FONTE ARTICOLO: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/02/caldo-estremo-mercalli-accordo-parigi-oggi/8046375/
ASSOCIAZIONE VALDISIEVE
Pagine
VALORIZZARE DIFENDERE SALVAGUARDARE LA VAL DI SIEVE
EVENTI 2
- LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA
CALENDARIO
mercoledì 2 luglio 2025
Caldo estremo, l’appello di Luca Mercalli: “Invece di costruire bombe, si applichi l’accordo di Parigi nella sua forma più drastica”
venerdì 27 giugno 2025
Inquinamento da PFAS: sentenza storica per il caso Miteni • Legambiente
Inquinamento da PFAS: sentenza storica per il caso Miteni • Legambiente
Si è chiuso con una grande vittoria per il popolo inquinato il processo di primo grado per uno dei più gravi casi di avvelenamento delle acque nella storia italiana causato dallo stabilimento Miteni di Trissino a Vicenza.
Un inquinamento che ha segnato un territorio di 300.000 abitanti, estendendosi per oltre 100 chilometri quadrati e contaminando la seconda falda acquifera d’Europa. Dopo anni di denunce, vertenze e battaglie, portate avanti anche da Legambiente e dai suoi circoli, chi ha inquinato finalmente paga per aver avvelenato senza scrupoli il territorio veneto danneggiando non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini.
«Un grande lavoro, a partire dalla prima denuncia nel 2014 fatta dal Circolo “Perla Blu” di Cologna Veneta e dall’avvocato Enrico Varali coordinatore regionale del Centro di azione giuridica di Legambiente, che in questi anni si sono battuti, dentro e fuori le aule del tribunale, per ottenere ecogiustizia. Con la sentenza di oggi a Vicenza si conclude, infatti, uno tra i più grandi processi di inquinamento ambientale che la storia d’Italia ricordi: il processo ai vertici delle aziende che si sono avvicendate nella gestione del sito produttivo Miteni, oggi condannate per aver contaminato l’acqua da PFAS, compresa l’acqua potabile, della seconda falda acquifera d’Europa a servizio di più di 300.000 persone nella regione Veneto. Ora si proceda quanto prima alla bonifica del sedime inquinato, che ha provocato e continua a provocare una delle più estese contaminazioni acquifere con cui i cittadini veneti sono costretti a confrontarsi da decenni: dalle acque di falda – rese pericolose ai fini idropotabili ed irrigui in un’area di più di 180 km quadrati – ai corsi d’acqua superficiali che attraversano quei territori (Fratta Gorzone, Bacchiglione, Retrone, Adige) esposti ad una persistente presenza di questi forever chemicals, con conseguenze negative per l’ecosistema, la salute e per l’economia produttiva», questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che unitamente a Legambiente Veneto e al circolo locale si sono costituite parti civili nel processo e presenti oggi in aula alla lettura della sentenza.
Leggi tutto qui: https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/inquinamento-da-pfas-sentenza-storica-per-il-caso-miteni/
martedì 22 aprile 2025
TUTTI GLI EVENTI: IO RIFIUTO - mostra di opere di Edoardo Malagigi - dal 10 maggio all'8 giugno
Un percorso tra piazze, biblioteche, spazi culturali e urbani. Sculture monumentali fatte di tetrapak, cartone, plastica, pulper, filtri esausti.
Per riflettere sulla crisi ambientale, sull’estinzione, sull’eccesso.
Per ricordarci che l’uomo non è il solo protagonista. E che ogni gesto, ogni scarto, ogni scelta… lascia traccia.




lunedì 14 aprile 2025
Il maltempo del 14 marzo, ha fatto riemergere una vecchia discarica sul torrente Argomenna (Pontassieve)
L'ondata di maltempo di 1 mese fa, che ha alluvionato alcune zone della Val di Sieve, tra cui Rufina, Montebonello e Contea, con la portata d'acqua abbondante che c'è stata anche sul torrente Argomenna (affluente del fiume Sieve in zona Montebonello - siamo nel comune di Pontassieve, adiacenti al comune di Rufina), ha fatto franare gli argini nel punto dove era collocata una vecchia discarica comunale.
Ora nel torrente, dal punto della discarica in Via Argomenna, fino a circa 700 m. a dove sfocia nel fiume Sieve, ci sono sacchetti, stoffe, e altri rifiuti che sono stati portati via dalla corrente il 14 marzo scorso.
E' un ex discarica comunale (FI079), già inserita nell'elenco dei siti da bonificare http://www.appenninosettentrionale.it/eis2/interventi.php?comune=09048033 pare, catagolata come Industria (ma i rifiuti che vengono fuori, sembrano più urbani e indifferenziati). Già conosciuta fin dal Piano Regionale dei Rifiuti del 1999 sui siti da bonificare. Anche il POI (Piano Operativo Intercomunale di Pontassieve e Pelago, che sta per essere approvato a giorni) la riporta nel Rapporto Ambientale a pag. 232 .
