eventualmente tener conto.
Prima di
entrare nel merito delle opinioni da lui espresse, vorremmo soffermarci un
attimo su una pregiudiziale di metodo assai più importante rispetto a qualsiasi
altro contenuto di natura tecnico-imprenditoriale. Noi riteniamo che il
processo decisionale su temi sensibili legati all’ambiente, alla salute e al
destino del territorio, non possa prescindere da un serio confronto tra governo
regionale e cittadini stessi, le loro organizzazioni e i rappresentanti da loro
direttamente eletti (leggi sindaci e consiglieri di vario livello). Conoscendo
i meccanismi alla base delle catene decisionali di Cispel, siamo convinti che
l’opinione del suo presidente abbia un peso specifico inferiore rispetto a
quella di un sindaco che ha ricevuto dai suoi cittadini un mandato preciso
rispetto ai temi legati alla gestione dei rifiuti e del territorio.
Riteniamo
inoltre che i livelli di consapevolezza, di capacità propositiva e di
controllo, dimostrati dalle organizzazioni dei cittadini nel corso degli anni
su tali temi, siano una grande risorsa. Essi costituiscono una ricchezza che
non può essere ignorata e di cui, al contrario, la Regione dovrebbe saper
approfittare, con lo scopo di affermare in Toscana un modello di democrazia
partecipata per definire, su temi fondamentali come quelli sopra ricordati, di
scelte ambientalmente ed economicamente condivise.
Preso da
raptus decisionista pro-inceneritori, De Girolamo dimentica un fatto di
democrazia sostanziale: la programmazione regionale può essere modificata alla
luce dei pareri dei cittadini. Pareri di cui anche lui, con spirito di
servizio, dovrebbe tener di conto, in considerazione degli stipendi che i
cittadini contribuenti corrispondono a tutti i dipendenti della galassia
Cispel.
Tornando
nello specifico dell’intervento del Sig. De Girolamo, ci chiediamo se le
aziende associate concordino con quanto da lui sostenuto, poiché è evidente che
la loro quasi totalità non riceverebbe alcun benefico (né economico, né
occupazionale) dalla realizzazione dei tanto auspicati nuovi impianti di
incenerimento.
E’ opinione
di De Girolamo che, "il recupero energetico dovrà garantire il trattamento
dei rifiuti non raccolti in forma differenziata e gli scarti del riciclaggio,
passando dall'attuale 10 per cento a circa il 30/40 per cento del totale dei
rifiuti urbani e di parte dei rifiuti speciali oggi esportati fuori
regione".
Il presidente
di Cispel omette di aggiungere due non trascurabili conseguenze legate
all’eventuale accettazione della sua proposta:
●
la perdita di
efficacia di ogni sforzo intrapreso dalle amministrazioni locali impegnate nel
rispetto delle vigenti normative nazionale e europea in tema di livelli di
raccolta differenziata;
●
la trappola
dei contratti “vuoto per pieno” in cui cadrebbero i Comuni chiamati comunque a
coprire prima gli investimenti e poi remunerare i guadagni milionari dei futuri
gestori/costruttori dei nuovi impianti di incenerimento anche se questi
dovessero restare fermi, a causa della riduzione della quantità di rifiuti
prodotti e in virtù delle buone pratiche di riciclaggio, che sono quelle
effettivamente vantaggiose sia sul piano economico che occupazionale.
In uno
scenario nazionale ed internazionale ormai irrevocabilmente orientato al
risparmio di energia e di materia, trattare termicamente i rifiuti urbani in
impianti costosissimi (a carico dei contribuenti) che ne distruggono il reale
valore di mercato, recuperabile con le buone pratiche di riciclaggio, non ha
alcun senso ed è completamente antieconomico, come ha autorevolmente indicato
anche il Parlamento europeo.
Viste la
rilevanza del tema e l’incidenza sia temporale che economica che le varie
soluzioni avranno, riteniamo che qualsiasi decisione finale debba comunque
trovare una qualche legittimazione popolare diretta, nelle forme e nei metodi
che la Regione dovrà stabilire, d’accordo con i cittadini.
Riassumendo,
sull’argomento non c'è assolutamente nulla di scontato. Riteniamo non solo
possibile, ma urgente e necessario che nella nostra regione si proceda ad un
cambio di impostazione e si intraprenda finalmente la strada di una gestione
dei rifiuti autenticamente sostenibile sotto il profilo ambientale, economico, sociale
e sanitario.
RETE AMBIENTALE DELLA VERSILIA
AMBIENTE FUTURO (Capannori)
COMITATO NO INCENERITORE LIVORNO
Video convegno (Capannori in Toscana La gestione dei rifiuti) 18 Maggio 2013. Intervengono: Giorgio Del Ghingaro, Sindaco di Capannori; Anna Rita Bramerini, Assessore all’ambiente e all’energia della Regione Toscana;
Tommaso Sodano, Vice sindaco di Napoli; Rossano Ercolini, Coordinatore Centro di Ricerca Rifiuti Zero
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana
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