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CALENDARIO

sabato 30 marzo 2013

Uovo di pasqua con SUPER SORPRESA a Reggio Emilia :-))



Reggio Emilia, addio definitivo
a inceneritori e discariche

Il nuovo piano rifiuti è senza incenerimento e costa un quarto del forno


Nella giornata di ieri la Giunta Provinciale ha deliberato la conclusione della prima fase per la progettazione dell'impianto di TMB. Rispetto al progetto depositato da IREN nell'estate 2012, attraverso l'attività della Scuola Agraria di Monza (incaricata dalla Provincia di proporre ulteriori innovazioni tecnologiche), sono emerse alcune significative novità.
Sulla base dell'analisi dei primi positivi risultati del nuovo modello di porta a porta attivato a Poviglio e in altri quattro comuni della bassa reggiana, si è ridimensionato la capacità di trattamento da circa 130 mila tonn/annue di rifiuti urbani residui (progetto dell'estate 2012) a 113 mila tonn/annue, con la richiesta di "dimensionare l'impianto e le singole componenti in modo da evitare sovradimensionamenti della capacità di trattamento dei RUR e relativi costi aggiuntivi a carico dell'utenza."
Nonostante l'individuazione di una capacità massima di trattamento, "la progettazione definitiva dovrà garantire i necessari elementi di flessibilità dell'impianto in ordine ad uno scenario di evoluzione positiva della raccolta differenziata e di riduzione dei rifiuti urbani". In tal senso ci sarà un costante monitoraggio dell'andamento della raccolta differenziata.
Il progetto definitivo, inoltre, al fine di massimizzare il recupero di materia, dovrà essere integrato con i seguenti aspetti: l'impiego del biostabilizzato in applicazioni di tipo tecnico o agronomico non di pregio e l'inserimento di processi di estrusione sulla frazione di sopravaglio, sostitutiva della produzione di Combustibile Solido Secondario. In sostanza, come già annunciato, rispetto al progetto iniziale si elimina  la produzione di materiale combustibile da inviare in inceneritori di altre province o nei cementifici e si forniscono le indicazioni per arrivare ad un utilizzo del materiale inerte in uscita dal TMB (il 12% dei rifiuti complessivi) che porti, una volta completate, a superare definitivamente l'uso delle discariche.
Partendo dagli elementi appena citati, nell’ottica della totale flessibilità della tecnologia di TMB, sarà predisposto un vero e proprio progetto di riconversione e riorganizzazione dell’impianto al crescere della raccolta differenziata. Le implementazioni appena citate renderanno il TMB una vera e propria “Fabbrica dei Materiali”, cioè un impianto capace di associare – ad elevati e crescenti livelli di raccolta differenziata – il trattamento finalizzato al massimo riutilizzo del RUR. I costi: IREN ha presentato un primo quadro economico che individua l'importo di 56 milioni di € come costo massimo dell'impianto (per avere un parametro di confronto l'inceneritore con analoga potenzialità ha un costo di 190 milioni di € ed un impatto in tariffa del 20% superiore). L'Agenzia territoriale per il Servizio Idrico e per i Rifiuti esaminerà i costi dell'impianto stabiliti dal progetto definitivo e potrebbe rivedere questa cifra, che dovrà comunque essere validata dall'assemblea dei sindaci.
"La delibera di ieri - dichiara l'Assessore all'Ambiente della Provincia Mirko Tutino - segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un modello di gestione dei rifiuti moderno ed in linea con le più aggiornate politiche europee. A questo punto si apre la progettazione definitiva dell'impianto, che entro settembre dovrà concludersi. Il TMB verrà quindi autorizzato e potranno partire i lavori. Ci sarà ulteriore spazio per la partecipazione ed il confronto (oltre alle 25 assemblee svolte in tutta la provincia dalla fine del 2011 ad oggi) e, soprattutto, per mettere la scelta del territorio reggiano a disposizione del piano regionale rifiuti".