Forse però è arrivato il momento di ripulire e bonificarla per davvero?? E magari in tempi brevi? E magari di caratterizzare anche il tipo dei rifiuti in essere visto che gli abitanti più anziani della zona ci dicono che era consuetudine buttare lì i rifiuti e ogni tanto bruciarli (forse alcuni strati di terra più scura possono essere proprio le ceneri?). Se fossero stati rifiuti indifferenziati (come è logico pensare visto che in quegli anni non c'erano le raccolte differenziate come ora) e fossero stati davvero bruciati, forse in quel luogo c'è anche traccia di inquinanti pericolosi derivati dal bruciare le plastiche, come la diossina?
ALCUNE FOTO
https://sira.arpat.toscana.it/app/f?p=55002:MAPPA Una cosa analoga è successa anche sul torrente Rovigo in alto Mugello, una frana fa riemergere una vecchia discarica. In questo caso si sono movimentati in tanti anche per ripulire. Qui alcuni articoli a riguardo.
|
venerdì 7 marzo 2025
Italia Nostra: SENTENZA del Consiglio di Stato annulla autorizzazione della Regione Toscana per parco eolico sul Monte Amiata.
Si tratta di una sentenza storica, non solo per il risultato ottenuto, che impedisce la realizzazione di un campo eolico in una località di immenso valore ambientale e paesaggistico, ma anche perché il Consiglio di Stato ha affermato una serie di principi che sono destinati a fare giurisprudenza.
Nella sentenza si afferma infatti, che “l’impatto visivo è uno degli impatti considerati più rilevanti fra quelli derivanti dalla realizzazione di un campo eolico” e che “il paesaggio, quale bene potenzialmente pregiudicato dalla realizzazione di opere di rilevante impatto ambientale, si manifesta in una proiezione spaziale più ampia di quella riveniente dalla sua semplice perimetrazione fisica consentita dalle indicazioni contenute nel decreto di vincolo. In altri termini, il paesaggio si manifesta in tali casi quale componente qualificata ed essenziale dell’ambiente, nella lata accezione che di tale bene giuridico ha fornito l’evoluzione giurisprudenziale, anche di matrice costituzionale.
Il Consiglio di Stato, nell’accogliere i motivi di ricorso proposti dall’Avv. Greco, ha precisato inoltre che il soggetto che propone il progetto è tenuto a svolgere una “analisi del territorio attraverso una attenta e puntuale ricognizione e indagine degli elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio, effettuata alle diverse scale di studio (vasta, intermedia e di dettaglio) in relazione al territorio interessato alle opere e al tipo di installazione prevista. Le analisi debbono non solo definire l’area di visibilità dell’impianto, ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito all’interno del bacino visivo”.
Importante, inoltre, il richiamo del Consiglio di Stato alle aree non idonee ad accogliere impianti eolici inserite nel Piano ambientale ed energetico della Regione Toscana (PAER), richiamo che ne conferma il valore precettivo più volte messo in discussione da altre sentenze.
Infine, nella sentenza è stato riconosciuto alla Soprintendenza il ruolo che le spetta, troppo spesso disatteso, ed è stato anche ribadito che gli strumenti urbanistici non possono essere vanificati senza adeguate istruttoria e motivazione.
La sentenza dimostra, in altre parole, che i valori costituzionali, ambiente e paesaggio non possono essere contrapposti e che la loro tutela non può essere sacrificata in ragione della normativa di favore per le rinnovabili, che in questi ultimi anni è stata ampliata oltre ogni limite.
giovedì 12 dicembre 2024
Sabato 21 Dicembre, ore 10:00 Presidio in Piazza del Duomo 10, di fronte alla Regione Toscana
EVENTO FB https://fb.me/e/77BaNTIvd
Le politiche territoriali per la Piana e l’ecosistema metropolitano – la ‘ colmata’ over edificatoria - caro Giani, cara Monni sono un fallimento che l'aeroporto rende ancora più grande e non più sopportabile e le precedenti sentenze di TAR e Consiglio di Stato lo dimostrano.
SALVARE L' AMBIENTE DI VITA DELLA PIANA E QUINDI ANCHE DI FIRENZE.
La crisi energetica ed ecologica si manifesta con il cambiamento climatico anche locale e il gravissimo stato idrogeologico della piana ormai fuori controllo e oberato da addizioni urbanistiche insostenibili, come ci raccontano le due recenti alluvioni a danno della popolazione e dell'economia;
E non è più accettabile per gli abitanti di Peretola, Quaracchi e Le Piagge il flusso inquinante del traffico aereo lasciato crescere a dismisura oltre i limiti e senza controlli, prospettando il nuovo aeroporto non risolverà e cercando così di spostare il problema altrove.
Piana quel territorio che invece dovrebbe avere SOLO le funzioni di riequilibrio delle emissioni climalteranti e potenzialità rigenerative dell'ecosistema che non posso essere svolte collocando un nuovo aeroporto in un Parco.
