“Sul problema incenerimento ritengo che basta guardare cosa ha scritto l'Unione Europea [...]. La direttiva rifiuti ha indicato 5 punti in scala di priorità:
- 1 punto - la riduzione dei rifiuti ( inutile parlare di come smaltirli se prima non si affronta il nodo fondamentale: facciamo quasi 600 Kg/p.c/anno e quindi sono troppi) [...];
- il 2 punto è costruire il più possibile prodotti di lunga durata (e qui bisogna lavorare con le aziende non tanto col consumatore finale). Basta con la filosofia dell'usa e getta. La nuova direttiva UE dice: cerchiamo di progettare il più possibile prodotti che abbiano una vita lunga e che anche, allorchè finiscano la loro vita, siano facilemente smontabili, riutilizzabili e riparabili;
- Al 3 punto arriva il riciclo ( giustamente, cioè quello che poi rimane deve essere il più possibile diviso, riciclato ecc);
- al 4 punto c'è l'incenerimento (quindi vedete che ha una bassa priorità);
- al 5 punto proprio il peggio del peggio, la discarica ( che viene vista come una tomba e non va bene. La natura non funziona come una tomba ma funziona riciclando tutto. Per questo motivo che da 3,5 miliardi di anni + o - tira avanti. Noi non abbiamo davanti così tanto se facciamo discariche perchè la discarica sottrae materie prime, energie, materiale, e in più mette in circolo tossici e quindi è una perdita netta per il nostro sitema).
Quindi niente discarica ma subito dopo viene niente incenerimento.
Prima cosa lavorare sui primi 3 punti. (.....)
Soprattutto poi usando gli scenari che ci sono adesso: andiamo incontro ad un economia di crescita o di decrescita? E' molto probabile che coi dati mondiali che ci sono si vada giù. Quindi è difficile pensare a ad una esdplosione della produzione dei rifiuti futura, è possibile che questa si contragga, si stabilizzi. Se poi si lavora di più con questi 3 criteri iniziali ritengo che dovrebbe diminuire la quantità di rifiuti da incenerire." (....)
Poi dopo c'è tutto il discorso di dire: fa bene o fa male? Si sa che fa male...... Sempre.
Poi si può fare meno male o più male, dipende da come gestisco l'impianto, perchè comuqune da lì non esce certo profumo di violette, anche nella migliore tecnologia possibile.
Poi ci sono tecnologie condotte in modo eccellente dove si riduce il più possibile le emissioni entro dei limiti di legge (.....)
Anche quando tutto è perfettamente controllato, vedete, c'è il problema degli accumuli (...)
La scienza ci può dire moltissimo su un esame puntiforme: Io do un incarico ad uno studio di ingegneri ambientali, loro fanno uno studio perfetto sul punto esatto e mi dicono: da quella ciminiera lì esce 0,x e va bene, è sotto il limite di legge.
Raramente si vede il problema sulle persone.
Cioè Ognuno di noi prende tanti 0,x ma poi li accumula (...)
Raramente si fanno gli studi complessivi. Ognuno (ndr. i valori di ogni fonte puntuale come una ciminiera ) è sul giusto, ma io che respiro l'aria di tutta la pianura padana ( ndr. nel nostro caso della valdisieve: Cementificio, ex Stigo, Inceneritore, Traffico ecc) prendo la somma di tutti quelli giusti e diventa un numero sbagliato.
Risultato: ho il cancro.
Quindi ragionare molto su questi scenari prima di investire su questo tipo di tecnologia che la stessa Unione Europea ritiene da abbandonare.”
(vedi il video: http://www.youtube.com/watch?v=fyWBGCCTB9E )
E se qualcuno pensa che sia solo un climatologo si sbaglia..........ha fatto 20 anni di ricerca sul clima e i ghiacciai delle Alpi occidentali, un territorio che ha imparato a conoscere e studiare proprio negli aspri valloni del Gran Paradiso. Ha curato circa 80 pubblicazioni scientifiche, 600 articoli divulgativi su quotidiani e riviste, incarichi di docenza all’Università e al Politecnico di Torino, 370 conferenze e centinaia di interventi televisivi; ha testimoniato e spiegato la crisi climatica ed energetica in oltre mille conferenze per il grande pubblico e seminari per la scuola e l’università. Fa parte del comitato scientifico di AspoItalia, sezione dell’Association for the Study of Peak Oil and Gas, e del Climate Broadcast Network dell’Unione Europea. Ha pubblicato diversi libri. Tra i più recenti: Le mucche non mangiano cemento (Sms 2004), Filosofia delle nuvole (Rizzoli 2008), Che tempo che farà (Rizzoli 2009) e Viaggi nel tempo che fa (Einaudi 2010). Vive e lavora in Val di Susa, in una piccola casa con orto, alimentata da energia solare. Nel 2011 ha pubblicato per Chiarelettere il libro "Prepariamoci"
fonte biografia: http://www.cadoinpiedi.it/author/mercalli-luca/ e http://www.nimbus.it/meteoshop/OkRicerca.asp?IdAut=7 )
fonte foto: http://genova.mentelocale.it/33932-festival-della-scienza-2011-luca-mercalli-in-prepariamoci-una-lectio-per-salvare-il-mondo/
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