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CALENDARIO

venerdì 24 febbraio 2012

tutti i Comuni attivati con il servizio "porta a porta" raggiungono, entro i primi tre mesi dall'attivazione, una percentuale di raccolta differenziata che si aggira attorno al 90%

ScreenHunter_02 Feb. 24 12.22Ad affermarlo il Presidente di Publiambiente Paolo Regini.
Pubblichiamo le sue dichiarazioni:
[ 16 febbraio 2012 ]

Educare i cittadini e le famiglie alla raccolta differenziata finalizzata all'effettivo riciclo e non a un mero raggiungimenti di percentuali. E' questo l'obiettivo che ha convinto Publiambiente a incontrare direttamente chi in casa differenzia i rifiuti e poi li conferisce nei contenitori. Una scelta di cui il presidente di Publiambiente Paolo Regini va fiero.
«Con il contatto diretto l'azienda instaura con il cittadino un rapporto paritario, dove si crea sia lo spazio per parlare e spiegare, ma anche quello per ascoltare. Avere a disposizione un momento esclusivo con gli utenti, ci offre anche un'altra importante opportunità, quella di fornire una formazione ed informazione motivata. In sostanza viene spiegato non solo cosa è opportuno fare, ma anche perché lo facciamo. In questo modo si cerca di coinvolgere le famiglie e di farle sentire parte attiva di un progetto importante, che riguarda il territorio e la comunità in cui vive. Anche perché non dobbiamo mai scordare che i risultati del "porta a porta" si raggiungono solo in virtù dell'impegno della comunità in cui è attivato».
Come hanno accolto i cittadini questo contatto?
«I cittadini hanno apprezzato questa tipologia di contatto, anche perché gli informatori domiciliari, oltre ad essere opportunamente identificabili tramite il tesserino, sono prevalentemente persone, soprattutto giovani, che risiedono nel Comune dove viene effettuata la contattazione, per cui sono spesso conosciuti. Inoltre è una opportunità per raccogliere anche esigenze particolari, suggerimenti o nuove idee».
Quali risultati ha dato questo tipo di educazione ‘familiare'?
«I risultati che stiamo raggiungendo, possono essere oggetto di una doppia lettura. La prima di tipo quantitativo: tutti i Comuni attivati con il servizio "porta a porta" raggiungono, entro i primi tre mesi dall'attivazione, una percentuale di raccolta differenziata che si aggira attorno al 90%. Percentuale che, per la nostra esperienza ormai quadriennale, non viene più abbassata. Per dare un ordine di grandezza, significa che, mediamente, questi cittadini avviano a smaltimento finale, in discarica, tra 80 e 100 Kg/ab/anno, contro i 360/400 kg/ab/anno della Regione Toscana.
L'altro tipo di lettura che possiamo dare è di natura più qualitativa ed educativa. Siamo convinti che questo servizio, unito ad altre iniziative assunte dalle rispettive amministrazioni comunali, inneschi un processo di crescita civile ed ambientale che non è ormai più rimandabile. Essere responsabili dei rifiuti che produciamo, gestirli correttamente ed avere rispetto per l'ambiente in generale, ma anche del territorio in cui viviamo, in particolare, dovrebbero essere concetti acquisiti da anni. Purtroppo non è così, ma certamente la presa di coscienza è il primo passo verso la modifica dei nostri comportamenti».
Nel gennaio 2011 la Regione ha siglato un protocollo per passare, nel giro di 5 anni, al multimateriale leggero e al mono-vetro. Cosa ne pensa di questa decisione? Quali vantaggi dovrebbe portare e come vi state attivando?
«A livello regionale, in concomitanza con l'attivazione del "porta a porta" abbiamo effettuato per primi la raccolta mono-vetro. Questo sistema offre l'opportunità di porre particolare attenzione ad un aspetto fondamentale della raccolta differenziata: la qualità. Maggiore è la qualità delle raccolte differenziate, minore è la quantità di scarti di lavorazione o di materiali non conformi: separare il vetro dagli altri imballaggi significa sia raccogliere vetro più pulito, ma anche imballaggi in plastica, metalli, tetrapak e polistirolo senza schegge di vetro che poi sono difficili da togliere in fase di selezione. Sono quindi assolutamente favorevole, perché una raccolta differenziata "pulita" agevola i processi di riciclaggio dei materiali».
La raccolta differenziata è solo un anello del ciclo dei rifiuti eppure l'attenzione e gli investimenti puntano quasi esclusivamente su questa fase, ignorando la fase del riciclo. Non ritiene che il riciclo, ovvero la rinnovabilità dei materiali dovrebbe essere incentivato, così come si incentivano le fonti rinnovabili?
«Sicuramente, perché il recupero ed il riciclo dei materiali sono processi che hanno al proprio interno ancora dei punti di criticità. Ci sono materiali come la carta, i metalli, il tetrapak che non destano particolari preoccupazioni. Vengono lavorati e riciclati regolarmente, anche se non dobbiamo mai scordare che ogni processo di lavorazione e/o trasformazione produce inesorabilmente degli scarti, che variano in percentuale, in base ai materiali. I maggiori problemi li creano le plastiche. Ne esistono di troppi tipi e troppo variegate. La lavorazione di questi materiali è spesso difficoltosa. Credo che sarebbe oggi molto opportuno uno sforzo a livello istituzionale per investire in ricerca affinché si riesca a riciclare non solo plastiche cosiddette "ricche" quali bottiglie e flaconi, ma anche le plastiche miste come ad esempio pellicole e buste. Revet in questo campo ha ottenuto dei risultati davvero importanti con la produzione dei ri-prodotti (particolari per automotive, casalinghi...ndr), ma dobbiamo continuare a sforzarci per arrivare a creare una vera e propria filiera industriale del riciclo».

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