Sabato 21 Dicembre, ore 10:00 Presidio in Piazza del Duomo 10, di fronte alla Regione Toscana
Alterpiana, Comitato No Aeroporto di Prato, Grasp, Italia Nostra,
Legambiente, MuovitiToscana! , Presidio No Inceneritori No Aeroporto, SI Parco No Aeroporto, VAS Onlus
martedì 3 dicembre 2024
Forum nazionale Salviamo il Paesaggio: 5 DICEMBRE Giornata mondiale del suolo (perduto)
Forum nazionale Salviamo il Paesaggio: è indispensabile difendere il suolo e chi assicura le attività di monitoraggio.
Due sono i principali motivi che hanno spinto il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio a partecipare oggi alla presentazione a Roma della nuova edizione del Rapporto sul Consumo di Suolo a cura dell’ISPRA. In primis per conoscere in anteprima il trend registrato dal consumo di suolo nell’ultimo anno che temiamo sia in sostanziale linea con il dato dell’anno precedente, ennesima conferma della continua grave perdita della risorsa vitale e non rinnovabile del nostro Paese.
In secondo luogo per tornare a ribadire il nostro grido sempre più accorato: arrestiamo, e non solo limitiamo, il consumo di suolo e sosteniamo anche finanziariamente il riuso di tutto l’ampio stock edilizio esistente ma inutilizzato; con l’ausilio di una concreta ed efficace legge statale, che purtroppo continua a non comparire nell’agenda delle commissioni parlamentari.
Il 5 dicembre ricorre la Giornata Mondiale del Suolo ed è opportuno domandarsi quale sia lo stato di salute del suolo italiano. La risposta non può che basarsi su dati e monitoraggi scientifici certi, come quelli forniti da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale costituito nel 2010 riunendo tre diverse agenzie per fornire supporto scientifico al ministero dell’Ambiente e allo stesso tempo rappresentare per i cittadini un riferimento sicuro dove attingere dati ambientali.
L’ISPRA non è solo un centro elaborazione dati a servizio di un ente chiuso – in questo caso il Ministero dell’Ambiente – ma una vera e propria stanza aperta che fornisce, a tutti coloro che abbiano interesse e desiderio di servirsene, elementi conoscitivi su territori e problemi ambientali. Inoltre, in quanto servizio tecnico della Pubblica Amministrazione, è un soggetto indipendente: e questa è una preziosa garanzia di imparzialità.
Il Rapporto annuale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che quest’anno viene presentato il 3 dicembre, è uno degli esempi più significativi della sua attività e presenta dati che meriterebbero maggiore attenzione da parte di chi pianifica e governa a tutti i livelli istituzionali.
Grazie alla grande professionalità dei suoi addetti e alla sua capacità di relazionarsi all’esterno, l’ISPRA in questi anni è diventato uno strumento indispensabile a servizio del Ministero dell’Ambiente, dicastero che è chiamato a svolgere un ruolo decisivo nella gestione di situazioni enormemente complesse.
Riteniamo quindi indispensabile salvaguardare l’operatività dell’ISPRA che, anzi, andrebbe incentivata potenziandone mezzi e strumentazione, perché tutti noi consideriamo ISPRA un bene comune di cui andare orgogliosi.
Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
FONTE https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/12/giornata-mondiale-del-suolo-perduto/
venerdì 15 novembre 2024
ITALIA NOSTRA: La Legge Marson compie dieci anni.
La Legge Marson compie dieci anni: un testo autenticamente innovativo in una Toscana dove c’è ancora troppo cemento.
|
INCENERITORI: NON NE PARLIAMO PIU'
In questi giorni abbiamo voltato 2 pagine


















giovedì 14 novembre 2024
COALIZI0NE TESS: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GIANI PER BLOCCARE I LAVORI DELL’IMPIANTO EOLICO MONTE GIOGO
DAL SITO DI ITALIA NOSTRA: https://italianostrafirenze.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/lettera-aperta-alla-presidenza-regione-toscana_9novembre24.pdf
Pubblichiamo la lettera che la coalizione TESS ( Transizione Energetica Senza Speculazione) di cui fa parte anche Italia Nostra Firenze, ha inviato al Presidente Giani, in merito all'impianto eolico industriale del Monte Giogo di Villore.
"Con la presente si chiede l’immediata sospensione dei lavori per l’impianto industriale eolico sul
crinale Monte Giogo di Villore-Corella, a causa di criticità palesi e sempre più rischiose per
l’ambiente, il territorio e le persone che lo abitano. Questa lettera ha lo scopo di togliere ogni alibi alle Istituzioni, e alle persone che le rappresentano, perché non dicano un giorno: Noi non sapevamo. Di fronte ai sempre più numerosi disastri idrogeologici, spesso provocati da scriteriati interventi umani, c’è bisogno di assunzione di responsabilità. Riteniamo che la politica non debba dare l’impressione di essere incaricata solo di sottoscrivere a occhi chiusi decisioni prese altrove".( leggi Tutto).