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 marzo 2013










immagine integrale QUI 
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 "Un Piano dei rifiuti senza inceneritori" 

Di DANIELA FRANCESCONI

Lo chiede il segretario versiliese del Pd Corsetti. Convocata una riunione urgente il 9 aprile

VIAREGGIO - "L’inceneritore di Falascaia non esiste più. Ve ne siete accorti?" E' più o meno questo il tono dell'intervento del segretario versiliese del Partito Democratico Alberto Corsetti,  a commento delle dichiarazioni del direttore di Ato Toscana Costa Franco Borchi. Occorre approvare un Piano interprovinciale dei rifiuti dove sia scritto nero su bianco che l'inceneritore è chiuso? Allora facciamolo, esorta il segretario, altrimenti "si rischia un gioco delle parti sterile".

Ci vuole "una stretta definitiva" e perciò il segretario ha convocato una direzione urgente con gli amministratori in quota Pd, lunedì 9 aprile, proprio per definire "azioni immediate in materia". Un'iniziativa che vuole scuotere il silenzio nel quale le sorti del Piano erano cadute e che su Falascaia troverà una presa di posizione forte già assunta dai Comuni di Pietrasanta e Camaiore, oltre che la "reazione adeguata" assunta dal presidente della Provincia Stefano Baccelli.

L'assessore all'Urbanistica di Pietrasanta Rossano Forassiepi ha detto: "L'inceneritore sarà solo un triste ricordo" ed ha invitato Borchi a fare "una chiaccherata" con le famiglie che abitano nella zona del Pollino. Il sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto ha già invitato tutte le amministrazioni versiliesi ad approvare nei Consigli comunali un ordine del giorno che dica no a qualsiasi riapertura. Baccelli ha detto: "L'impianto non riavrà mai più l'autorizzazione della Provincia".

Ma Corsetti va anche oltre e non guarda soltanto all'impianto pietrasantino, bensì a tutta l'organizzazione del ciclo dei rifiuti a livello di Ambito: "Le Province chiudano in modo innovativo e qualificato il Piano interprovinciale senza inceneritori e si abbia il coraggio di intraprendere una nuova via che mette insieme gli obiettivi di riduzione e raccolta differenziata al 65 per cento da subito, che assicurino lavoro e salute e che, nel medio termine, attenuino i livelli tariffari che stanno incidendo pesantemente sui bilanci delle imprese e delle famiglie".

Le dichiarazioni di Franco Borchi, da noi pubblicate il 29 marzo, devono avere riportato indietro le lancette di molti orologi. "Non credevo che il giorno di Pasqua del 2013 mi toccasse di nuovo intervenire su un tema così scontato", scrive il segretario Corsetti Le comunità locali dell'epoca in cui nacque l'inceneritore hanno commesso "errori gravi causati dall'incapacità di agire" ; la "supponenza" di alcuni dirigenti regionali e i comportamenti delle due società di gestione, hanno fatto il resto.
Da quasi un anno Veolia si è ritirata dalla Versilia, anzi da tutta l'Italia, "in attesa del giudizio degli organi di magistratura competenti". Ma non è ancora finita anche se, dice Corsetti "nessun ragionevole piano del ciclo dei rifiuti inserirebbe l’inceneritore di Falascaia nelle funzioni che purtroppo ha avuto". Sarebbe assurdo sia per motivi di salute del territorio, sia per la gestione corretta del ciclo dei rifiuti, sia dal punto di vista economico.
Riguardo a Pioppogatto infine, "abbiamo la necessità di orientare in modo deciso il trattamento dei rifiuti indifferenziati conclude il segretario - affinchè risultino sempre di più residuali rispetto all’attività di raccolta e valorizzazione differenziata come stabilisce il decreto legislativo 152/2006".

Fonte:
http://quiversilia.corrierenazionale.it/component/content/article/248-attualita/40709-un-piano-dei-rifiuti-senza-inceneritori
(evidenze in giallo di assovaldisieve)

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